24.1.11

Sottile

Ti muovi in me,
mi riempi.
Senza sfiorarmi
togli il respiro,
mi cingi il corpo
e rubi i miei sogni.
Sei in ogni cosa che faccio,
che tu lo voglia o no.
Scritto, inciso, fuso
nel profondo.
Eppure sottile,
scompari dalla vista,
ti neghi all'udito,
quasi non esisti.
Padrone,
veleno, morte;
amato all'estremo.
Sei qui.

20.1.11

Jack, Jane e altri progetti...

Le idee ci sono. Come sempre.
Sono solo troppo stanca per metterle giù e sto perdendo tempo. Perché avrei voglia di immergermi nuovamente nel cupo mondo di Jack e Jane, dei loro nemici, dei pericoli e delle rivelazioni che devono arrivare. Il problema è che le mie idee sono molto più chiare dopo un salto temporale che non posso permettermi di effettuare in questo momento e che è troppo difficile gestire.
Perchè nella mia mente malata da dove ho lasciato a dove vorrei riprendere passa qualche mese, solo che ci sono incontri importanti e rivelazioni fondamentali lì in mezzo. Jane e suo fratello, per esempio. Opposti nel loro destino, vittime allo stesso tempo. Ci sono tre uomini e sono troppi.
Cioè, no. Nell'idea generale ognuno rappresenta qualcosa di diverso ma non per questo poco importante e decidere quale strada prendere è sempre più difficile, perché il mio cuore li ama tutti e tre. Dovrà scegliere la storia, solo non vorrei influenzarla.
C'è un ritorno alla città d'origine da gestire, un conflitto complicato, dolori da affrontare, sorprese. E il finale, da una parte così chiaro e dall'altra volontariamente aperto (fino a quando lo scriverò) tanto che vedo solo l'immagine sfocata dell'ultima scena e non riesco a distinguere o tratti del personaggio che chiuderà la storia.
Avrei voglia di mettermi qui al pc e non staccarmi più fino a che non avrò finito, ma ho troppo lavoro (quello fisso che mi dà da mangiare) e non potrei nemmeno prendermi una pausa per mettere a posto il tutto.
Non solo Jack e Jane, ma anche la raccolta di storie d'amore con il morto che ho buttato giù per il torneo e che non sono assolutamente pronte per una qualsiasi lettura professionale. Lo sapevo quando le ho inviate e ho sempre pensato che poi avrei dovuto rimetterci mano per bene. Anche lì, le idee ci sono ma non posso dare la precedenza a questo progetto. Non voglio troppe distrazioni.
Ho scoperto un tratto di me che dovrei approfondire (e questo non c'entra con la scrittura, ma visto che riguarda me alla fine riguarda anche il mio lavoro) e che però non ho assolutamente voglia di affrontare.
Ho parole che vagano per la mente nelle ore più strane, poesie diverse dalle solite. Le uniche cose che riesco a scrivere ultimamente.
Almeno ho ricominciato a leggere...

14.1.11

Feroce

Nel frattempo
nessuno di noi
ha imparato a volare.
Questo dolore non ha
insegnato niente,
le parole sono scomparse.
Resta, però,
quel senso di urgenza.
Il sordo sentire
che qualcosa
s'è rotto
e il desiderio
di riprendere il sogno
diventa feroce.