8.4.08

Auto verde

Le cose sono spesso complicate, a Delhi. Anche confermare il volo di rientro risulta difficile. Infatti, dopo qualche giorno, scopriamo che non abbiamo il volo di ritorno. Toccherà ripartire da Bombay. Mamma non è preoccupata, lo sa che le cose funzionano così.
Tanto noi abbiamo tutto un giro da fare, per vedere i fornitori di oggetti di mamma e per fare il giro turistico che Shomir ci ha preparato.
Nelle bancarelle ho trovato una t-shirt di Guerre Stellari e la indosso sempre, coi jeans. Fa caldissimo, ma ho 10 anni e la testa dura. Nessuno mi toglierà Luke Skywalker di dosso.
Non potendosi fidare dei mezzi pubblici, mamma ha noleggiato un'auto con tanto di autista. Viaggiare in India è strano. Divertente, se si ha una certa dose di incoscienza e si lascia guidare un indiano. Spiacevole se si vuole sempre controllare tutto. Terribile, se non si è abituati alla guida indiana. Oltre al fatto di essere ovviamente una guida inglese, quella indiana si contraddistingue per la assoluta mancanza di regole normali. Spiego: avete presente quando parlano del traffico di Napoli? Bene, un napoletano, in India, durerebbe si e no 10 minuti.
Ti piombano addosso da ogni parte, sì che se fosse possibile cercherebbero di passare anche da sopra. I mezzi sono stracarichi, si sfiorano in continuazione in velocità senza toccarsi, si superano, giocano, suonano, schivano i pedoni, i ciclisti e le mucche. In città sembra che non si riesca a fare un metro senza che almeno in 15 ti suonino.
Fuori città le strade sono composte da una striscia asfaltata dalle dimensioni di una corsia con al fianco due lembi sterrati. In una eterna sfida all'ok corral, due auto che provengono da direzioni diverse si fronteggiano restando sull'asfalto il più a lungo possibile, per poi buttarsi di lato pochi istanti prima dello scontro.
Il tutto con auto che risalgono agli anni 50 o 60, cose che si vedono al museo.


Noi abbiamo una grossa auto verde oliva, molto bombata, coi sedili in pelle nera. Quello che mi colpisce, e qui si vede la mia precocità, è il nostro giovane autista. Lui è l'essere più bello che io abbia mai visto. Abbastanza alto, magro, con la pelle color caffelatte e degli occhi scuri che sembrano neri. Ciglia nere lunghissime, labbra morbide, una barba nera curata ed il turbante.
Lo so, ho 10 anni. Non dovrei subire il fascino del maschio straniero.
Eppure ne sono ipnotizzata, tanto che ogni volta che mi sorride mi sento volare. Mamma mi conferma che l'autista è davvero un bel ragazzo.
Con lui viaggeremo a lungo, in questi miei primi quindici giorni in India. Ci accompagnerà a Moradabad, Agra e Jaipur, passando da un paio di posti che Shomir ha scelto in mio onore, per mostrarmi cose dell'India che non avrei visto in un viaggio normale.
Sono proprio contenta di essere qui!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

E Napoli risponde al tuo post con questo video ;) notte clà

Anonimo ha detto...

il video---> http://it.youtube.com/watch?v=akfY87RRdXg&feature=related

PaolaClara ha detto...

Sapevo che la risposta partenopea sarebbe arrivata puntuale...

Antonio from Italy ha detto...

Non c'entra nulla con il post... Ho visto il tuo foto album su splinder e sono rimasto incantato da tutti quei bellissimi amici pelosi che hai ritratto, ma Gwen mi è rimasta negli occhi... adoro le squame di tartaruga!!!
Complimenti!

Anonimo ha detto...

Vabè, mica è una risposta per controbattere! Era per fare due risate. Qui nessuno ti può smentire. Io in India non ci son mai stato. Dici che la fanno la pizza?

PaolaClara ha detto...

In India fanno tutto, ma non tutto è commestibile. La pizza non l'ho provata, ma ho mangiato (nel 1979) degli "Spageti bolognesi" che erano colla a fili con una roba piccante insieme. In India, direi, conviene mangiare indiano...

Anonimo ha detto...

un viaggio bellissimo. l'ho fatto anche io e l'autista era un mito.
anche se tutto è finito molto male, con un funerale.

cinas

PaolaClara ha detto...

Io l'ho fatto tre volte. L'ultima senza autista, ma decisamente da adulta.
Mi spiace per il funerale. La vita è anche questo...