24.8.11

Delle cose che faccio e di quelle che farei

Vorrei imparare a tirare con l'arco, a sparare con la pistola e a maneggiare spada e pugnale.
Non per difesa o offesa, giusto per sapere cosa si sente. Mi piacerebbe più di ogni altra cosa. Un po' come mi piaceva la fitboxe, che senza picchiare nessuno mi sentivo bene, forte e tranquilla.
Ci pensavo oggi mentre leggevo il libro di Miki Monticelli (è uno young adult fantasy, ma bello bello) e mi venivano in mente le pagine Facebook di Laurell K Hamilton, che va a sparare davvero e che è simpatica, matura il giusto ma ancora giocosa. Mi è venuto in mente Clive Barker che va ad assistere alle autopsie per "divertimento". Insomma, se si scrive di un mondo bisogna sapere come si vive in quel mondo. Anche se è un mondo inventato.
Vorrei avere il tempo di fare queste cose, averne anche il coraggio e la costanza di imparare davvero.
Mi piacerebbe poter diventare uno dei miei personaggi. A piacimento.
Vorrei che fosse possibile diventarlo pian pianino.
Intanto scrivo. Cose che mi tengono sveglia la notte perché sono personali. Lo so, avrei dovuto finire prima una cosa, ma fa troppo caldo e quello che scrivo viene giù a goccioloni. Il che è ben diverso dalle note che vengono giù quando mi metto a parlare di Jane e del suo mondo, soprattutto ora che la storia volge al termine e che mi piace. Quanto mi piace.
Ma c'è qualcosa che cambia davvero, obbiettivi più chiari e quel morso che mi ha messa in moto già una volta: Forse la passione è rinata, forse sono tornata a vivere, forse sono libera di essere chi voglio essere adesso più di prima, più di un anno fa, più che mai.
Mi sono resa conto che davvero qualcosa è cambiato e che non importa se per ora lo vedo solo io.
Si fotta, il mondo.

1 commento:

monicabionda ha detto...

uh. bene. sembra che davvero qualcosa stia cambiando. e mi sembra che sia buono.
io dalla fine della prossima settimana sarò a casa, invece. :) solidarizzo con Fabri: sono diabetica pure io - speriamo solo per due mesi!