21.5.12

La verità, tutta la verità sul "tascabile"

Allora, il tascabile...
L'idea l'ho avuta millenni fa, ci ho fantasticato su una vita e l'ho scritto, inizialmente, intorno al 2000. Poi mi sono fermata, quando una delle due Maria Teresa cui ho voluto bene ha avuto l'ictus. Lei, che nel libro è Peg (simpatica tenutaria di bordello per militari), era sparita da un giorno all'altro dalla mia vita. A un certo punto il tascabile, che leggevano tutte le colleghe con ansia capitolo dopo capitolo, non mi piaceva più.
Lo trovavo ingenuo. Cosa che è, nella forma in cui l'ho mandato al torneo.
Perché ingenuo?
Troppo facile. Lineare, romantico, senza contraddizioni, con complotti svelati in fretta e troppe storie da seguire. Era anche sballato dal punto di vista dello svolgimento dei fatti: cominciava a metà. Però a questo ho posto rimedio in tempo. Benedetto copia e incolla...
Per darvi un'idea, sebbene vaga, è un misto tra "Il pianeta delle scimmie", "Wonder Woman", "Il gladiatore" e un miliardo di film e telefilm, ma sostanzialmente è una storia d'amore e di cambiamenti. Una storia di ritrovamenti, di ricerca della verità, post-atomica e post-femminista.
Al torneo è andato con un breve prologo, che più che altro doveva spiegare il titolo (cambiato rispetto all'originale) e in parte il mondo in cui la storia si svolgeva. Sebbene il prologo fosse scritto con altro carattere (o font che dir si voglia)  e venisse prima della scritta "Capitolo 1", i lettori l'hanno preso per l'inizio del romanzo. E va bene. Non ho scritto "prologo", certe cose a volte mi sfuggono.
Il primo lettore del torneo mi ha dato un buon giudizio, tenendo conto che anche secondo lei (perché era donna, sicuro) si trattava di una prima stesura.
Sostanzialmente una parte dei giudici ha capito che la storia c'era, anche se andava migliorata. Qualcuno ha dato suggerimenti su cosa leggere per approfondire il genere fantascientifico, qualcuno su cosa sembrava mancare nel testo.
Qualcuno non ha apprezzato decisamente la storia, ma non si può piacere a tutti, che abbiano o meno un modo simpatico di farcelo notare.
Il file giudicato era di circa 29 pagine, il romanzo completo - ridotto per motivi di limitazioni del regolamento - ne contava circa 287. Un piccolo 10% in cui, secondo alcuni, dovevo inserire praticamente tutta la storia.
Capire che una storia ha i suoi modi e le sue attese, i suoi tempi, i motivi per svolgersi in un certo modo, invece di essere spiegata per filo e per segno senza la minima suspance... sembra roba difficile.
Certo se avessi scritto tutto nelle prime 29 pagine sarebbe stato un po' difficile scrivere le altre 260...
Fatto sta che, in ogni caso, non mi sono abbattuta per nulla, anzi.
I giudizi (15 persone che lo hanno letto, loro malgrado) mi sono serviti per capire che:
1) la storia è mia e la scrivo come diavolo mi pare.
2) l'ambientazione é sì fantascientifica, ma il futuro non è una cosa lineare. Ci sono miliardi di futuri possibili, non c'è modo di esser certi che tra altri duemila anni esisteranno apparecchi simili a quelli che abbiamo, o più evoluti. Potrebbero esserci catastrofi tali per cui l'umanità deve ricominciare daccapo e costruire le sue case con pietre e legno insieme a materiali più innovativi, potrebbero non esistere più telefoni, computer, televisori, come li conosciamo noi. Nel mondo che io ho inventato sono io che decido quali apparecchiature ci sono e quanto sono fantascientifiche.
3) i personaggi sembrano "eccessivi"? Pazienza. Lo saranno anche di più, nella seconda stesura. Devono esserlo perché vivono in modo estremo, non sono personaggi patinati e sdolcinati, è gente che uccide, picchia, usa, tortura. Non possono essere finti.
4) ora la protagonista ha una bella cicatrice in pieno volto, vediamo.
5) dopo aver eliminato tutte le scene vagamente o esplicitamente erotiche per motivi di spazio le reinserirò.
6) tolgo il prologo. Cambio il titolo. Rimetto ai personaggi i loro nomi. Finisco di riscrivere come avevo in programma e vediamo come va...
e... giusto per essere chiara: non sono una sessantottina. Guardate un po' dove siamo. Tutta questa roba del sesso, droga e rock and roll, dell'amore libero e dei reggiseni bruciati non ci ha portati molto lontano.

4 commenti:

easy runner ha detto...

Tuttavia PaolaClara, quando al punto primo scrivi:

La storia è mia e la scrivo come diavolo mi pare.

Sarà coincidenza, ma sembra di respirare l'aria di un tempo.

Buon lavoro e vediamo come va...

Easy

PaolaClara ha detto...

L'aria di un tempo a volte era buona, Easy.
So accettare i buoni consigli e in ogni caso ho un mio gusto e un mio modo che non posso cambiare. O la storia non sarebbe più la mia, sarebbe quella che altri hanno scelto per me. Il mio peggiore incubo.

easy runner ha detto...

L'aria di un tempo l'ho respirata prima di te, PaolaClara.
Con la differenza che, fino a quando non sono riuscito a liberarmi delle bombole e del boccaglio, l'ho vissuto il peggior incubo.

PaolaClara ha detto...

Ho lottato tanto affinché mi fosse concesso di scegliere. Sempre col terrore di essere troppo influenzata da altri. Sebbene ci sia in fondo il desiderio di piacere e di essere accettata così come sono, alla fine è più forte di me. Non posso piegarmi più di tanto.
Ma in casi come questo ne sono anche fiera.
Un abbraccio in perenne apnea...