28.5.12

Cose recenti

Nelle ultime serate di meditazione mi è capitato di capire qualcosa (raro) che in qualche modo mi sfuggiva da tempo. No, in realtà non mi sfuggiva, del tutto.
Ho sempre saputo di essere una "maniaca del controllo", ragion per cui ho imparato fin da piccola a dominare le emozioni, a impedirmi di comportarmi in modo sconsiderato, a mascherare il mostro che è in me.
Quello che pensavo ci fosse dentro di me oltre a un lato creativo che già mi disturbava la mente. Fantasie, incubi, immagini di oggetti ancora non inventati. Insomma, ordinaria amministrazione infantile, credo.
Per anni ho avuto il "terrore" che qualcuno potesse controllami in qualche modo, che potesse impormi telepaticamente qualche azione. Ogni volta che un pensiero mi circolava in mente mi domandavo se fosse mio, se fosse vero, se non ci fosse qualcuno da qualche parte che mi usava come un burattino. Questo quando ero piccola, poi mi sono dimenticata di tutto presa dal desiderio di esprimere tutta quell'energia repressa che rischiava di distruggermi.
Più avanti, quando il sogno di ballare è naufragato per mano mia, mi sono trasformata in una persona normale, in qualche modo docile, sempre controllata (fatta eccezione per alcuni periodi).
Nella lotta tra aspetto creativo e aspetto mostruoso ho dato maggior peso al primo, con risultati altalenanti.
In questo anno appena passato sono molto cambiata. So che tutto in me sta cambiando e che diventerò ciò che sono. Solo che io ho ancora paura di diventare ciò che sono. Non mi sento pronta.
In certi momenti i miei stessi pensieri mi spaventano, sono immagini che vagano per la mia testa pochi istanti ma in quei pochi istanti mi chiedo chi si nasconde in me, oltre alla scrittrice ancora sconosciuta e alla pittrice dilettante.
E se questa persona che sto diventando fosse devastante come quei pensieri? Se mandasse all'aria tutto l'equilibrio che ho creato in questi anni? Se fosse così distruttiva da bilanciare la parte creativa che c'è in me, è davvero l'unico modo per lasciare esplodere anche la parte buona?
Perché un salto di qualità ci vuole, ma ho paura di ciò che comporterà.
Perché l'altra cosa che ho imparato è che bisogna essere disposti a morire per poter vincere davvero. Certo, in senso metaforico, ma...

4 commenti:

easy runner ha detto...

Se ti può tornare utile l'opinione di un viaggiatore da poco salito in corriera, per quel che so di te direi che non sarà un salto nel buio.
Magari un bungee jumping dal viadotto Pistolesa, un tendere la corda oscillando ripetutamente fra gli estremi.
Fino a posizionarti in un punto di nuovo equilibrio, da cui osservare con rinnovati stimoli la realtà che ti circonda.

In bocca al lupo e crepi il lupo (metaforicamente eh!)

Easy :))

PaolaClara ha detto...

Ho sempre avuto paura di me stessa, Easy, più che di qualsiasi cosa al mondo. Perché credo di essere capace di molto, nel bene e nel male. Che poi l'equilibrio si raggiunga rimbalzando qua e là é sicuro, ma quanto ancora devo rimbalzare? Forse per tutta la vta? In certi momenti mi sento davvero stanca e desiderosa solo di un attimo di quiete; anche se so che trattandosi di me...

easy runner ha detto...

Ad ogni rimbalzo, PaolaClara, la corda si tende un po' meno, la velocità diminuisce, i contorni degli oggetti si fanno più chiari e aumenta il tempo a disposizione per esaminarli con maggior cura.
Sì è vero, si rimbalza per tutta la vita, ma se la prendi con filosofia e non rinunci all'aspetto ludico vedrai che anche tu lancerai le clave in aria senza farle cadere.
Da esperta giocoliera.

Ehi, vai che il circo ti reclama in pedana, sono quello in prima fila con il secchio di popcorn, pronto ad applaudirti.

Easymattodalegare :))

Daniele ha detto...

Credo che in ogni caso ci si debba provare, con le buone o con le cattive e rischiando anche di perdere parte di se stessi. Quella parte che vuole essere normale, che si preoccupa di cosa pensa l'altra gente. Ma credo sia più importante quello che noi pensiamo di noi stessi. E degli altri, chissenefrega.
ciao
dany