8.4.12

In the mood for...

In questi ultimi mesi non sogno più le solite cose.
Bene, mi direte voi, visto che di solito sogno omicidi, squartamenti, mostri, guerre e tanto sangue. Invece no. Queste cose mi mancano moltissimo, soprattutto ora che sto riprendendo la scrittura di quel fantahorror che mi complica la vita da un po' e che, guarda caso, nasce da un sogno. O due pezzi di sogni diversi, ma in qualche modo con lo stesso mood.
In uno il mio alter ego (essendo la protagonista del sogno è ovvio che fosse una qualche versione di me), vestita di una tuta molto aderente e scura, con una lunga coda di cavallo castana a imprigionarle i capelli, alzava lo sguardo sentendo arrivare qualcuno. Era qualcuno che amava, di sicuro, ma in qualche modo non era più lui. Aveva gli occhi coperti di quel velo lattiginoso che a volte hanno i morti. Ma era vivo e le diceva di andarsene prima che fosse tardi. E lei non riusciva a far altro che chiamarlo, Jack, anche indietreggiando per scappare.
Il secondo sogno vede di nuovo una ragazza che entra in una stanza in cui le persone cambiano forma continuamente, passando dal normale all'orrendo. Poi il freddo e palazzi grigio-blu, un uomo che si nasconde e che vuole arrivare in un posto senza essere preso.
Bene, insomma. Tutto questo ha un mood suo particolare che musicalmente suona come Pink Floyd, Linkin Park, Massive Attack, qualche brano un po' più pop e un tocco della musica di Prem Joshua.
Il problema principale é che quel mood in questo periodo non è il mio. Un po' perchè non sogno, un po' perché mi sento diversa, forse più combattiva che cupa, forse più viva che morta. Ma questo romanzo lo voglio finire perché è bello. Non solo piace a me (che, vi assicuro, non è facile), ma anche a chi di questo genere non legge mai nulla e che quindi è più propenso alla critica spassionata. A rileggerlo, cosa che sto facendo ora, sembra quasi pronto, senza grosse correzioni da fare, poche ripetizioni, qualche termine da ricontrollare. Niente di più. Scorre, cambia, si evolve, ha una serie di personaggi tutti ben studiati e approfonditi, ha una trama complessa e un finale che è già chiaro nella mia testa e che devo solo scrivere. Solo, appunto.
Che di quel mood lì ho bisogno assolutamente per farlo e non mi viene. Accidenti.

2 commenti:

monicabionda ha detto...

potrebbe essere una bella sfida, riuscire a scrivere il finale senza il supporto del sogno... no? :)

PaolaClara ha detto...

Non è tanto il sogno che manca quanto il mood. Spesso il mood viene dal sogno, ma il più delle volte è mio e autoprodotto. Non averlo è davvero complicato, soprattutto perché questo romanzo mi piace, e non piace solo a me. Se lo finissi avrei già a chi darlo, invece perdo tempo e penso ad altre cose. No buono.