19.2.10

Il tempo delle medie 6 - Il buio

C'è stato un anno particolare, allora.
Possiamo chiamarlo l'anno buio. Perché lo è stato. Un anno o quasi in cui passavo tutti i pomeriggi chiusa in camera mia, a letto e al buio. Non dormivo, no.
Me ne stavo lì al buio e ascoltavo la musica.
Ascoltavo Nik Kershaw che cantava "Wouldn't it be good", gli INXS con "Original Sin", "Relax", qualsiasi cosa passasse la radio. Ascoltavo e restavo lì, al buio, sdraiata sul mio letto a sperare in qualcosa di meglio.
Mi mancavano i miei nonni, odiavo la scuola, odiavo un po' tutto e soprattutto me stessa perché non ero come volevo io.
Così, a volte, chiedevo a mia mamma di stare a casa anche al mattino. A scuola andavo bene e non c'era mai grossa resistenza alle mie assenze. Quando c'ero andavo bene, se non c'ero recuperavo in fretta. Nessuno s'è mai preoccupato.
Infatti non mi è mai successo di tagliare (marinare, fare sega o comunque lo si dica) per starmene in giro di nascosto. Io dicevo a mammà che quel giorno non mi andava e restavo a casa. Quale posto migliore?
Così, in quei giorni, mi alzavo solo per mangiare. Poi tornavo a letto a sognare il mio futuro, o tanti futuri alternativi. O tanti presenti alternativi. O almeno dimenticavo quel presente lì.
Oggi sento la mancanza di quel tempo.
Vorrei potermi chiudere al buio con la sola musica a farmi compagnia per giornate intere. Mattine, pomeriggi e sere. Insomma, un altro anno buio, questo.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

beh, mi ricordi tempi remoti e tempi presenti, che rivivo con mia figlia.
al buio no.
ma in fondo è un buio metaforico anche lo schermo di un mac a cui non si affaccia mai nessuno.

ciao paolaclara, sempre in bilico tra saggezza, serenità e dolore remoto.

rossatinta

PaolaClara ha detto...

Ho fatto del bilico il mio habitat, mi sa...
Ciao Rossa!

Anonimo ha detto...

Questo post racconta anche la mia infanzia. Xon la singolare eccezione che, a volte, andavo a scuola e prendevo la presenza per poi tornare a casa. Altre volte andavo a scuola, mi facevo interrogare, e tornavo a casa (spostando la data ufficiale dell'intoerrogazione a un giorno in cui fossi stato presente, ammesso che in quel mese esistesse un tale giorno).

Con le attuali norme scolastiche non mi sarei mai diplomato. Come minimo raggiungevo le 120 assenze all'anno. La scuola logora. La solitudine, se assunta in piccole dosi, rigenera.

Daniele.

PaolaClara ha detto...

Io ho avuto il vantaggio di essere in una scuola privata non parificata, alle medie, e di non frequentare proprio i primi anni delle superiori essendo sempre una privatista. Sì, c'era l'esame a fine anno, ma non c'era alcun problema di assenze.
Per me la solitudine va bene anche in dosi massicce. Non eccessive, ma massicce sì.

Anonimo ha detto...

A molti va bene anche in dosi massicce, ma c'è differenza tra rigenerarsi e oziare.

PaolaClara ha detto...

Come c'è differenza tra depressione e pigrizia. Ma pochi la notano, se non la conoscono.