6.2.16

Una piccola storia delle mie

Uscito ieri in versione digitale, il mio "Addio a Bodhgaya" è nato come un racconto e invece è diventato un romanzo. Brevissimo, ma romanzo. L'intento, iniziando, era di raccontare Bodhgaya: il luogo in cui il Buddha ha raggiunto l'illuminazione, seduto nella posizione del loto sotto a un albero di Pipal (un "ficus religiosa", mica a caso). Il racconto doveva essere di viaggio, facilitato dal fatto che sono stata lì con mio marito nel 2010, poi è arrivata Arianna - la protagonista - che era tornata a Bodhgaya per un motivo tutto suo.
Scrivendo di lei, da subito, ho sentito che qualcosa di profondo l'aveva portata lì. Non avevo idea di cosa fosse. Lucas è arrivato in punta di piedi ed è rimasto fino alla fine. Modificando il mio piano originale e impregnando della sua assenza tutto il racconto.
Non è stato semplice. L'India, che ho visto più volte in età diverse, è sempre stata il luogo del mio cuore. Un paese interessante, con una cultura millenaria e una popolazione smisurata. Tanto magnifica quanto difficile, in tutto. Le condizioni di vita, il clima, la povertà, il territorio immenso. La sua storia.
Per molti è meta di viaggi della spiritualità, io non ho mai cercato quel tipo di radici laggiù. Ci ho trovato la Vita. Quella naturale, senza i nostri fronzoli e senza le strutture occidentali. Con tante storture, con tanto dolore e tanta disperazione. Bello e brutto, vita e morte, un equilibrio precario costante.
Non è stato semplice anche per motivi personali. Non che Arianna sia il mio alter ego nel romanzo, la mia storia è molto più normale.
Quando ho firmato per la pubblicazione, "Addio a Bodhgaya" era più corto. Ho deciso di aggiungere alcuni dettagli per renderlo ancora più vivo e questo mi ha un po' svuotata. Nel momento in cui avevo scritto la parola "fine" ero convinta di aver chiuso Bodhgaya nel suo cassetto e tutti i ricordi con lei. Invece ho dovuto riaprire e rivedere luoghi, il che è stato davvero faticoso.
Ora, però, è finito, è chiuso e viaggia per i fatti suoi. E la cosa bella è che ha già il suo posto in classifica su Amazon (che scenderà inevitabilmente, ma son soddisfazioni comunque) e che nella prima recensione la lettrice spera in un seguito. Ecco, quello credo che non ci sarà. Non c'è bisogno. Ho altre storie da raccontare e altre pronte per essere lette. Per cui vado avanti con i miei progetti e piano piano chiudo tutto.
Per questo romanzo in particolare ho anche scattato io la foto della copertina. Sullo sfondo c'è un particolare di un mio quadro (che poi raffigura il Buddha), la foto della bambina l'ha scattata mio marito a Delhi e ne parlo nel romanzo perché è una foto che, intera, ha dello spaventoso.
Io spero che il tutto, dalla copertina alla dedica, al contenuto, vi piaccia. Perché dentro c'è un altro piccolo pezzo di me e perché penso sia un punto di vista differente, il mio, riguardo a un sacco di cose.
Se per caso passate da lì e lo leggete, fatemi sapere che cosa vi ha fatto sentire. Ci tengo.