13.6.08

Psico-pato-peda-gothico!

Ho un diploma che attesta che sono maestra elementare. Non ho mai dato l'esame di stato perchè sono prevenuta nei confronti del sistema pedagogico-educativo, quindi non mi è mai interessato andare a rovinare il cranio di bimbi altrui come penso si faccia spesso a scuola.
Io avevo una maestra grandiosa, alle elementari: Marilde G.
Quella donna con la sua vocina flebile ed il suo carattere deciso mi ha insegnato moltissimo. Tra l'altro è stata anche l'unica per cui io abbia mai studiato. Ho finito di farlo in quinta elementare e per molti versi vivo ancora di rendita da allora.
Nel corso dei miei "studi" ho incontrato insegnanti buoni e validi e una moltitudine di gente che non mi ha dato niente di niente. Ho avuto compagni di classe, alle superiori, che non riuscivano nemmeno a prendere gli appunti quando il prof. li dettava. Scrivere in italiano era complicato, comprendere un concetto impensabile. Ad alcune di queste persone è stato consigliato di dichiarare, in sede di maturità, che non avrebbero proseguito gli studi e che avrebbero sposato il fidanzato e si sarebbero messe a fare le casalinghe. Questo perchè altrimenti non avrebbero mai avuto un diploma in mano. Queste persone sono maestre come me, anzi, magari loro l'esame di stato l'hanno dato e passato.
Al tirocinio ho visto cose che non mi piacevano, compresa la maestra delle materie scientifiche che strafalcionava un italiano misto dialetto, che persino i bambini di quarta le ridevano dietro. E non solo. Mi sembrava che non ci fosse spazio per una soluzione creativa. Problemi di matematica in fotocopia con solo le operazioni da fare (a noi insegnavano a ragionare e trovare un procedimento di testa nostra), come a dire che lo schema è quello, hai solo da imparare e non chiederti mai se c'è un altro modo.
C'erano bambini chiusi in classe mattino e pomeriggio, esclusa la ricreazione. Se io fossi alle elementari oggi, sarei già impazzita per il senso di prigionia, per il non avere uno spazio mio in cui esprimermi liberamente.
E mi fanno ridere quelli che dicono che i bambini hanno comportamenti strani perchè i cartoni giapponesi sono violenti. Io li guardavo, da piccola. Certo, non erano gli stessi di oggi. Ma oggi i bambini vedono i telegiornali in cui mostrano gli orsi ingabbiati dai cinesi per l'estrazione della bile che tentano il suicidio per non stare in gabbia. Vedono rivolte, guerra, effetti delle bombe. Che saranno mai i cartoni giapponesi...
Io guardavo Goldrake e Jeeg e non mi è mai venuto in mente di lanciarmi dalla finestra perchè potevo volare. Non ho mai pensato di prendere a randellate mia madre con una fantomatica alabarda spaziale perchè l'ho visto fare in tv. Non ho mai preso sul serio quello che vedevo in tv.
Forse anche perchè avevo una mamma vicina, una nonna materna artista, forse perchè qualcuno mi ha fatto capire che un film è un film, un libro è un libro, la vita è un'altra cosa.
Inoltre sono dell'idea che i bambini non abbiano lo stesso concetto di violenza che abbiamo noi adulti. Io leggevo Asterix e mi divertiva vedere Obelix col cinghiale in spalla. Mica mi veniva in mente che il cinghiale era morto preso a botte dall'energumeno... Perchè, la matrigna che manda il cacciatore ad uccidere la figliastra e si fa portare il cuore? La strega che cade nel burrone scappando? Le continue angherie delle sorellastre di Cenerentola? (Io, poi, le fiabe le odio)
Avevo incubi terribili prima ancora di vedere i film di fantascienza e dell'orrore. Non mi hanno spaventata di più, quando li ho visti.
Spesso credo che siano gli adulti a sbagliare, con i loro preconcetti e la loro visione del mondo. Non è che i bambini sono puri ed innocenti. Ci sono bambini crudeli esattamente come ci sono adulti crudeli. L'unica cosa che contraddistingue gli uni dagli altri è un minimo di istruzione e l'esperienza della vita.
Io non so se sarei in grado di allevare un bambino in questa società dove tutte le cose che contano sono legate all'apparenza, all'appartenenza, alla proprietà. Io non ce la farei a dare un modulo prestampato passandolo per istruzione. Non riuscirei a trasmettere nozioni senza dare modo a chi ascolta di formarsi un giudizio suo, magari bizzarro e sbagliato. Magari perderei tempo a ragionare con ogni bambino per ogni maledetta cosa, a spiegare il mio punto di vista, a farmi spiegare il suo. Perchè questa soluzione e non un'altra. Perchè questo disegno e non un altro, perchè una poesia al posto del tema. Che cosa sogna, che cosa gli piace, cosa vede quando guarda fuori, cosa sente quando ascolta musica.
Forse lo tratterei come tratto gli adulti, lo ascolterei, gli parlerei, lo farei arrampicare su una sedia per aiutarmi a lavare i piatti, lo incoraggerei a salire su un albero, a sdraiarsi in un prato, a guardare il cielo, ad immaginare ogni mondo possibile, a leggere milioni di avventure.
No, non sarei una buona maestra.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

beh già nel dirlo , lo sei diventata... :)))
mrhank

Anonimo ha detto...

Sabato sera ho consigliato la nostra maestra Rosibindi di venire a leggere questo post...

PaolaClara ha detto...

Ecco, così mi randellerà a dovere al prossimo incontro... Thanks Romins!

Anonimo ha detto...

Non mi trovi d'accordo. Per me le cose che rendono una buona maestra (non una buona insegnante) di vita sono quelle da te elencate all'ultimo. Basta che quando incoraggi il bambino a stendersi sul prato non si spalmi su di una merda, altrimenti mi sa che il giorno dopo col cacchio che si ristende.

PaolaClara ha detto...

Eh, si. La merda è un problema... Non sarei una buona maestra per quello che vorrebbero dall'alto. Certo, magari per i bambini lo sarei.