13.10.11

La data di scadenza della gratitudine

Si può fare come a Natale e ringraziare per i doni ricevuti, essere grati finché il dono ci riempie il cuore e compilare una nuova lista dei desideri per cui essere grati la volta successiva?
Si può essere consapevoli di quanto la Vita ci regala senza mettere i paraocchi, senza considerare solo ciò che abbiamo davanti ma restando aperti a ogni nuova opportunità?
Per alcune persone la gratitudine ha una durata infinita, per un dono ricevuto bisogna ringraziare a vita e tenerselo stretto anche quando non ha più significato. Come se una volta raggiunto un obbiettivo non ci fosse motivo per desiderare altro senza essere degli ingrati.
Eppure il cambiamento è quello che fa muovere il mondo.
Se ricevo un mazzo di fiori io sono grata del regalo. Ciò non mi impedisce di gettare il tutto nell'immondizia quando i fiori appassiscono. Allo stesso modo considero le piccole fortune di ogni giorno.
Penso a quanto sono fortunata, dopotutto. Ho una famiglia (piccola e pelosa per lo più), una casa, un lavoro. Posso mangiare, comprarmi le cose di cui ho bisogno, vestirmi, divertirmi, vedere gli amici, comprare una marea di libri e di questo mi sento grata. Quando ci penso, so che la Vita se la merita un po' di gratitudine. Ma poi mi chiedo se ci sia il modo di stare ancora meglio. Per qualcuno io sono un'ingrata.
E può essere vero. Perché io penso che la gratitudine abbia una data di scadenza e che per quanto sia utile sentirsi grati per ciò che si é e ciò che si ha questo non deve fermare la nostra vita, limitarla in alcun modo. Senza questo si perde ogni prospettiva. Solo che fossilizzarsi su un dono ci toglie ancor di più la visuale d'insieme; l'attaccamento ai piccoli benefici ci impedisce di vederne di nuovi, di cambiare, di volare via verso qualcosa di meraviglioso.
Perché qualcosa di meraviglioso c'è. Appena più in là. Qualcosa che tra un anno o due vorremo cambiare, ma che ci farà sentire fortunati ed estremamente grati. Per un po'...

2 commenti:

Mr. Zugo ha detto...

Tema particolare della gratitudine, condivido quasi tutto quanto hai scritto.
Dissento solo sul fatto che cercare di migliorare la propria esistenza, se fatta con coscienza e non per vie o mezzi futili, non è mancanza di gratitudine, ma anzi un modo di rendere grazie a quanto si ha cercando di renderlo ancora più valido crescendo e migliorando.
[chissà se mi sono spiegato]

PaolaClara ha detto...

Zu, io "sfottevo" un certo tipo di persone che per paura del cambiamento si inventano che porti male cercare di migliorare perché bisogna accontentarsi di ciò che si ha e ringraziare il cielo (a casaccio, che sia Dio o chiunque altro nella mente di codeste persone). Per carità, gratitudine tutti i giorni, ma c'è da esser davvero grati ogni giorno per qualcosa di diverso. Altroché...