22.8.11

Apologia di amore insano, ovvero...

Twilight e la meraviglia dell'essere adolescenti.


Traggo ispirazione dalle recenti e inutili comparazioni tra le saghe di Harry Potter e Twilight, che a mio avviso nulla hanno in comune tranne l'antipatia di fondo dei protagonisti principali.
Il mio pensiero va alla saga dei vampiri più redditizia del mondo e a quello che mi ha lasciato dopo una accurata lettura e dopo la visione di ogni film che è stato tratto finora dai romanzi della Meyer. Premetto: io adoro i vampiri. Chi mi conosce lo sa.
Per questo quando ho letto Twilight ero certamente ben disposta. Mi piacciono le storie romantiche, anche. Il libro, primo della serie, mi ha lasciato addosso la sensazione di essere tornata a diciassette anni, di poter provare quel tipo di amore ancora adesso che sono una persona adulta (almeno anagraficamente).
Bellissimo quando nel nostro respiro non c'è altro che il desiderio di un altro essere umano, quando ciò che sentiamo è così forte che ci sembra indistruttibile, giusto e meraviglioso. Cosa che normalmente non è.
A quell'età mi sentivo così ogni volta. Mi piaceva sentirmi così, mi dava una forza che altrimenti non sentivo. Leggere Twilight mi ha riportata a quel sentire, mi ha fatta reinnamorare dell'amore e del romanticismo, perché non c'è niente di più forte di un amore impossibile e niente di più romantico di un amore che sfida la morte.
E va bene, per carità. Va bene a diciassette anni se in più ci si rende conto che si tratta di un libro.
Perché più avanti si va nella storia più si comprende che quell'amore non è sano.
Romantico, sì.
Ma come può essere sano un amore che fa tendere alla morte? Un amore che fa stare male, che fa impazzire, che fa deprimere, rinunciare alla vita? Quale amore sano porta a questi estremi?
Credo sia bello leggere di sentimenti struggenti, immergersi in ambienti e in storie così coinvolgenti. Credo sia bello quel primo libro, una sorta di Giulietta e Romeo versione horror (sempre se non è già horror a sufficienza la tragica storia dei due innamorati di Verona), l'amore e la morte. Il romanticismo puro.
Poi nella vita una farebbe meglio a scegliersi un lupacchiotto innamorato, caldo e vivo.
Credo non sia un modello positivo, per quanto romantico. Credo che l'amore sia una cosa differente, dovrebbe far battere il cuore e non far sperare che non batta più. Non è una questione di anima. Non si perde l'anima per amore. Si arricchisce ogni volta.
Se poi devo anche prendere in considerazione il resto della saga, trovo che al di là dell'idea geniale e della buona scrittura con cui è iniziata sia stata in seguito sfruttata in malo modo. La Meyer è talmente romantica che non riesce a prendere delle decisioni e a deludere qualcuno. Sistema tutti come nelle favole e tutti vissero vampiri e contenti. L'operazione commerciale contro tutto il resto, contro la creatività e contro la realtà delle cose: la vita non funziona mai in questo modo.
Lo so, sto parlando di una serie di libri. Credo che però in ogni cosa che si scrive ci sia la realtà, se non ci fosse non ci catturerebbe. Certo, le occasioni sono inventate, ma una buona storia racconta sempre qualcosa di vero. Altrimenti non funziona.
Il segreto di Twilight è quello di raccontare quel tipo di amore con le parole giuste e con le sensazioni vere che un amore di quel tipo provoca. Il suo segreto è quello di rendere perfettamente l'idea della potenza di quelle sensazioni nella vita di un'adolescente. Di farle rivivere, di farle sognare.
Che è, in definitiva, sia il suo più grande difetto e pregio allo stesso tempo.
(Bisogna comunque fermarsi al primo libro, perché a mio parere tutto quello che segue è inessenziale)

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