11.10.09

In assenza di mito

Quante volte capita di sentire qualcuno che afferma "Tizio è il mio mito!"
Di scoprire che ci sono persone che per seguire i loro idoli musicali vanno fino in capo al mondo, di vedere in tv folle in trepida attesa di un divo hollywoodiano...
Manco a farlo apposta, io non sono una di quelle persone. Non lo dico per tirarmela o fare la superiore. Io proprio non ne capisco il motivo.
Non è che io non abbia scrittori/attori/gruppi o cantanti preferiti. Persone di cui compro libri e dischi o vado a vedere i film. Però nemmeno tutti.
Mi piace Stephen King, in generale. Non tutti i suoi libri sono belli e non sono molto interessata a vederlo di persona nè a chiedergli un autografo (perché mai?).
Mi piacciono alcuni attori, ma non è per la loro presenza che vado a vedere un film che non trovo interessante per trama, regia, genere. Cioè, mi piace Brad Pitt, non per questo vado a vedere Tarantino...
Lo stesso per la musica. Amo i Depeche Mode, ma non li considero dei miti e non sono nemmeno disposta più di tanto ad andare a Milano per sentirli (e in effetti non li ho mai sentiti dal vivo). Mi piace la loro musica, punto.
Credo sia più forte di me. Una volta che li considero come esseri umani perdono molto in interesse. Perché gli esseri umani non sono che esseri umani e gli artisti non sono da meno.
Non che io pretenda da loro la perfezione, solo che quello che c'è nelle loro "opere" non necessariamente c'è in loro.
Il mio senso critico è troppo forte per andare oltre.

6 commenti:

mrzugo ha detto...

Interessante questo post! Forse occorre scindere quello che è fanatismo da fan, da quello che è piacere di seguire artisti in quanto essere umani e conoscerli per quello che sono apprezzando anche la loro arte. Personalmente rientro nel secondo gruppo unitamente alla curiosità di vivere eventi sempre nuovi dal vivo :-D

Baciottoli sorridenti

PaolaClara ha detto...

Sarà che più passa il tempo più sono pervasa dal pessimismo, ma preferisco l'arte senza approfondire troppo la conoscenza personale. Anche se vado a sentire volentieri amici che suonano, non è sempre detto il contrario. Difficile che diventi amica di qualcuno che vado a sentire. Difficile che mi interessi vedere chi c'è dietro. Forse è una difesa, un modo per non restare delusa. Almeno finora ho preferito tenere le cose separate e non avere miti da demolire...

pyperita ha detto...

A me fanno un pò sorridere le folle piangenti quando muore un attore, un artista che non conoscevano ma che amavano. Forse perché penso che il dolore sia qualcosa di non riferibile a degli sconosciuti, ma probabilmente è una mia idea.

PaolaClara ha detto...

Quando sono morti John Lennon, Freddie Mercury e Michael Hutchence ci sono rimasta un po' male. Qualche volta mi sono commossa riascoltando le loro canzoni.
Certo, sapere che uno è morto in modo stupido non è che mi abbia fatto schifare la sua musica, però...
Ma certo non sono il tipo che piange ai funerali (nemmeno a quelli di persone care, non per insensibilità, ma per convinzione che in fondo sia solo un passaggio)
e non mi scotennerei per un cantante morto...

Anonimo ha detto...

un pò si tende a mitizzare un idolo, ciò che piace ed è inarrivabile, ciò che ci rappresenta, ciò che riesce a trasmetterci.
non sempre certo gli riesce.
forse si resta legati all'idea che possa essere sopra agli altri.
chiaro che poi non lo è.
ma alcuni "miti" aiutano anche a crescere.
diverso è poi l'atteggiamento sfrenato ed isterico nel seguirli.
ma quello in effetti è altra storia...
gmai

PaolaClara ha detto...

Ecco, diciamo che in questo caso non sono sfrenata. Il mio senso critico è sempre vigile. Solo che preferisco non mischiare persone e "arte". Le opere voglio sentirle senza sapere nulla di chi le ha scritte. (sì, c'è una doppia negazione ma fa lo stesso)
Diverso è il contrario, per cui mi fa piacere sentire cose di qualcuno che già conosco, perchè se già lo apprezzo come persona con l'arte posso conoscerlo/a più profondamente.