6.1.21

L'analisi illogica del testo (senza testo) 14 - La forza e la magia

 Avevo già parlato, a caldo, delle mi impressioni sulla nuova trilogia - all'epoca appena iniziata - di Star Wars in un post qui.


Dopo aver visto il primo della serie J.J./Disney, ho evitato di spendere i soldi per andare al cinema e mi sono accontentata della versione in dvd appena reperibile a un buon prezzo. Il secondo, e dopo qualche tempo infine il terzo. Quello che forse concluderà la storia. Quello che, forse, salva l'ultima trilogia.


Per i ragazzi della mia generazione, per una buona parte di essi almeno, la saga di Guerre stellari ha rappresentato molto. Non solo a livello tecnico, ché all'epoca non eravamo tutti in grado di capire la magia del cinema e degli effetti speciali, ma anche per un modo di intendere la narrazione e il sogno, la sospensione dell'incredulità più totale cui avessimo assistito fino a quel momento, la meraviglia, la spiritualità un po' spiccia ma intensa che conteneva. Per me, bambina, è stato davvero un colpo di fulmine. Immagino che lo stesso effetto lo abbia avuto Matrix, qualche annetto dopo.

Non del tutto priva di difetti e incongruenze, già dall'inizio la prima saga  aveva il pregio di farle dimenticare tutte. Certo, a risentirle ora le mille ripetizioni di "c'è un conflitto in te" fanno quasi venire l'orticaria. Chi di noi non vive un costante conflitto tra "bene" e "male"? Tra ciò che ci piacerebbe e ciò che dobbiamo fare? Nei sentimenti che proviamo quotidianamente? Insomma, se sei il prescelto in una cavolo di guerra per salvare la galassia, vorrai mica scamparti la maledetta crisi di coscienza? Il problema di sentirlo ripetere millemila volte in nove film è più che altro un rischio di scadere in una semplice e ridicola macchietta. In questo, almeno, l'ultima serie ha un minimo di autoironia che strizza l'occhio al pubblico più giovane che sicuramente risente meno dell'effetto nostalgia e prende meno sul serio il percorso di un Jedi* - qui sbrigato in un paio di allenamenti nella foresta e nel tentativo di incontrare i fantasmi dei maestri miseramente fallito fino quasi alla fine. 

Da fan della vecchia guardia mi sono spesso domandata - e già lo accennavo nel post linkato sopra - perché, con tutte le possibilità che un universo così immenso potevano offrire (e che invece in qualche modo sta cercando di sfruttare George Lucas con gli spin off), perché offrire una ripetizione aggiornata della prima trilogia ricorrendo anche al fantomatico Imperatore di sempre se non per attirare noialtri anziani appassionati? Perché tra la prima e l'ultima continuano a esserci troppe somiglianze tanto da renderle quasi uguali nonostante le apparenze. 

Unico tratto distintivo - a parte l'autoironia che nella prima trilogia era dote del contrabbandiere Solo - è la faccenda del legame tra Rey e Ben, che invece di essere gemelli di nascita sono, diciamo "gemelli nella forza", cosa che come altri spunti interessanti viene liquidata con l'utilizzo dei suddetti come batteria vitale. E, al netto di mille ammiccamenti, la mancanza di una storia d'amore (nuova).

E questo trono?



E il novello quasi cattivo Kylo Ren che al pari di suo nonno è perennemente imbronciato e altrettanto capriccioso e infantile pur  nascondendo così un enorme ego da bambino ferito, utilissimo per lasciare aperta la porta al lato oscuro ma alquanto ridicolo a vedersi?

In quanto al titolo dell'ultimo episodio, che dire? Perché "l'ascesa di Skywalker" quando il solo e unico Skywalker è sempre Luke? E se era inteso come famiglia, perché non "degli"? 


Ma, diciamolo, forse io sono invecchiata.

Forse col meccanismo del prescelto, con il percorso spirituale che non è uguale per tutti, con il conflitto padre-figlio e con quello col maestro, con la lotta tra il bene e il male, con l'ambivalenza dei protagonisti (mai del tutto buoni,  mai del tutto cattivi), con le storie d'amore mal riuscite (mai dichiarate o mai vissute) e con tutte le trappole narrative tra archetipi, cliché e varie... beh, forse ci ho già fatto i conti abbastanza. 

Sull'estetica dei personaggi non vorrei dilungarmi, da tempo trovo brutti gli attori che altri trovano bellissimi e alla fine non è più importante (visto che per me IV, V e VI restano l'unica vera trilogia) perché la bellezza, in fondo, poco ha a che fare con la bravura. 


Quindi che dire? Continuo a pensare che la Forza non sia protagonista di questa trilogia come sembrava essere nella prima, penso comunque che la magia del cinema, sebbene sia difficile che io guardi un film con lo stupore di quella prima volta, la si può percepire e che quindi alla fine - anche per amore - la trilogia la salvo. Sperando che sia l'ultima, ché la prossima volta sarò troppo vecchia per fare una critica intelligente.




*Sul percorso di un Jedi, come sull'attuale scarsa resistenza a tutto ciò che non è immediatamente "godibile", sulla civiltà del "tutto e subito" e del divertimento a tutti i costi ci sarebbe da fare un discorso assai più lungo; se nella prima trilogia l'addestramento di Luke aveva preso quasi tutto il secondo episodio, il successivo - in ordine di uscita - di Anakin era già stato quasi del tutto saltato, ora è davvero inesistente un po' perché Rey sa già tutto (a questo punto poteva essere autogenerata come Anakin in versione 2.0) e un po' perché a uno spettatore giovane la cosa sarebbe di certo sembrata noiosa... 

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