11.8.11

Mangio per noia

Sì.
E per nervoso, per riempire un vuoto che si é creato da tempo.
Quando ballavo non mangiavo in questo modo. A quel tempo la passione mi nutriva più del cibo e avevo energia per tutto, ne avevo per ogni singola ora, tanto che dovevo stremarmi fisicamente per poter dormire e riposare davvero. Avevo un fuoco dentro che non riuscivo a bloccare, qualcosa che mi divorava e che allo stesso tempo mi rigenerava.
Dopo è crollata ogni cosa. Non c'è più stato un sogno, una speranza, un alito di vita. Solo il lungo e lento protrarsi di una vita fatta in un modo che non volevo. Finché non mi sono accorta di quello che stavo facendo. Ma non potevo rimediare e niente, niente tranne una piccola cosa, mi ha fatta sentire di nuovo viva quanto allora.
Ora scrivo.
Pubblicare una raccolta di poesie mi ha dato la speranza di farcela a ricostruire una vita dopo il crollo dell'universo intero. Il mio mondo interiore non aveva più un sole. Non c'era più la danza, e la consapevolezza di aver rinunciato (sebbene il motivo fosse profondo) per punirmi non ha migliorato la sensazione. Mi manca la vita.
La vita vera, quella fatta di passione. Passione.
Mi manca quella sensazione. Mi fa sembrare tutto insensato, tutto meno importante, meno bello, meno prezioso. Non ho motivazioni.
Non ne ho per dimagrire, nè per lottare. Sono di nuovo stanca. Anche se non mi stanco. Dormo sei ore a notte e cammino, lavoro, cammino e lavoro in casa, poi scrivo, poi sogno mondi che non ci sono e che scriverò in seguito.
Mi chiedo come facciano gli altri. Mi chiedo per quale motivo vivano, per quale facciano figli, per quale lottino, per quale diavolo di motivo siano felici. Mi chiedo se ci sono persone davvero felici o se in molti sorridono aspettando che la felicità arrivi. Che si presenti tra un jeans di marca e una serata nel locale più in. Che giunga durante una "vasca" in Via Roma o mentre si sbronzano un sabato sera. Mi chiedo se anche gli altri mangino per riempire quello stesso vuoto, se si sentano zombies anche loro sognando di diventare vampiri un giorno e almeno beneficiare di una causa per cui sopravvivere oltre all'affollamento di centri commerciali e outlet. Mi chiedo se davvero ci sia un futuro per tutti noi o se, sotto sotto, ci vada bene così. Meno fatica, meno lotta, meno pensieri.
Niente vita.

2 commenti:

monicabionda ha detto...

credo che la curiosità sia la chiave. Fino a che mi interessano gli altri - o capire gli altri, o capire i meccanismi o conoscere i posti avendo voglia di lasciarmi meravigliare... ecco, credo che quella sia la molla per me

PaolaClara ha detto...

Io devo ritrovare la mia...