10.12.09

Che...

... alla fine, poi, si sopravvive un po' a tutto.
Ho scoperto che da un po' di tempo a questa parte non ho più paura. Quella paura di vivere che un tempo avevo e che mi faceva interpretare qualsiasi cosa come un segno del destino avverso.
Ma non solo.
Che mi faceva tremare al pensiero di lavorare vent'anni nello stesso posto, tanto che il giorno in cui mi hanno dato il grembiule (sigh!) uguale a quello delle colleghe, ho pianto per tre giorni.
Che mi faceva scappare ogni volta che un impegno prendeva un aspetto troppo vincolante.
Che mi impediva di dire ciò che pensavo o di non parlare quando non ne avevo voglia, per non ferire, o non far sentire a disagio qualcuno.
Che mi faceva alzare ogni mattina con una tristezza nel cuore tale da rendermi pesante qualsiasi cosa.
Che mi dava il terrore chiedere qualcosa per paura di sentire un "no" come risposta. O anche un "sì", a volte.
Che mi faceva rimpiangere di non essere morta già da tempo e che in fondo mi faceva vivere da morta tutti i giorni.
Che faceva sì che ogni timore diventasse realtà, facendomi vivere esperienze che mi hanno segnata, che hanno stravolto anni della mia vita.
Non so cosa mi sia successo.
Credo che sia partito da questa primavera, forse da un po' prima. Crescendo piano. E adesso mi trovo diversa, senza aver fatto sforzi particolari, senza aver posto strani interrogativi, senza aver cercato grandi risposte, senza aver cambiato sostanzialmente me stessa.
Sì, di cose ne sono cambiate.
Ho pubblicato un libricino di poesie, di cui forse sottovaluto l'importanza. Ho terminato un altro romanzo (che piace e non piace, come è giusto che sia), ne sto scrivendo un altro e continuo ad avere idee.
Mi sento più libera. Anche quando mi rendo conto che parte di me ancora aspira all'oscurità. So che una parte di me mi è ancora ignota. Forse la parte migliore, quella che per sopravvivere se ne è stata nascosta per anni. Quella che sogna. Quella che...

3 commenti:

FataMatta ha detto...

A volte i cambiamenti sono "epocali" ed improvvisi, altre volte lenti ed impercettibili, come nel tuo caso, ed un giorno te ne rendi improvvisamente conto...
Non so se la parte migliore di te deve ancora venire fuori, ma posso dirti che anche quella già emersa mi sembra splendida!!!

PaolaClara ha detto...

Prima di tutto arrossisco.
Il problema è che me ne rendo conto dopo eventi traumatici, di solito. E preferirei considerare gli eventi traumatici come parte ormai passata della vitaccia...

FataMatta ha detto...

Temo sia normale, rendersene conto dopo eventi traumatici... è inevitabile fermarsi a riflettere e così se ne prende atto!!!
Ma spero proprio anch'io che gli eventi traumatici sian passati!!!