22.2.14

Sangue

L'aspettativa di te pare un sogno senza fine.
Quel che nella mente diventa imperante, l'urgenza di quel che rappresenti, non può cristallizzarsi in forme ancora da definire.
Devi crescere in me, come desiderio di vita infinita, e manifestarti libero nella tua natura.
Nella tua essenza, nel mio cuore.
Unica fonte di luce, tu giungerai nel grigio e darai colore a ogni cosa. Come deve essere. Tutto, come nel sogno. Da dentro, da dove tutto è partito.
Da quel senso di appartenenza che m'incatena al pensiero di te. Come se il sangue non avesse scelta, come se tutto fosse preordinato. Come se...
La stanza buia in cui ti sfiorerò le labbra e il corpo non appartiene a questo mondo, è un luogo altrove in cui dobbiamo creare il fuoco. O ricrearlo, ancora. E ancora. Sempre.
Altrove.
Dove un tempo il nostro sangue è stato unito in un primordiale matrimonio, dove siamo sempre stati "uno".
In quella luce, e in quella sola, tu ed io ci sfioriamo senza pelle, penetrandoci totalmente. Torniamo a essere ciò che siamo.
Non c'è un ruolo. Tutto è naturale, carne che si scioglie nella carne. Unione.
Quello che non pare esistere nel mondo reale, esiste comunque in noi. Noi siamo. Saremo.
Vivi, sempre. Ognuno nell'altro.
Come tu in me. In profondità, in ogni respiro, nel mio ossigeno. Nel sangue.
Il resto è solo amore.

19.2.14

Finalmente on line

Il mio ebook: " Gli attimi in cui Dio è musica" pubblicato da Lettere Animate è on line...
Su Amazon
Su Bookrepublic
e sul sito di Lettere Animate...
Il prezzo è irrisorio, solo € 1,99, una colazione...
Potete acquistarlo e farmi sapere che ne pensate...

Eccolo!!!

Tra pochi giorni sarà disponibile sui maggiori store on line, il mio primo romanzo.
Ne ho parlato tante volte, ne avrete già la nausea. Ma sono fiera che ce l'abbia fatta a uscire così com'era, perché non è un romanzo facile. Si legge in fretta, non è quello il problema. Il fatto è che non ha il piglio di un best seller, eppure so che ce la può fare. Lui è carino, è leggero solo in apparenza. Nasconde un cuore amaro e un cuore sognante insieme. Tra le righe, nelle giornate di nebbia che sembrano tutte uguali, ci sono storie sussurrate e sofferte. Voi provateci...
Vi dirò appena posso dove potete trovarlo... manca poco.
Intanto ha già una sua pagina Facebook.

13.2.14

L'esatto contrario del Principe Azzurro



Ci sono uomini - uomini, vabbè - con le sopracciglia ad ala di gabbiano.
O quelli sempre in tiro, quelli sempre pettinati, sempre lampadati, vestiti firmati. O quelli che lasciano scie di profumo che manco uno sfigato cascato per sbaglio in una cacca di mucca...
Quelli che vogliono apparire sempre a posto, ordinati, puliti, al meglio. Niente in contrario, non del tutto. Il mio senso estetico ringrazia sentitamente quelli che, così, non appaiono artefatti. Volutamente interessanti.
Niente è più orrendo di qualcosa di artefatto, soprattutto quando ci sono milioni di caratteristiche particolari a formare un uomo interessante. Un uomo può esserlo anche senza la cura maniacale dell'aspetto.
Poi ci sono uomini che se ne fregano.
Non trasandati (nemmeno volutamente trasandati, perché sono artefatti pure loro), ma nemmeno ansiosi di apparire meglio di ciò che sono. Puliti, ma non lucidati come argenteria. Non stazzonati, ma volutamente easy-abbigliati. Pantofole, tute da ginnastica, un po' randagi. Quelli a cui non importa apparire fighissimi.
Quelli che ti dicono "io sono questo qui, tutti i giorni". Non il giorno in cui ti conosco e ti porto fuori a cena sperando di fare colpo. Sono questo qui, questo ti troverai davanti ogni mattina se decidi di stare con me. Un giorno ho la barba da fare, un giorno giro per casa in pigiama, un altro giorno mi vesto da uomo normale. Questo sono e sarò ogni giorno. Ma sono io.
L'esatto contrario del Principe Azzurro.
Ci sono donne che cercano l'uomo che le salverà da un futuro di immenso grigiore. Il futuro.
Ci sono donne che credono nella magia. O nell'illusione che qualcuno che le possa salvare esista davvero. Che quel qualcuno debba per forza arrivare su di un cavallo bianco e bardato a festa. Lui - e pure il cavallo - scintillante e bellissimo miraggio. Quelle che scambiano le sabbie mobili per un terreno saldo e ci piombano dentro con entrambi i piedi, senza accorgersi del pericolo fino a quando sarà troppo tardi.
Ci sono donne che non credono alle stronzate romantiche. Donne che non hanno bisogno di uno che le tiri fuori dal grigio, perché il grigio nemmeno lo vedono. Il futuro non esiste. Solo un presente denso e colorato.
Donne che non vogliono fiori - ma cioccolatini sì - e che la magia la creano da sole. Senza illusioni.
Che riescono a vedere l'insidia di un terreno perfetto e troppo liscio per essere naturale.
Ci sono amori che nascono malati. Che nascono dall'illusione che esista un Principe.
Dalla necessità tutta femminile di dare all'amore romantico l'esclusiva della felicità.
Quella che ci porta a scegliere l'uomo vestito da principe senza accorgerci che non è l'uomo che vogliamo davvero.
Alla fine credo che vogliamo un uomo. Solo un uomo. Non uno qualsiasi, certo. Vogliamo quello cui apparteniamo da sempre. Quello che saprà farci battere il cuore anche in ciabatte. Cosa non facile, perché noi donne abbiamo un nostro senso perverso dell'estetica, per cui l'uomo se ascoltasse noi sarebbe perennemente un manichino di un negozio d'alta moda. Invece l'uomo vero è altra cosa.
L'uomo vero è l'esatto contrario del Principe Azzurro, solo che non rendendocene conto ci rendiamo grigio il futuro e invivibile il presente.
Buon San Valentino a tutte!

10.2.14

Intervista nuova

Per chi avesse voglia, una breve ma intensa intervista da parte di Linda Bertasi, autrice e grande lettrice.
La trovate qui...
(anche se le vignette non sono del tutto adatte all'occasione...)

9.2.14

Nella tana del Gianconiglio

Non c'è pace per i nostri muri.
Qui al settimo cielo le tregue durano sempre molto poco, o forse siamo fortunati ad avere tali distrazioni. In fondo rendono imprevedibili le nostre notti. E qualche mattina.
Non abbiamo fatto in tempo a rimpiangere Joey Trivella che nella casa a fianco è comparso Gianconiglio. Comparso per modo di dire, ovvio. Perché si sa che gli animaletti selvatici non amano farsi vedere dagli umani. Infatti affittano mansarde da usare come pied-a-terre e stranamente li si sente muovere di notte.
Così, mentre per cambiare cercavo di fare le mie revisioni a "Gli attimi in cui Dio è musica" per consegnarle al più presto all'editore, un rumorino improvviso mi ha distratta.
"Ecco, ci siamo." Mi son detta.
E ho teso l'orecchio, curiosa. Perché so che prima di vederlo, lui deve avere un soprannome.
E da quanto ho sentito, purtroppo, non c'è gara con il mitico Joey. Resterà per sempre nel mio cuore, il buon giovane. Niente terremoto o timore che il muro ceda sotto ai colpi vibrati.
Avendo una mente che funziona per immagini prima che per pensieri pensati, ho subito rivisto un personaggio conosciuto in una biblioteca e con cui ho trascorso una serata in birreria (non da sola, ovvio) tempo fa. Ho osservato, nella mente, il suo modo di fare. Con la mia amica Fata lo avevamo soprannominato Coniglietto Tatuato, immaginandolo impegnato in rapidi amplessi consumati per il solo suo piacere personale (non c'era spazio in quell'ego per dare piacere ad altre) possibilmente in qualche bagno di qualche locale, con una povera ammiratrice incantata.
Ergo (oggi sono acculturata, non so perché), l'immagine del coniglio si è associata al povero vicino di casa.
Gianconiglio, appunto.
La sua tana probabilmente sarà confortevole e accogliente, non lo saprò mai - per fortuna - ma di sicuro avremo ancora da divertirci. E io che immaginavo di godermi un minimo di pace in attesa di una nuova Lady Giuliva scatenata e lirica...
Niente, e così nemmeno i suoi uomini, quanti fossero non s'è mai capito. Mi tocca il Gianconiglio. Chissà se a mangiare... o a bere...
Oddio, Alice... Fuori da questo corpo!!! Non c'è spazio per ulteriori fantasie... la realtà è già abbastanza.
E qui la realtà è sempre molto colorata.

7.2.14

Variazioni sul tema

Che l'amore sia il mio tema, si sa.
Che io ami solo in modo insano anche. Che febbraio sia il mese dell'amore, pure. Che io ami scrivere è ormai più che noto; che io ami scrivere d'amore insano e che siamo in febbraio è lampante.
Quindi.
Assolutamente senza un senso e un motivo posso dire che mi sono accorta di essere cambiata, ancora. Un anno misteriosamente mobile, questo.
...mente, ... mente ... mi viene in mente la testa.
La testa. Quella è la sola cosa che conta. Presa quella si prende il tutto.
Il mio romanzo "Gli attimi in cui Dio è musica" è in fase di editing e revisoni varie, sarà presto un e-book venduto ovunque in rete. E non so, anche se non raggiungessi un numero enorme di copie non sarebbe importante, non quanto il fatto che qualcuno, finalmente abbia creduto in me, in lui, in noi.
Noi.
Tre lettere insieme che sono un tutto. E il tutto è casa e casa è amore. Quindi si torna al tema.
E al fatto che revisionare un testo proprio è complicato. Lo si legge con occhi altrui e lo si trova orrendo. O anche no, ma non lo si ama come prima.
Un po' come quando il principe azzurro ha i calzini bucati. Quando la magia se ne va. Quando invece no.
E la revisione de "Gli attimi..." procede, così pure la collaborazione con "Gazzetta Torino", così pure la revisione dell'altro romanzo e i consigli di uno pseudo torneo. E tutto procede svelto e cambia come me senza che io me ne renda conto tranne quando poi mi ritrovo a cantare.
E, pensando a un qualcosa di "forte" da postare, mi rendo conto che non desidero più morire presto. No, desidero un futuro. Un futuro, io.
Che ho sempre pensato fosse un "tempo imperfetto", non adatto a me. Non adatto al mio sentirmi fuori luogo. Invece ora una casa ce l'ho. Casa, amore in senso di calore, pienezza, sogno, nuvola di ovatta in cui nascondersi e perdersi in un bacio.
E Silvia e quella sua strana compagnia di scrittori che scrivono scomposto e che amo, perché non sempre tutto deve avere un senso e spesso quando il senso non c'è si trova la felicità.
Altra cosa a cui non mi capitava mai di pensare e invece, oggi, ieri, la settimana scorsa...
Insomma...
Io non sono più l'angelo della morte, io sono viva. Sono viva. Sono viva.
P.