14.7.11

L'altra donna (o una delle altre)

Più tardi fecero l'amore.
Dopo aver riaccompagnato gli amici il pilota l'aveva portata a casa sua, dove erano stati molte altre volte negli anni passati. Questa volta si erano fermati in salotto, un living con un ampio divano angolare foderato in pelle scura. Non l'aveva mai portata in salotto, prima di allora il divano lo occupava il padre di lui che guardando la tv nemmeno la vedeva passare mentre si infilava nella stanza del pilota, lunga e stretta. La stanza di lui bambino e ragazzino, poi la stanza del "suo" Lui. Ora la casa intera era del pilota.
Lui aveva acceso la tv e si era seduto alla sinistra di lei. La ragazza bionda stava seduta in punta al suo posto, tesa più del solito.
"Perché mi hai chiamata?" Gli chiese all'improvviso. In effetti la telefonata era arrivata dopo la mezzanotte e lui era passato a prenderla circa tre quarti d'ora dopo per accompagnare gli amici.
"Stavamo guardando le vecchie foto ed è spuntata la tua... quella che mi hai mandato nell'88"
"E allora?"
"Mi è venuta voglia di vederti..."
Mtv trasmetteva video che nessuno di loro conosceva. Il pilota la baciò e cominciò a cercare la sua pelle. La ragazza bionda gli accarezzò la schiena dalla pelle vellutata e lasciò che lui l'avvolgesse in quella coltre soffice che erano i suoi baci. Quando lui la baciava niente contava più. I pantaloni blu di lei rimasero sul divano mentre loro lentamente scendevano verso la moquette in un abbraccio unico. La camicia verde petrolio con le sue sfumature grigio-blu non impediva ai riccioli che ricoprivano il pavimento di raschiarle la pelle mentre si muovevano piano.
Poi il buio. I ricci di lui scompigliati e parole sussurrate. E ancora quella domanda. "Perché?"
"Avevo voglia di fare l'amore con te..."
Come se lei non ne sapesse niente di desideri. E del desiderare lui, sempre e comunque.
E ancora dopo, mentre si rivestivano, lei aveva notato una scarpina sotto al divano. Una scarpina di tela, numero venticinque, probabilmente. L'aveva presa e, tenendola tra due dita della mano sinistra, l'aveva mostrata al pilota. Lui aveva sorriso, aiutandola ad alzarsi per poi prendere le chiavi dell'auto. Stava per riaccompagnarla. Come sempre.
"E' di mio figlio." Le disse. Lui non aveva figli. La ragazza bionda lo sapeva, ne era praticamente certa. Dal suo viso era chiara la sorpresa, forse anche il disappunto. "Del figlio della mia donna..." Corresse il tiro. Ma non aggiunse altro. Lei raccolse la sua borsa e fece finta che non fosse importante. Avrebbe pianto a casa, come aveva fatto ogni volta negli anni precedenti, con tutte le donne precedenti, per quelle che sapeva esserci e per quelle di cui nemmeno sapeva l'esistenza.
Nel riaccompagnarla, il pilota cambiò discorso. Non c'erano mai le parole giuste per la loro storia. Quando c'erano non andavano a tempo una con l'altra. C'erano momenti di unione totale o di lontananza incolmabile. C'erano speranze e paure e chissà quanto altro. Non c'era molto da dire, in effetti.
Troppo complicato stare insieme, avrebbe detto lui in futuro. Perché un futuro, ancora, ce l'avevano.

4 commenti:

Easy runner ha detto...

Che ci faccio io qui?
Non chiedere come sia arrivato, stavo correndo in effetti, lungo un tratto di sterrato che guarda il fiume dall’alto.
Il vento del cambiamento deve avermi tirato su come foglia di platano caduta dal ramo.
Tu scrivi che tutto si muove, e questo è il primo comandamento delle tavole del runner, per cui mi sono fermato a leggere.
Ho visto due che stavano sopra e poi sono finiti sotto il divano, e anche qui indubbiamente c’è del movimento.
Ho letto di Micaela e della sua capacità di vedere i cambiamenti d’aspetto.
Attraversato i tuoi mi piace, osservandoli dallo stretto passaggio dietro la cascata.
Posso lasciarti un commento, prima che un altro refolo di vento mi riporti sulle sponde del fiume?
Acchiappano e come, le storie di Clara.

Buon cambiamento allora, e allo stesso tempo che molto rimanga.

Ciao, Easy.

PaolaClara ha detto...

Buona corsa, allora. E se ti capita, passa quando vuoi.
;)

Easy runner ha detto...

Capiterà di tornare Paola, è scontato che i runners memorizzino il percorso e tornino sui loro passi, specialmente quando il luogo visitato merita più che un'occhiata distratta.
Attenderò i cambiamenti allora.

Ciao, Easy Flavio Runner :)

PaolaClara ha detto...

Ciao, li attendo anche io...
Slow PaolaClara...
;)