5.4.14

Il gioco dei ruoli


Le maschere che senza scelta indossiamo, il ruolo che ci tocca in sorte e che seguiamo.
L'idea che il proprio viso non possa esser visto senza un moto d'orrore. La verità sfuggita come la peste. Nessuna libertà esiste in questo mondo in cui siamo pronti a giudicare chiunque, qualsiasi cosa faccia.
Catene che legano i pensieri, i gesti e i cuori. Senza possibilità.
Sotterfugi e bugie infinite, anche solo il salutare cordialmente qualcuno.
Fino a che punto l'educazione è maschera? Fino a quando una falsità ci rende facile vivere? Fino a dove ci spingiamo per giustificare il volto sotto alla maschera? Quella cosa orribile che ci curiamo così tanto di nascondere...
Mentiamo talmente agli altri che la nostra maschera ci si attacca sempre più e non possiamo fare a meno di uscire con lei, sempre, perché poi diventa più facile mentire piuttosto che mostrarsi orribili.
Mostrarsi inadatti, confusi, egoisti, stupidi, incapaci, falliti.
Il modello del vincente ha rovinato il mondo. E le maschere che portiamo, che nascondano terribili verità o ci rendano agnelli quando siamo lupi, le portiamo tutti con naturalezza tale che perfino gli occhi hanno imparato a mentire, vuoti e infidi.
Non siamo tutti egualmente uomini e donne? Non abbiamo tutti mostruose debolezze? E grandi amori e passioni, e dolori, e desideri... Ansie e paure, segreti che non vorremmo custodire?
E non sono gli altri, a volte, a porci in viso maschere diverse per ciascuno? Come se non una ma mille volte in più dovessimo mentire, per non deludere il mondo.
Si può mentire al proprio destino?
Ci si possono fare giochetti, forse?
E la scelta di non mentire, di scostare la maschera e mostrare piuttosto carne viva pur di essere liberi... è una scelta possibile?
Si può smettere di giocare e di interpretare ruoli cui non siamo adatti senza che il mondo ci rifiuti?
Esiste la libertà di essere ciò che siamo senza per questo essere dei mostri?

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