5.5.21

Angelo - Singolare femminile 6

 Angelo voleva educarmi.




Ero troppo indipendente, troppo sicura, troppo libera per i suoi gusti. Per mia sfortuna ero anche innamorata di lui, che riusciva a tenermi testa e a farmi allenare seriamente (danzavamo insieme, allora, jazz io e break dance lui). Per mia sfortuna gli ho dato retta.

Ha iniziato dicendomi che ero grassa. Non lo ero. Pesavo 48 kg ed ero in splendida forma.

Ha continuato dicendomi che non valevo niente, facendomi sentire a disagio in mezzo agli amici comuni. Flirtando apertamente con altre ragazze per umiliarmi e provocare una reazione, che ovviamente sarebbe stata esagerata.

Poi ha iniziato a dire che anche come "donna" - a 19 anni - non ero abbastanza bella, o sensuale. Che le vere donne erano fatte diversamente, avevano un altro fisico.

A dire che non ero una ragazza seria. A pedinarmi, a mettermi alla prova su qualsiasi cosa. A leggermi la posta. Non poteva fidarsi di me.

E a mollarmi ogni 15-20 giorni, perché non avevo carattere. Con qualsiasi scusa. Una presunta bugia, una gelosia immotivata, una pirouette non riuscita. Se non reagivo ero colpevole, se reagivo lo ero lo stesso. Lo faceva per fortificarmi, diceva.

Qualsiasi altra ragazza era meglio di me e si faceva corteggiare tranquillamente, mentre io non potevo avere amiche, amici, affetti. Trovava il modo per allontanarmi da loro, per tenermi al suo guinzaglio più facilmente. E per un po' l'ha fatto.

Angelo si fingeva mio cugino quando andavo a farmi intervistare in radio, per vedere come si comportavano gli altri con me. Era certo che prima o poi mi sarei tradita e a quel punto mi avrebbe mollata - davvero? - per l'ennesima volta.

Se voleva ferirmi non veniva a vedere gli spettacoli in cui lavoravo da sola, perché dovevo lavorare solo con lui. Se lavoravo da sola era perché mi sentivo "figa" e superiore a lui e lui non voleva darmela vinta. Se lavoravo con lui dovevo sottostare alle sue regole e mai farlo sfigurare. Se avevo costumi troppo vistosi non andava bene, se avevo troppo spazio nemmeno.

Per lui non sapevo vestirmi, non avevo stile; non potevo mangiare perché dovevo restare magra, non dovevo parlare con altra gente o ribattere alle sue parole.

Mi ha messo contro chiunque. Dai suoi agli amici alla sua ex - in un gioco di tiro incrociato in modo che io fossi gelosa e lei mi odiasse. Lei una santa, io una troia; lei perfetta, io da correggere continuamente. Ha "corrotto" mia sorella, facendosi raccontare ogni cosa che succedeva quando lui non c'era, testando continuamente le mie versioni per cogliermi in fallo. C'è stato un momento in cui avevo paura di parlare in casa mia e sussurravo sempre. C'è stato un momento in cui sono crollata. Ci sono state botte, liti furiose. Con e dopo di lui ho distrutto la mia vita definitivamente.

Se non avessi subìto altro, prima di stare con lui, probabilmente non gli avrei dato chances. Se non mi fossi già sentita inadeguata non gli avrei dato retta. Ma mi ha trovata in un momento terribile e ne ha approfittato per annientarmi come poteva.

Ciononostante, e nonostante tutto quello che ho fatto dopo, non ha vinto lui e me ne sono liberata proprio quando pensava di avermi piegata a ogni suo volere.

Tutto ciò che mi sono lasciata fare da lui è stato un mio desiderio di autodistruzione, lui non aveva potere su di me se non quello che io gli ho dato.

Perché pensavo di meritare il peggio.

Perché già pensavo di non valere niente.

Perché mi odiavo per non aver evitato un abuso. Per essere stata debole e stupida. Perché non riuscivo a perdonarmi.

Ma non ha vinto lui.

Nemmeno quando ha provato a riprendersi il suo potere con l'inganno, perché ormai io avevo capito chi era e che non avrebbe mai smesso di torturarmi.

Non ha vinto.

Io ho sempre perso contro me stessa, in quegli anni.

Ma ho imparato che nessuno mi doma mai fino in fondo, per quanto pensi di stringermi in pugno, per quanto io ami, per quanto io appaia cedevole e morbida.

Dopo di lui ho continuato a punirmi, perché pensavo che fosse giusto. Lui è stata solo la prima stazione, ma fondamentale per creare un danno. Sono arrivata al fondo. Sono ingrassata, ho lasciato svanire ogni sogno, mi sono spenta per anni trascinandomi da una storia all'altra senza cambiare il meccanismo che con lui avevo innescato. Nessuno è stato più come lui, nessuno ha potuto trasformare quelle macerie in polvere ma su quelle macerie non ho potuto costruire per tanto tempo.

Poi però sono risalita, passo dopo passo, imparando a perdonarmi e a perdonarmi anche per lui e per tutte le persone cui ho lasciato fare quando sapevo che mi stavano calpestando. Perché mi merito di più, di meglio, anche se non sono perfetta. Anche se sbaglio, anche se non sono bella, anche se non sono furba, o coerente, o quello che non solo gli altri ma io stessa continuo a chiedermi di essere.

1 commento:

valentianekahnke ha detto...
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