6.11.14

Il bello del tubo... ehm, del palo.

Ho sempre avuto una passione per quella cosa che accende l'immaginario erotico di molti uomini e che ora è disciplina sportiva con il nome di pole dance.
Insomma, questa è l'idea che uno ha quando ne sente parlare o quando si immagina già volteggiare in posizioni al limite del contorsionismo. Un bel corpo, modellato e tonico, la leggerezza... (lo so, è una mia fissazione questa della leggerezza)
Ecco che tra le mille mode del momento, da qualche anno è spuntata anche la pole dance, con nomi più soft tipo pole fitness o con un exotic davanti a sottolineare che ci sono i tacchi alti e ci si muove muy sexy.
Tutto ok.
Dopo anni di "vado-non vado" ho finalmente iniziato a frequentare un corso di pole dance. Per signore, come mi ha suggerito l'insegnante notando che non sono una ragazzina e sono un po' fuori forma. Facendolo anche notare a me, che ogni tanto ho l'illusione di avere ancora vent'anni e di pesare 50 kg...
Le cose si sono trasformate da "danza sensuale" a "sport estremo" fin dalla prima lezione, quella di prova. Mio marito ha voluto fotografare i miei lividi e comunicare a tutti i nostri amici che non è stato lui a malmenarmi ma che ho fatto tutto da sola. Io stessa, per monitorare i progressi - i lividi, dicono, con il tempo e l'esercizio non ci saranno più - ho un album di foto riservatissime con ogni singolo segno.
Fatto sta che la prima settimana l'ho passata con un capillare rotto nell'interno del braccio destro e una chiazza viola, più altre cose. Alla seconda lezione ho iniziato con i lividi sugli stinchi. Alla terza sono arrivata a casa con un interno coscia "da urlo", che poi, tornando a casa in bici è stata una sofferenza non da poco.
Non contenta, dalla quarta volta ho deciso che sarei andata due volte a settimana invece di una sola. Perché quando faccio qualcosa, la faccio bene. E sono arrivate le stimmate sul dorso dei piedi.
I risultati si vedono a giorni alterni. Una volta sforzo le braccia, la volta dopo le spaccate sono uno sforzo mostruoso, una volta riesco a salire sulla pertica fino a metà, la volta dopo non mi riescono gli esercizi base. Ci sta tutto, è uno sport. Devo imparare i movimenti, devo plasmare il corpo, devo perdere peso per evitare di sovraccaricare braccia e schiena, devo semplicemente fare lo sforzo normale per uno sport praticato a livello amatoriale. Insomma, chi corre ogni giorno avrà pure i muscoli indolenziti. Poi sono cresciuta tentando di evitare le scarpette da punta di danza classica, che mi scorticavano viva ogni volta, che saranno mai pochi lividi?
Certo, per ora l'estetica ci guadagna solo se resto pressoché vestita. Ché le gambe verde-viola non sono proprio il massimo del trendy. (Ma si sa, io non sono mai stata fashion victim.)
Ogni tanto guardo i filmati su YouTube di chi lo fa per professione e penso che siano dei mostri... Di bravura.
Ovviamente non spero di raggiungere certi livelli, ho una certa età e non posso passare ore ogni giorno ad allenarmi come ha fatto la mia attuale insegnante. In ogni caso non è importante dove si arriva, lo è di più passare il tempo libero facendo qualcosa che piace. Lividi e bolli compresi.
La cosa divertente è il mettersi alla prova, il provare a fare le evoluzioni improbabili che si propongono a lezione, osservare persone del corso prima che hanno gambe lunghissime e perfette. Pensare che sì, si sta facendo la stessa cosa. Non importa se in modo differente. Alla fine con un po' di fatica le cose si imparano. Si torna a casa con qualche livido in più quando si impara qualcosa di nuovo, la volta dopo quella cosa ci riesce meglio e non ci bolliamo.
Ci si diverte, si scherza, si prova e si fatica. Poche per volta, ciascuna con il proprio palo girevole. Si ride molto, quando si sbaglia. Si scuote la testa e si riprova.
Ho letto articoli in cui si prendeva in giro questa disciplina. Io non ci trovo molto da ridere, se lo disdegni è perché non sei capace di metterti davvero alla prova, in mutande e reggiseno, sentendoti un kebab mentre rotei attorno al palo cercando di tirarti su e non riuscendoci. I tacchi te li scordi, non sei lì per fare la modella.
Sei lì per sentirti bene, punto.
E se poi penso che nel mio corso c'è una allieva che ha oltre 25 anni più di me e che anche lei si diverte come una matta, mi chiedo cosa ci sia di così strano nel dire che si va a pole dance, come fosse una cosa brutta...
Tanto più che una volta dato l'input, nonostante i lividi ben in mostra, ci sono delle amiche coraggiose che si iscriverebbero all'istante e che magari appena si riesce a trovare un posto libero a un orario decente lo faranno.
Per passare da così:
A così...

Per me è sicuro, io non smetto. Con o senza lividi, con tutti i dolorini dell'età. Che oltre al corso "per signore" ora vado anche a quello delle "giovani marmotte" e non sfiguro poi così tanto. E mi godo la piccola star quattordicenne della scuola, che pare di gomma e tutto sembra tranne una gnoccolona sexy, perché poi le cose a volte hanno il "mood" che si dà loro e non uno proprio. E vederla roteare in una spaccata perfetta a due metri dal suolo tenendosi con l'ascella mi fa credere ancora di più nell'impossibile.
L'impossibile è solo un limite, dopo c'è la pole.

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