16.9.12

Lacrime

C'è stato un tempo in cui non piangevo mai.
Mai per la cosa giusta, almeno. Piangevo di rabbia, per capricci da bambina, per un compito non riuscito bene. Quando ancora i compiti li facevo.
Non ho pianto quando è morto mio nonno, anzi, ero contenta per lui. Non ho pianto quando è mancata mia nonna, due mesi dopo. Ed è stata la persona che mi aveva cresciuta mentre mia mamma lavorava.
E mi trovavo a piangere per cose inutili, sapendo che non era per quello che avrei dovuto piangere, sentendomi diversa ancora una volta, perché incapace di dare il giusto peso alle cose.
Non so se fosse una reale incapacità di farlo, sicuramente dentro di me il dolore c'era, e forte.
Ma le lacrime hanno imparato la loro via e a un certo punto della vita ho permesso alle mie emozioni di uscire in qualsiasi momento. Piangere è diventato un aiuto, uno sfogo, un piacere.
Mi spiace per chi non lo sa fare, per chi pensa che sia segno di debolezza. Mi spiace per chi non permette alle proprie emozioni di uscire e blocca la sua stessa vita in un dolore silenzioso. O in una gioia muta.

4 commenti:

Mr. Zugo ha detto...

Ecco io sono uno di quelli che non piange... non mi dilungo sul perché, ma invidio che riesce a piangere.
Non ho mai pensato che fosse un segno di debolezza, neanche per un uomo... quanto vorrei piangere, forse ricomincerò da vecchio.

Anonimo ha detto...

Ho pianto tanto nella mia vita. Ogni tanto mi capita ancora. Ma solo quando.. ci sono certe circostanze e sono da sola.

easy runner ha detto...

Ah...che consolazione leggerti PaolaClara.
Temevo di non essere normale per via che le personali cantine producono un distillato di lacrime ad alta gradazione, che trova la più alta capacità espressiva nella rivisitazione del film Momenti di gloria.
Roba da runner, dirai, ma quella colonna sonora ti fa volare credimi.

Ricompare l'abbraccio più Easy :))

PaolaClara ha detto...

Io piango a casaccio, l'importante è che quando ce n'è bisogno lo si faccia... Buone corse, Easy!