28.6.08

Il destino nel nome

Ho conosciuto Bruno, ed è biondo. Così anche Bruna.
Le Chiara che conosco hanno tutte capelli scuri. Dubito che Fulvio e Fulvia abbiano capelli rossi.
Paolo non è affatto piccolo, e nemmeno io lo sono. Cristiana è buddista, Benedetto era un transessuale che lavorava vicino a dove lavoro io, Cristina non è una suora, Barbara parla più lingue, Valentina non è vigorosa.
Mah...

24.6.08

Stupefatti e trendy

Ci sono variabili infinite per cui noi esseri umani siamo diversi tra noi. Le stesse variabili ci suggeriscono che, come non tutte le medicine funzionano allo stesso modo su tutti, anche in fatto di estetica non c'è una regola che valga per tutti.
Invece no.
Qui ci si guarda attorno e ci si rende conto che alla maggior parte delle persone basta adeguarsi alle regole comuni, ai canoni, alla moda. Non si guardano nemmeno allo specchio, basta che abbiano fatto quello che fan tutti.
Esiste un vestito adatto a ciascun fisico; io capisco il desiderio di essere alla moda, ma certe volte si rischia di essere notati ed indimenticabili per il motivo sbagliato.
C'è sicuramente uno stile sufficientemente trendy senza esporre se stessi al ridicolo.

Lo stesso discorso vale per ciò che ci si combina in faccia.
Parlando con la mia amica Cri, abbiamo concordato sul fatto che ormai il disegno delle sopracciglia è uniforme. Dona a tutte quell'espressione stupefatta di chi si ritrova qualcosa nel sedere senza averlo previsto. Una faccia alla Betty Boop, che però è un fumetto.
Non discuto sul fatto che ad alcune donne tale sfoltimento dona, ma non a tutte. Certe ragazze starebbero molto meglio con un minimo di sopracciglia, curate, ben delineate, ma presenti.
Invece di fare da sè, basterebbe fare un giro, uno, da una estetista o da una truccatrice per capire cosa si adatta di più al proprio viso. Il risultato è garantito e certo non ridicolo. Poi, non è che la ricrescita non si nota... Purtroppo crea quella orribile ombra scura e puntinata che dà l'impressione di barba da fare. Abbiamo le sopracciglia? Tantovale conviverci.
Ma ciò che più ci turba, e lo so che siamo un po' invecchiate e che non comprendiamo i nuovi canoni, sono i ragazzi.
Passino i colpi di sole (oddio, no, però li posso ancora accettare), passino i tagli più assurdi (figuriamoci, io volevo la cresta punk, capisco tutto), insomma passi tutto...
Ma gli stupefatti trendy no!
Capisco che lo stile neanderthal non favorisca la socializzazione, il sopracciglio unico non è sexy. Passi se uno si toglie qualche pelo qua e la, ma l'uomo con il sopracciglio ad ala di gabbiano non è sexy esattamente come non lo è il neanderthal. Mi fa paura. Terrore. Un po' schifo.
Già una si trova con davanti un giovane uomo lampadato, depilato, possibilmente con mutanda esposta, con occhiale da sole che copre mezza faccia... e oooh! Quell'aria stupefatta.
Davvero no. Per favore.
Non dico che ci fossero ragazzi migliori anni fa. Solo che non gli si potevano contare i peli del sedere se non ci si usciva almeno qualche volta. Ora sono esposti, col divisorio, in modo che uno già sappia che ci sono. E se il sedere femminile risulta anche gradevole alla vista il più delle volte, quello maschile lo è un po' meno.
Ragazzi! La parte bella del culo non è quella. La parte bella è quella che nascondete in quel pantalone vuoto e inquietante, quello che sembra un pannolone pieno di cacca. Non che si pretenda l'uomo in calzamaglia, sarebbe peggio, come nemmeno con il pantalone ascellare anni '80 che sì, il culo lo mostrava, ma probabilmente stringeva anche troppo il tutto. E' che va bene la moda, insomma,va bene un po' tutto, ma di vedervi le mutande firmate possiamo fare a meno. E pure di ammirare il cespugliame che ne vien fuori. Giuro.

La noiosa Clara

Io non disturbo.
Sono beneducata, nessuno si può lamentare di me. Non interrompo, non alzo mai la voce, non dico mai di no. Io sono utile.
Ogni volta mi offro di aiutare, ogni volta ascolto e ascolto, e ascolto. Perchè lo so che chi mi parla ha bisogno che io lo faccia. Io li capisco i bisogni degli altri e sono sempre pronta a fare il mio dovere.
Una ragazza beneducata non risponde mai male. Sa sempre cosa dire e come muoversi senza essere notata. Sa essere discreta. Ed io lo sono.
Io sorrido quando saluto, anche se non mi va di salutare. Mangio tutto quello che ho nel piatto senza lamentarmi, anche se mi fa schifo. Perchè chi ha cucinato potrebbe offendersi.
Le ragazze educate non offendono mai un ospite. Fanno quello che devono fare, sempre la cosa giusta. Mai una sbavatura.
Io non ho bisogni.
Se non ho bisogni non posso disturbare gli altri con richieste stupide. Non mi serve aiuto, io me la cavo. Io sono quella che sistema tutto, non quella che crea problemi.
Non sono come le altre bambine, non lo sono mai stata e mi distinguerò sempre da loro. E se sarò sempre così beneducata, se farò sempre la cosa giusta, se non mi farò sviare dalle mie paure, dalle mie ragioni, dalla mia voglia di indipendenza, dalla mia sete di giustizia, di libertà, di vita vera...
Se sarò sempre perfetta, tutti mi ameranno...

(Per le altre personalità rivolgersi qui e qui)

Camicia


"Camiciangela"
matita e matite colorate su carta da disegno

22.6.08

19.6.08

Me... me tocca!

Ecco, è la prima catenaccia umanoide che mi tocca fare.
Va bene, ma avverto, la faccio a modo mio, aggiungendo a casaccio quel che mi viene in mente così imparate a non provocare mai!
Cominciamo bene:
Cinque film importanti per me. Troppo pochi. Ne indico alcuni, quelli che mi hanno lasciata in sospeso a camminare in un sogno per lungo tempo dopo la visione...
1 - Donnie Darko, di Richard Kelly


2 - Blade Runner, di Ridley Scott


3 - Lucia y el Sexo, di Julio Medem

4 - American beauty, di Sam Mendes

5 - The Gift, di Sam Raimi
6 - Il Corvo, di Alex Proyas

7 - Monsoon Wedding, di Mira Nair
8 - La Sconosciuta, di Tornatore
Non sono 5? Pazienza.
Cinque libri: indico quelli che, appena finiti, ho riaperto più volte per rileggerne alcuni passi
1 - Il signore degli anelli, di Tolkien
2 - 1984, di Orwell
3 - La sfera del buio, di Stephen King
4 - Rose Madder, idem
5 - Twilight, di Stephenie Meyer
6 - White Oleander, di Janet Fitch
7 - Il signore delle mosche, di William Golding
8 - Il dio delle piccole cose, di Arundathy Roy
Cinque canzoni:
1 - World in my eyes, Depeche Mode
2 - Eurasian eyes, Corey Heart
3 - Mad world, Tears for fears
4 - Original Sin, INXS
5 - La leva calcistica del 68, Francesco De Gregori
6 - Creep, Radiohead
7 - Lithium, Nirvana
8 - Qualcosa che non c'è, Elisa
Ma aggiungo di testa mia:
Cinque uomini:
1 - Gary Oldman, attore
2 - Eric Close, attore
3 - Jensen Ackles, attore
4 - Michael Hutchence, cantante
5 - Jaye Davidson, attore trans (prima che me lo diciate voi, ve lo dico io...)
Cinque donne per par condicio...
1 - Kate Winslet, attrice
2 - Jennifer Connolly - attrice
3 - Gwen Stefani, cantante
4 - Charlize Theron, attrice
5 - Angelina Jolie, attrice...
Mancano le foto? C'è Google apposta...

13.6.08

Psico-pato-peda-gothico!

Ho un diploma che attesta che sono maestra elementare. Non ho mai dato l'esame di stato perchè sono prevenuta nei confronti del sistema pedagogico-educativo, quindi non mi è mai interessato andare a rovinare il cranio di bimbi altrui come penso si faccia spesso a scuola.
Io avevo una maestra grandiosa, alle elementari: Marilde G.
Quella donna con la sua vocina flebile ed il suo carattere deciso mi ha insegnato moltissimo. Tra l'altro è stata anche l'unica per cui io abbia mai studiato. Ho finito di farlo in quinta elementare e per molti versi vivo ancora di rendita da allora.
Nel corso dei miei "studi" ho incontrato insegnanti buoni e validi e una moltitudine di gente che non mi ha dato niente di niente. Ho avuto compagni di classe, alle superiori, che non riuscivano nemmeno a prendere gli appunti quando il prof. li dettava. Scrivere in italiano era complicato, comprendere un concetto impensabile. Ad alcune di queste persone è stato consigliato di dichiarare, in sede di maturità, che non avrebbero proseguito gli studi e che avrebbero sposato il fidanzato e si sarebbero messe a fare le casalinghe. Questo perchè altrimenti non avrebbero mai avuto un diploma in mano. Queste persone sono maestre come me, anzi, magari loro l'esame di stato l'hanno dato e passato.
Al tirocinio ho visto cose che non mi piacevano, compresa la maestra delle materie scientifiche che strafalcionava un italiano misto dialetto, che persino i bambini di quarta le ridevano dietro. E non solo. Mi sembrava che non ci fosse spazio per una soluzione creativa. Problemi di matematica in fotocopia con solo le operazioni da fare (a noi insegnavano a ragionare e trovare un procedimento di testa nostra), come a dire che lo schema è quello, hai solo da imparare e non chiederti mai se c'è un altro modo.
C'erano bambini chiusi in classe mattino e pomeriggio, esclusa la ricreazione. Se io fossi alle elementari oggi, sarei già impazzita per il senso di prigionia, per il non avere uno spazio mio in cui esprimermi liberamente.
E mi fanno ridere quelli che dicono che i bambini hanno comportamenti strani perchè i cartoni giapponesi sono violenti. Io li guardavo, da piccola. Certo, non erano gli stessi di oggi. Ma oggi i bambini vedono i telegiornali in cui mostrano gli orsi ingabbiati dai cinesi per l'estrazione della bile che tentano il suicidio per non stare in gabbia. Vedono rivolte, guerra, effetti delle bombe. Che saranno mai i cartoni giapponesi...
Io guardavo Goldrake e Jeeg e non mi è mai venuto in mente di lanciarmi dalla finestra perchè potevo volare. Non ho mai pensato di prendere a randellate mia madre con una fantomatica alabarda spaziale perchè l'ho visto fare in tv. Non ho mai preso sul serio quello che vedevo in tv.
Forse anche perchè avevo una mamma vicina, una nonna materna artista, forse perchè qualcuno mi ha fatto capire che un film è un film, un libro è un libro, la vita è un'altra cosa.
Inoltre sono dell'idea che i bambini non abbiano lo stesso concetto di violenza che abbiamo noi adulti. Io leggevo Asterix e mi divertiva vedere Obelix col cinghiale in spalla. Mica mi veniva in mente che il cinghiale era morto preso a botte dall'energumeno... Perchè, la matrigna che manda il cacciatore ad uccidere la figliastra e si fa portare il cuore? La strega che cade nel burrone scappando? Le continue angherie delle sorellastre di Cenerentola? (Io, poi, le fiabe le odio)
Avevo incubi terribili prima ancora di vedere i film di fantascienza e dell'orrore. Non mi hanno spaventata di più, quando li ho visti.
Spesso credo che siano gli adulti a sbagliare, con i loro preconcetti e la loro visione del mondo. Non è che i bambini sono puri ed innocenti. Ci sono bambini crudeli esattamente come ci sono adulti crudeli. L'unica cosa che contraddistingue gli uni dagli altri è un minimo di istruzione e l'esperienza della vita.
Io non so se sarei in grado di allevare un bambino in questa società dove tutte le cose che contano sono legate all'apparenza, all'appartenenza, alla proprietà. Io non ce la farei a dare un modulo prestampato passandolo per istruzione. Non riuscirei a trasmettere nozioni senza dare modo a chi ascolta di formarsi un giudizio suo, magari bizzarro e sbagliato. Magari perderei tempo a ragionare con ogni bambino per ogni maledetta cosa, a spiegare il mio punto di vista, a farmi spiegare il suo. Perchè questa soluzione e non un'altra. Perchè questo disegno e non un altro, perchè una poesia al posto del tema. Che cosa sogna, che cosa gli piace, cosa vede quando guarda fuori, cosa sente quando ascolta musica.
Forse lo tratterei come tratto gli adulti, lo ascolterei, gli parlerei, lo farei arrampicare su una sedia per aiutarmi a lavare i piatti, lo incoraggerei a salire su un albero, a sdraiarsi in un prato, a guardare il cielo, ad immaginare ogni mondo possibile, a leggere milioni di avventure.
No, non sarei una buona maestra.

11.6.08

Moradabad

La prima tappa del nostro viaggio lavorativo-turistico era Moradabad, cittadina a nord-est di Delhi in cui mamma aveva un paio di fornitori.
All'epoca era un gran mucchio di case con circa un milione di abitanti, non proprio benestanti. Nell'avvicinarci al paese, mamma e Shomir ci spiegano cosa sono quelle pizze fangose che stanno appiccicate alle case o impilate in improbabili muretti. Trattasi di cacca di mucca, mischiata a paglia o altro, che viene fatta essiccare appiccicata alle pareti esposte al sole della casa, per poi essere utilizzata come combustibile.
La cosa non mi stupisce, in fondo mi sembra così ovvio...
Appena arrivati facciamo sosta dai Sette Fratelli, che lavoravano l'ottone in un posto spaventoso. Una specie di grosso garage, poco illuminato, con mucchi di rottami sul pavimento e giovanissimi operai specializzati che lavoravano senza alcuna protezione. Un saldatore senza maschera che sembra mio coetaneo o poco più grande, sta lavorando un bellissimo airone di metallo. Il suo stipendio medio, all'epoca, era di quarantamila lire al mese.
I Fratelli mi guardano curiosi. Sì, perchè sono molto bionda e molto dorata. Tanto che uno di loro si offre di adottarmi, ma la cosa mi suona molto più come una proposta di acquisto... Ovvio che mamma ci ride su e declina l'offerta. Gianni, che non ha capito niente di quello che succedeva intorno a lui, era preoccupato di sporcare i suoi pantaloni bianchi.
In strada, l'autista ci aspetta tra un bufalo e una vespa.



Al giro turistico della "fabbrica" e a qualche trattativa segue un pranzo speciale. In ufficio i Fratelli ci offrono uova sode, whisky e biscotti. Per me la solita Limca con cannuccia. Tanto quanto i biscotti sono gradevoli, tipo i Morning Coffee, ma per farci una gentilezza i nostri ospiti decidono di sgusciare le uova per noi... Le mani sporche di ottone lasciano un alone nero sul bianco delle uova, che diventa quasi impossibile mettersele in bocca senza chiudere gli occhi. Io, che da brava bambina posso permettermi di fare la schizzinosa, comincio a grattare via la parte di bianco ormai grigia, per poi ingurgitare mezza per volta due uova. Poi stop. Mamma fa lo stesso, con una certa nonchalance tipica di una donna pratica. Gianni invece, essendo privo di ogni senso pratico e badando più al lato esteriore della faccenda, comincia a strofinare le mezze uova sui pantaloni bianchi facendo finta di ascoltare i discorsi che nel frattempo vanno avanti.
Alla fine del pranzo i suoi pantaloni hanno una sospetta riga grigia ed unticcia su entrambe le gambe. In più, lui non sopporta il whisky, soprattutto quello indiano che a suo dire sa di petrolio.
Una volta usciti dal loro ufficio e saliti in macchina ci facciamo un sacco di risate, perchè tutto sommato ci siamo divertiti.
A parte lo sfruttamento dei ragazzini, ovvio. Su cui, però, non voglio dire le solite cose trite e ritrite. Nel dopoguerra da noi lavoravano i ragazzini della stessa età, quando si fa fatica a mangiare non si va per il sottile. Non che sia giusto, ma non è passato tanto tempo da quando le stesse cose capitavano anche qui. Probabile che oggi, a vent'anni quasi trenta di distanza, non ci sia un numero così spropositato di bambini che lavorano. Ma non ci giurerei. E non proseguo.
A preoccuparci, allora, era l'invito a pranzo per il giorno successivo nella casa di famiglia dei Sette Fratelli, cioè nella casa delle sette famiglie dei sette fratelli. Mai visto così tanta gente in una famiglia sola. Ci sono i nonni, i sette figli con relative mogli, più un quattro figli a testa in media. Foto ricordo con una vecchia Polaroid con ognuna delle famiglie, poi con tutti i fratelli, con tutte le mogli e chi più ne ha più ne metta. Mancava la foto con tutti i vicini...
Abbiamo una tavola imbandita per noi, ma solo per noi, perchè tutti in una stanza sola non ci si sta. Con noi, appollaiati come la carogna di Luca e Paolo, buona parte dei fratelli, le cui mogli vanno avanti e indietro dalla cucina per portarci... uova sode!
Ecco, inutile dire che ancora adesso io non sono particolarmente attratta dalle uova sode...
Fortunatamente ci sono anche dei ceci, talmente piccanti da risultare quasi neri alla vista e che fanno lacrimare gli occhi perfino a Gianni che col piccante ci va d'accordo. Quindi accetto con rassegnazione la condanna all'uovo sodo. Che da una famiglia così numerosa pare anche brutto non accettare. Chissà loro quanta fatica faranno a mangiare, mentre noi abbiamo di tutto a disposizione. Questo è quello che provo a dirmi mentre trangugio le mie solite due uova. Alla quinta metà mi vien da vomitare e così vado fuori con Gianni (seguiti da una parte della famiglia) a cercare di sputare prima di far danni.
Ecco, il primo blocco di fornitori era andato. Non so come mai, ma ero preoccupata per il seguito...

10.6.08

Episodio 5

Clara è dalla nonna paterna, un sabato, nel bel mezzo dei casini economici e non di quegli anni.
La nonna sta seduta sul suo divano, nella sua casa in Crocetta (zona bene di Torino, per i non residenti).
- Oh, Clara, la mia nipotina...
- Nonna, sono maggiorenne...
- Ma, dimmi, non ti piacerebbe andare in vacanza all'estero, come i tuoi cugini. A Londra, per imparare l'inglese, ad esempio...
- Certo che mi piacerebbe, nonna.
- Allora perchè non ci vai?
- ...