29.9.09

Pranzo fuori

"Se ieri era aperto andevamo dal kebabbaro. Mangevamo qualcosa al volo e parlevamo dei tuoi problemi."
"Eh, sì."
Certe volte mi sento aliena, proprio tanto.
Non so se appartengo a questo mondo, se sto solo sognando o sono imprigionata in un universo parallelo. Mi spaventa essere così fuori, anche se so che sono io stessa che me ne tengo a una certa distanza, per non farmi coinvolgere. Per non farne parte.
Certi sogni sono davvero terribili. Altre volte lì dentro è tutto più bello. Che quasi ci vivrei di sogni, se fosse possibile. Anche i miei sogni strani, quelli in cui ci sono i mostri e non riesco a telefonare.
Sono fuori. Mi ci sento, me ne vanto.
Mi approprio delle parole e le riscrivo. Ora sono immersa in una lettura interessante, scrivo una scrittura che mi piace...
Uso le mie citazioni incolte per pormi domande. E pranzo fuori, qualche volta.

28.9.09

Ecco...coincidenze sentimentali bizzarre

Mi basta uno sguardo.
Ci sono quegli occhi che mi rapiscono. Non so come, mi ci perdo. Tanto che non vedo subito la persona che c'è intorno. Quelli che ti trasmettono un non so che e che ti tolgono il fiato.
Non dico che siano necessariamente begli occh
i. Non è questione di colore, di taglio. Più che altro una questione di cose che dicono solo muovendosi.
Mi sono innamorata molte volte in questo modo. Almeno le volte "irreparabili", quelle che faticano ad andarsene, che non mollano, che potrebbero durare in eterno.
Così è successo mentre lo guardavo.
Quelle piccole rughe quando sorride, il modo di so
cchiuderli quando qualcosa non lo convince, quello in cui si muovono quando sta per dire una stronzata.
Mi ha rapita. Semplice. Occhi, viso e labbra.
E che labbra. Insomma, l'ho già detto che per quelle labbra lì potrei uccidere.
Però scoprire che compie gli anni lo stesso giorno di mio marito...


23.9.09

Notturno

Niente, niente, niente,
non una foglia,
nemmeno un alito di vento.
Solo questo
respiro pesante,
questa fatica, dolore.
Questa assoluta
mancanza di senso,
questo vuoto che lasci.
Non posso, non posso
nemmeno chiudere gli occhi
senza rivedere il tuo viso.
Il tuo corpo,
gli sguardi, la voce,
i sorrisi e i piccoli gesti.
E nella notte
i tuoi baci, le carezze,
le parole non dette.
Quello che vorrei,
notturno,
è il riposo da te.

20.9.09

In volo

Le mie esperienze migliori di volo sono quelle che faccio nei sogni.
Luna piena, boschi, stelle, falò. L'aria sulla faccia, solo il pensiero a muovermi. Mi sento libera, viva. Oggi devo dire che anche nella realtà la cosa comincia a piacermi.
Sento il decollo, non ho paura del vento, delle virate, dei tremolii del mezzo. Mi piace passare basso sulla pista, non atterrare e vedere il terreno che si allontana dinuovo.
Adoro guardare giù. I mille canali che irrorano la campagna, con le loro infinite tonalità di verde argentato. I fiumi, le strade, i trattori che lavorano, i cavalli e le mucche.
I campi sotto di noi sembrano un enorme patchwork di velluti marroni dorati, bruciati, tenui e di verdi chiari, smeraldo e scuri.
Le nuvole passano vicine e sembrano enormi ciuffi di zucchero filato. Le montagne non sono più così distanti.
Forse non arriverò mai ad apprezzare in pieno il mezzo meccanico, ma di sicuro ci sto prendendo gusto. Mi diverto, canticchio canzoni jellate sottovoce e continuo la mia solita ricerca di cimiteri da guardare da lassù...

19.9.09

Da piangere

Quando la famosa ginocchiologa/endocrinologa mi ha dato la dieta da seguire mi è preso un colpo. Al di là delle milionate di cose che non mangio normalmente, la sola idea di ingurgitare tutta quella roba mi faceva impressione. Io non ho mai fatto un pasto completo vero e proprio, se non qualche volta al ristorante. Ma nemmeno lì, non sempre. Spesso dopo gli antipasti e il primo io son piena.
Per lo spavento ho preso (non perso proprio preso) un kg, dalla sera alla mattina.
E mi son pure massa a piangere, perché sapevo che non ce l'avrei mai fatta a farla così come stava scritta. E agli orari sbagliati, tra l'altro.
Vado a elencare.
Colazione: 200 di latte e 3 fette biscottate, al massimo caffè senza zucchero in più.
Merenda: 100 grammi di frutta oppure 10 grammi di crackers (1 e 1/2 in pratica).
Pranzo: 70/100 grammi di pasta, 150 gr di carne (o 200 di pesce), 150 gr di verdura, 100 gr di frutta. Se mangio pane (40gr) la dose di pasta è la minore.
Altra merenda: 1 yoghurt magro bianco oppure 1 bicchiere di latte
Cena: 100 gr di prosciutto cotto (senza grassi) o crudo, o bresaola, o 60 gr di formaggio magro, o 1 uovo sodo; 150 gr di verdura e 100 gr di frutta. Pane 40 gr.
Spuntino: 1 bicchiere di latte.
Fin qui sembra una roba normale. Ovvio che il latte dev'essere scrematissimo, che non posso bere succhi di frutta o alcoolici o bevande gassate, che se devo dolcificare devo usare l'aspartame, che la carne dev'essere magra, che il pesce pure, al massimo si condisce con un cucchiaino d'olio a pasto, pasta e pane possibilmente integrali, insomma le solite indicazioni dietetiche.
Problema 1, ero abituata a mangiare meno.
Problema 2, la mattina normalmente ho una fame da Biafra, poi mi passa a pranzo
Problema 3, la frutta mi fa orrore quasi sempre, la mangio quando ne sento necessità.
Problema 4, 150 grammi di insalata li mangio in 3 giorni.
Problema 5, la carne pure non mi fa impazzire.
Problema 6, il latte bianco stessa cosa che la frutta.
Problema 7, la verdura che mi piace è assai poca.
Con qualche stratagemma ce l'ho fatta, per un anno e mezzo. Usavo la verdura più pesante (pomodoro, carciofo, peperone) per raggiungere il peso giusto. Spesso non mangiavo proprio 150 grammi di carne. A volte mangiavo una mozzarella invece di mezza. Qualche volta vaffanculo e mangiavo un dolce.
Ho perso 17 kg e adesso non posso più vedere il prosciutto cotto se non nei toast. Qualche volta non mangio nemmeno la pasta, la frutta continua a non piacermi, di insalata se ne mangio 45 grammi per volta è già tanto.
Però ogni volta che mi parlano di dieta mi viene male. Mi ricordo come mi son sentita. Certo, molte persone trovano questa dieta restrittiva, per me era esagerata. Troppa roba da mangiare. Tutta insieme, tra l'altro. Che dopo pranzo ci mettevo una vita a riprendermi. E a pranzo mi sforzavo a mangiare.
Ci sono persone che ancora si stupiscono che mangiando così poco io sia un po' troppo sovrappeso, eppure è così. E questa è una dieta che ha funzionato. Quella fatta da un dietologo apposta per me l'ho seguita per un mese, non ho perso un grammo e non mi reggevo in piedi.
Devo ancora capire come funziona il mio metabolismo. Di certo aver smesso l'attività fisica d'un botto non ha aiutato, ora comunque anche se vado in palestra 3 volte a settimana non dimagrisco proprio...
Forse non c'è niente da fare, magari dovrei solo accettare di essere diversa da una volta e non proprio come vorrei. Forse.

18.9.09

Si cambia tanto...

... per restare gli stessi.

Sera d'agosto, in auto dopo una bella giornata con gli amici lassù tra i monti. La mia amica Cri abbraccia i nostri sedili mentre aspettiamo di veder emergere l'auto degli altri dalla stradina stile Camel Trophy.
La conosco da 34 anni, che se ci penso mi viene male. Lei sa quasi tutto di me. Abbiamo passato insieme abbastanza tempo da capirci al volo. Di quelle cose che basta uno sguardo. Parliamo di uomini. Di questo e di quello e di quanto i gusti cambino relativamente.
Ci ritroviamo a fare lo stesso triste ragionamento. Da quando avevamo 15 anni ci piace lo stesso tipo di ragazzo.
1) ho detto ragazzo, non uomo.
2) non che ci piaccia lo stesso tipo a entrambe...
A 15 anni mi piacevano i ventenni (normale), fisico asciutto, carucci, divertenti, un po' cazzoni. Vivaci. A lei leggermente diversi, ma sostanzialmente ventenni.
Ora mi fermo a guardare lo stesso tipo di ragazzi. Giovani, fisico asciutto, carucci, divertenti e un po' cazzoni. Fondamentale che siano cazzoni.
Quelli intelligenti, intellettuali, pieni di ideologie, utopisti non mi piacciono.
Eppure di tempo ne è passato...
Da quel punto di vista non sono cambiata. Pure lei, dice. Si gira per lo stesso tipo di ragazzi per cui si girava allora...

I miei gusti si sono ampliati, certo. Riesco a farmi piacere anche i miei coetanei. Alcuni miei coetanei per la precisione. Raramente trovo bello qualcuno che abbia più di 5 anni più di me. Se ci penso a volte mi fa un po' schifo l'idea di un compagno over 50.
Lasciamo da parte mio marito che come me ha la fortuna di dimostrare meno della sua età e che prima che dimostri 50 anni ne avrò 50 io...
Davvero, mai avuto la cotta per il prof delle superiori o dell'università. Mai ambito al professionista affermato, mai girata a guardare il brizzolato di turno (a meno che non avesse 20 anni e una certa predisposizione genetica all'imbiancamento).
Insomma, dopo tutte le mie esperienze, dopo l'acqua sotto ai ponti, resto sempre la ragazzina di allora. Ho davvero fatto tutta questa strada per rimanere qui a sorridere ogni volta che vedo Dean in tv?

12.9.09

David

Questo è David, è nel mio nuovo romanzo, quello che sto scrivendo in questo periodo. Non fatevi ingannare, però. Lui NON è così buono...
(ovviamente è un lavoro per photoshop!)

Premonition

Nel sogno il telefono squilla, forse pure a lungo.
Rispondo, quella telefonata la stavo aspettando. Mi dicono :"lo abbiamo trovato". Il cuore batte all'impazzata. Continuo a chiedere: "Ma vivo o morto?". Nessuno mi risponde, dall'altra parte c'è solo il silenzio.
Mi sveglio. Il sogno è ben chiaro nella mia mente.
Il mio migliore amico (ed ex fidanzato) è sparito da quasi una settimana, all'estero, dopo aver comunicato l'intenzione di suicidarsi. Io sto male già da prima. L'orribile sensazione che debba succedere qualcosa di brutto mi tortura da almeno 15 giorni. Cerco di pregare, ma piango in continuazione. Perché lo so che pregare non serve a evitare le cose, serve solo ad affrontarle meglio. Poi questo sogno.
La mattina all'università sono nervosissima, scatto per un nonnulla. Parlo con una amica, le racconto tutto. Lei cerca di calmarmi, è solo un sogno.
Dopo pranzo rientro a casa. Il telefono squilla.
Lo hanno trovato.
E' morto.
Poi non ditemi che non mi devo preoccupare di cosa sogno...
(P.S: Il tutto è ormai accaduto almeno 14 anni fa, quindi non preoccupatevi di come sto oggi. Io sto bene)

9.9.09

Miii, non ci posso credere

Oggi 9 anni dalla cerimonia buddica; 9 anni, 3 mesi e una ventina di giorni da quella civile.
Dieci anni e una ventina di giorni che conosco il mio pilota preferito.
Non ci posso credere e non ci avrei nemmeno scommesso. Testa di c... come sono.

7.9.09

Non è amore, ma mi piace lo stesso

Non può essere amore. Certe passioni vengono una volta sola nella vita, se proprio si è fortunati due. Lo so che questa non è una di quelle. Ma non importa.
So che mi piace, però.
Cambiare la prospettiva da cui si vede il mondo. Essere un tantino in balia del vento, come nei miei sogni, solo che qui sto dentro a un abitacolo piccolo piccolo, mentre nei miei sogni è solo il corpo a volare libero nell'aria.
L'ultraleggero mi piace in qualche modo più che l'aereo medio. Non è la prima volta che volo su qualcosa di piccolo. A diciassette anni ho fatto un bel giro su un Cessna, tenendo anche la cloche per un poco. Ma non era tutta 'sta cosa.
Qui la cloche non l'ho tenuta e non mi interessa. Ho capito da tempo che guidare non fa per me, nessun mezzo mi è così tanto caro da farmi superare lo sforzo enorme che guidare mi comporta. Stare attenta a mille cose senza vedere intorno che c'è.
Invece ieri, seduta lì, mi son goduta il mio paesaggio da una altezza non eccessiva. L'abitacolo era caldo, unico difetto. L'aria del piccolo foro quasi non mi bastava, ma ce l'ho fatta. La prossima volta temo sfoggerò un costume da bagno...
Un volo verso l'inquapo pavese (perché non era oltre al Po, in effetti), come lo ha definito il mio consorte pilota. Vento contrario, si ballava un bel po'. I colori dei campi accentuati dalle lenti marroni dei miei occhiali da sole, quei dorati che tanto amo e quei mille verdi diversi. Il brillante e argenteo luccichio dei canali, dei fiumiciattoli, del Po con le sue rive sabbiose.
Un atterraggio non proprio soft e un pranzo tutti a un tavolone, piloti con piloti e donne al seguito, una cosa un po' da film. Cameratesca. Insieme per passione aerea. Gente che arrivava un po' da ogni dove solo per il piacere di trovare dei simili.
E il ritorno, vento favorevole, passando accanto alle due torri di raffreddamento di Trino Vercellese. Brutte e visibilissime e al contempo enormi monumenti alla nostra pochezza.
Una sosta tra amici, un po' di benzina, il rientro all'hangar. La pulizia del mezzo, secchio e spugne, come con un cavallo. L'odore di benzina che ti resta in testa ( e un po' di nausea che l'accompagna), poi tutti che arrivano, si parla, si ride, ci si racconta di tutto. E si combina per cena.
Piloti e famiglie. Una giornata lunga, a modo suo.
Per non smentirmi mai del tutto mi rendo conto che ad attirare il mio sguardo, anche da lassù, sono spesso i cimiteri. L'occhio li trova automaticamente e rimpiango di non avere la macchina fotografica. Ma è meglio guardare, imprimere tutto nella memoria e sorridere anche quando tutto questo non c'è più e la vita torna quella di ogni giorno.
No, non è amore. Non può esserlo, non questo mezzo che è troppo meccanico per essere mio. Vorrei le ali mie, non un motore, per esser certa di amare questa cosa.
Ma mi piace, mi commuove sapere che aspetto ha la collina di Torino vista da lassù...

5.9.09

Il tempo delle medie

Terza media, un giorno qualsiasi di una settimana tardo primaverile.
La prof di inglese, per tutti una arpia tranne che per me, procede con le interrogazioni.
"Flora - dice - vieni tu?"
Lei si alza e va alla cattedra. Non ne azzecca una, un po' perché l'inglese non le piace, un po' perché il giorno prima era a casa mia e abbiamo fatto qualsiasi cosa tranne che studiare. La prof la sgrida, le mette un votaccio e le chiede spiegazioni.
"Ieri sono stata tutto il giorno da Paola. - Dice Flora."
"Bene. - La prof mi guarda con un pizzico di odio. - Allora, Paola, vieni tu adesso?"
Vado alla cattedra e non so come le racconto tutta la lezione in inglese, quasi a memoria, senza aver fatto più che una breve lettura la sera prima. La prof, non soddisfatta, mi chiede altro.
Risultato: 8

Mica l'ho fatto apposta. Io non avevo studiato. Ma farlo capire in giro era complicato. Io, a loro, mica stavo simpatica. E loro a me nemmeno. Tranne qualche piccola, rara eccezione.

Non chiedo mai com'era la sposa...

C'è poco da fare, non capisco i matrimoni.
No, forse sarebbe più corretto che non mi piacciono i rituali in genere, quelle cose da cui devi passare in quel modo lì e non in un altro. Non tanto per il mio essere un pochetto Bastan Contrario (detto torinese, soprattutto), quanto perché trovo insopportabile l'obbligo di fare le cose in un modo predeterminato, dettato magari da regole che non condivido.
Detto tra noi, il mio matrimonio ideale era in comune con testimoni e al massimo genitori o qualche amica/o. Niente regali, bomboniere, inviti, ricevimenti, balli, cravatte, abiti bianchi, album di foto...
Le cose non sono mai come te le immagini, ma devo dire che il mio matrimonio (tutti e due il mio matrimonio - comune e buddista) è stato abbastanza fedele all'idea originale.
Le spose non mi interessano. I vestiti bianchi, per quanto belli, li tingerei e li userei per altre occasioni. Li trovo inutili, privi di significato. Modaioli.
Perché il matrimonio va fatto in bianco, ci vanno i fiori, bisogna lanciare riso, tagliare torte e cravatte e chi più ne ha più ne metta. Bisogna pensare alla lista nozze, obbligare persone a sorbirsi la cerimonia e tenersi oggetti costosi e generalmente brutti, un pranzo troppo lungo e spesso non eccezionale. Le foto, che già son noiose da fare, figuriamoci a rivederle...
E non capisco la curiosità, la gente che esce dai negozi per guardare la sposa uscire. Vedere com'è vestita, pettinata, se sorride, su quale macchina sale col consorte. A me basterebbe sapere che è felice, ma per questo non serve vederla o chiedere com'era l'abito. Paragonare quello di un'altra al suo, confrontare modello, taglio, nuance di colore (bianco ottico, panna, latte oppure avorio, albicocca, fior di pesco...), pizzo o seta, con o senza manica, con il velo lungo o la veletta...
Insomma, che palle!
E poi, voglio dire... come sarebbe : "E la sposa, era bella?"
Sì, forse in un momento felice uno è più bello del solito. Ma sarà poi questo che conta? Questo e la quantità di invitati, di regali, bomboniere e quant'altro? Forse il rito del matrimonio non ha molto a che fare con queste cose, non dovrebbe. Mi chiedo se la cosa dipenda dalle persone stesse, dalla società in cui viviamo o da che altro.
Un'altra occasione per sentirmi un po' fuori dal mondo.