23.10.11

Piano solo (armonie notturne in città)

La città ha un che di magico nella notte.
Mentre cammino con la mia amica mi vengono in mente milioni di cose e la conversazione sembra schizofrenica, ma mi fa sentire bene. Le strade non sono ancora piene, si riempiono mano a mano che camminiamo e quasi non le vediamo. Siamo prese dai discorsi sulla musica, sull'energia, sui sogni, su quegli sguardi che ti segnano.
Le spiego quel che so della mia città, le racconto aneddoti e buffi episodi della mia vita che emergono da soli mentre incrociamo i luoghi dove sono cresciuta. In ogni senso.
Dove mi sono innamorata, dove ho ballato specchiandomi nelle vetrate, dove non sono mai entrata.
E, come capita con solo alcune delle persone che si incontrano nella vita, lei capisce perfettamente di cosa parlo quando apro bocca.
Che sia questione di emozioni o di linguaggio musicale, o di differenze che si percepiscono.
Ci guardiamo intorno e pensiamo che la nostra generazione è ancora adolescente. Molti di noi sembrano ancora ragazzini, non so se cresceremo mai. Non so se saremo mai dei veri adulti e nemmeno se mi piacerebbe esserlo. No, forse non voglio crescere. Non voglio invecchiare.
Non voglio smettere di pensare che in qualsiasi momento potrei decidere di essere me stessa al 100% e ciò sarebbe folle se io lo facessi da adulta. Perché so che in quel 100% ci sono molti sogni e milioni di altre cose che non si addicono a una vecchia signora.
No, non sarò mai una vecchia signora.
Torino di notte, ma forse ogni città fa lo stesso effetto a chi la ama, porta fuori una parte di me che non esce spesso. Mi sento più viva, più tranquilla, in armonia con tutto e allo stesso presente chiara e lucida.
Il che non capita spesso, si sa.
Così aspetto che Silvia ritorni a trovarmi da Rieti e che finalmente si fermi per più di una notte, per poterle mostrare altri angoli nascosti della mia città.

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