8.4.14

Una prigione il sogno



Una prigione il sogno, se al di fuori non sogni più.
Se quel che ne realizzi torna a tormentarti nei ricordi e scopri che non ne vuoi più, di certi sogni che in apparenza allettano i tuoi sensi tutti. Quando non vivi più che per tornare indietro, all'atmosfera strana che vivevi altrove. E poi sorridi e dici che va tutto bene, e menti e giuri che volevi solo rendere reale tutto quanto.
Una prigione il sogno, se dopo il sogno tu non ridi più.
 E ancora dopo non ridi neppure sognando e il dolore si confonde col reale. E il reale non è sogno, ma incubo teso al nulla. Se dopo aver sognato solo di tornare, l'insonnia ti cattura pur di evitar quel sonno. Il profondo abisso che governa il mondo e che lo fa tremare. La morte che avvolge lenta le spire sul cuore.
Una prigione il sogno, se s'allontana piano.
Quando l'assenza si fa presente e il presente è vuoto di un senso. Lento e irreale scompare nella nebbia di qualcosa che fu, avvolto in un velo di preziosa seta ricamata. Se lo vedi andare via senza aver vissuto appieno. Quando scompare, l'ossessione arriva e ti corrode i gesti. Carne e mente insieme. Nel bianco asettico dove tutti i colori muoiono in luce.
Una prigione il sogno se resta a lungo acceso.
Se dura troppo a lungo il voler di più, tanto che nessuna realtà sarà paragonabile a quella e nemmeno quella sarà più potente come un tempo. Quando non viene condito da un tocco, da un pizzico lieve che dica che è vero anche il sogno e che si può sognare il vero, si può avere il sogno. Oppure sognare non serve più e tanto vale spegnere lo stupore in una vita tutta uguale.
Una prigione il sogno, quand'è illusione di una felicità lontana.
Ché non esiste una felicità che non sia dentro e che non sia nel sogno. Nel sogno vivo e acceso d'emozione, in quella cosa che chiamiamo amore. Nel solo dare fino all'osso senza chieder nulla in cambio, nel sorridere di tenerezza avendo niente in mano. Dentro al tintinnare di una risata e in due punti e un asterisco a caso. Ché non esiste una felicità che non abbia labbra per baciare e ridere di gusto. Ché non esiste altro che sia altrove.

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