7.11.10

Sempre

Quello che mi dà fastidio più di ogni altra cosa, normalmente,è la banalità e l'ipocrisia nascosta in certe frasi di rito. In genere sono abbastanza intollerante alle procedure formali.
Cioè, perché mi dici "sentiamoci" ogni volta che ci incontriamo per caso quando entrambi sappiamo benissimo di non avere il numero dell'altro? Ci siamo mai sentiti per il puro piacere di farlo in vita nostra? E allora perché dovrei chiamarti ora?
O perché non capisci che adesso non ho nessun bisogno di farmi forza o di chiamare qualcuno per parlare. La forza mi serviva prima, quando dovevo vedere mia madre - la donna indipendente, forte e vitale - crollare sotto il peso della malattia; quando dovevo tenerle la mano mentre moriva. Ora la forza non mi serve. E quando volevo parlare con qualcuno non mi ha fermata nessuno. Io ho parlato con chi volevo, non ho bisogno di chiamare il mondo per gridare la mia sofferenza. Questa non c'è più. C'è un po' di malinconia, ma sofferenza no.
Questo perché?
Tutta la vita a spiegare che non ho problemi con la morte. A dire che non mi fa paura, che la trovo naturale, che non mi importa cosa c'è dall'altra parte (proprio non me ne può fregare di meno, mi va bene non saperlo e pensarci quando sarà il momento), che non ho mai creduto che la persona fosse il corpo, che non penso che la morte sia terribile (solo brutta in certi casi), anzi.
Tutta la vita a dire come la penso e sentirmi rispondere che lo faccio perché non ho mai perso nessuno di importante - e se per me ogni persona fosse importante? - e che avrei visto poi - perché perdere amici, fidanzati e parenti non è forse perdere qualcuno di importante?
Tutto il tempo a dire che ritengo di sapere cosa penso al riguardo e che non c'è motivo per cui io cambi idea.
Bene.
Ora ho perso una persona importante. Credete che sia cambiato qualcosa? Che io abbia fatto la "superiore" fino a questo momento per poi far crollare la maschera nel momento che preventivate voi?
Invece no. Non è cambiato niente. Sono sempre la stessa di prima, con le stesse bizzarre idee sulla morte come cosa naturale e tutto ciò che ne segue.
Non ho bisogno di telefonarvi per dirvi che non mi dò pace, perché sto bene - nei limiti del possibile, sono umana e mia madre mi mancherà. Non ho bisogno di farmi forza, perché ho tenuto la mano a mia mamma in tutte le 7 ore necessarie e ho continuato a dirle che andava tutto bene e di non avere paura. Fino all'ultimo. Quella forza era l'unica di cui avessi bisogno e già l'ho avuta.
Il resto sono tutte cazzate.

3 commenti:

Romins ha detto...

Ma infatti non è la morte, non è il corpo... ma il ricordo... il non poter mai più parlare con la persona che non c'è più, no?

PaolaClara ha detto...

Forse. Io, finora, non ho mai sentito così lontane tutte le persone care che ho perso. Come se fossero partite per un lungo viaggio. Non parlare con loro "fisicamente" non le rende irraggiungibili col pensiero. E nei sogni. Nei sogni tornano.

Fata ha detto...

<3
Non c'è altro da dire, credo...