28.3.13

Il mio senso tragico e la vita

Chi non lo conosce non può comprendere...
"Il mio nome è Muerte!"
"Ah, sì. Ciao Marta..."
(citazione da film stupido - Coppia d'azione)
Qui l'ho trovato solo in inglese e le scene di Marta ci son tutte. O quasi.
Stanley Tucci è il mio senso tragico, Dennis Quaid e consorte Kathleen Turner sono la vita. Quando dico che a volte, spesso, mi sento proprio così... se avete voglia di guardare lo capirete di sicuro cosa voglio dire.

23.3.13

Quei giorni (ma non quelli lì)

Ho notato che ci sono momenti in cui basta un niente a ferirmi.
Essere senza pelle, lo chiamano. Quei giorni in cui anche solo il silenzio prolungato prima di una risposta ti sembra il preludio a un disastro. Quelli in cui ti assalgono i dubbi più atroci riguardo ciò che stai facendo, come per esempio il romanzo cui sto lavorando. Che fino al giorno prima lo trovavo bellissimo e appena l'ho affidato a qualche persona in più, persone che di solito leggono "difficile" o comunque non leggono me. Perché sì, ho bisogno di un giudizio più severo. Non che l'affidabile Filo, che di solito mi cestina il cestinabile - che io recupero e propino ai tornei su internet - non sia sufficiente. Questa volta non si tratta di omicidi, di mostri, di guerre e di azioni militari... Questa volta ho bisogno di gente che legga narrativa generale di buon livello per dirmi cosa pensa e se posso tentare il "colpaccio".
Allora in certi giorni mi torna in mente il fidanzato che un tempo mi ha detto che tanto ero e sarei rimasta una sartina del cazzo. E che purtroppo in un certo senso io quello ancora faccio per vivere, certo non sono diventata "qualcuno", posto che si possa diventare qualcuno oltre se stessi... E non importa se da allora mi sono diplomata, quasi laureata, ho pubblicato uno stupido libro e sto scrivendo sempre e sempre meglio e sto dipingendo diversamente e sono una persona diversa da quella che ero allora.
Io un po' mi ci sento ancora, una che non vale granché - alla faccia della pubblicità dell'Oreal. Che poi quel che si vale, chi lo stabilisce? Chi mi dice che se anche superassi mai nella vita le vendite di un Volo o di un Moccia a caso (o un Dan Brown, o una Stephenie Meyer) non mi sentirei lo stesso una benemerita "merdaccia" fantozziana?
E chi mi dice che non sia in fondo meglio così e tenermi questi maledetti giorni in cui mi servirebbe il conforto del mondo e il mondo intero si fa i cazzi suoi?
E procede ignorandomi e anzi premia altrove dando soddisfazioni a chi non ne ha una stretta necessità? Dannato mondo...
Ecco, ieri mi sentivo così. E piangevo da sola lavorando la seta - cui sono allergica, tra l'altro - in attesa di non so che. E invece della consolazione, la sera mi si pone un nuovo enigma legato a un autoritratto che ho fatto secoli fa e a un altro quadro che è andato in fiamme a Capodanno.
Ai posteri i poster, io continuo a dipingere...

20.3.13

Riflessione post post post (ma post che?)

Che il fatto che io cominci a ragionare sui testi di Vasco Rossi o che ne trovi di ragionevoli è già segno che dovreste preoccuparvi. Ma al di là di questo, stamattina ascoltando il poco di radio che la mia location lavorativa sotterranea mi permette, mi è successo di sentire "Un senso", canzone che in sè non mi ha mai detto molto e che ancora non mi dice.
Però c'è questo passaggio: "Sai che cosa penso, che se non ha un senso, domani arriverà, domani arriverà lo stesso... "
Ecco, mi son messa a pensare a quanto tempo sprechiamo a cercare di dare un senso a tutto ciò che ci capita per avere delle sicurezze in più e che in realtà tutto questo arrovellarsi non serve granché. Che noi capiamo o meno, che noi indaghiamo a fondo o meno, domani arriva lo stesso.
Con ciò non voglio dire che bisogna smettere di pensare e ragionare su ciò che ci accade, ma che a volte se anche non lo capiamo in definitiva non è così importante, perché c'è domani. Domani potremmo capire, oppure no. Domani potrebbe cambiare tutto. Domani potremmo innamorarci follemente pur non avendo mai creduto all'amore, o smettere di sognare perché in fondo la realtà è altra cosa, o capire che ciò che vogliamo è a mille miglia da noi e che per quanto stiamo lì a preoccuparci di comprendere i disegni del destino magari ora non possiamo fare assolutamente nulla. O come direbbe un Guzzanti a caso: "la risposta è dentro di te ma è sbagliata."
Con questo chiudo. Vado a terminare il romanzo (terminare, magari) che vorrei mandare a un concorso. Che fino ai primi di Aprile non saprò com'è andato il vecchio e fino a quasi metà Maggio non saprò del torneo... Quindi...
Voglio trovare un senso a ciò che scrivo anche se ciò che scrivo un senso (spesso) non ce l'ha...

12.3.13

Io dico

Io dico che ti amo e non so che diavolo dico. Lo dico da quando ho capito che al di là di ogni cosa ci sei tu. L'uomo delle parole e dei sorrisi strappati a bocche incapaci di ridere della vita.
Io dico che ti amo e ancora non so che voglia dire. So che ti appartengo al di là di ogni destino, di ogni tempo e luogo, so che siamo uno.
Dico che ti amo e ho paura e non ne ho, come di ogni incognita. Lo dico col sorriso, con parole assurde, con pentole dimenticate sul fuoco e colori di glicini e gerani in fiore. Vorrei fuggire in te, ma ciò che mi è dentro è già tuo, che si trattasse anche solo di viscere e stupidi organi pulsanti.
Dico che ti amo e vedo delfini, e vedo piccole e tonde madreperle nascoste.
Ti dico che ti amo e ti amerò, anche, qualsiasi cosa significhi.
Che sia una carezza, che sia pazzia, che sia semplicemente vita.
L'amore è un groviglio di spine i cui pochi e minuscoli fiori hanno un profumo sublime. A volte è necessario spingersi tra i rovi per annusarne uno, le mani sporche di sangue, ma vale sempre la pena anche se quel profumo non dura che un istante nella vita.
Squarci di luce e ombra inondano i pensieri scacciando il dolore.

7.3.13

Ok

Ho idee, ho scadenze, ho voglia di scrivere.
Ciò significa che a meno che non accada qualcosa di importanterrimo nel frattempo, probabilmente sparirò o sarò meno presente del solito...
Ma vi tengo d'occhio, sappiatelo!
Buona fine del mondo!!!

4.3.13

Quasi fatto...

Giselle

Questa è Giselle, opera quasi finita. Acrilici su cartone telato preparato con stucco e rimasugli di matite temperate, dimesione approssimativa 40x60, luce mista.