24.9.07

Clara e i suoi mille talenti

Si può dire che i talenti siano di tipo diverso? Si possono avere talenti contrapposti? Si può dire che una persona sia dotata di talento senza per forza pensare al successo?
Nel caso di Clara i talenti erano sfaccettature della sua personalità. Fin dalla nascita era stata creativa, nel disegno, nell'inventarsi storie, nel modificare testi di poesie e canzoni per adattarle al momento in cui viveva. Senza alcun aiuto, tranne quello della nonna Mity, nel tentare di sviluppare una sola di queste attitudini.
Imparava in fretta, certo. Aveva una memoria visiva e uditiva eccezionale, fin da piccola. E una scarsa propensione alla concentrazione, visto che era perennemente distratta dalle mille idee che le venivano in mente. Così faticava ad imparare le tabelline, ma ricordava una spiegazione di storia da una settimana all'altra quasi con le stesse parole usate dalla maestra.
Aveva l'abitudine di imitare i suoni e i modi di cantare dei cantanti che ascoltava. Divertiva Cri e Bri con i cambi di voce nei duetti tra Nikka Costa e suo padre, o rifaceva i suoni della chitarra di Mark Knopfler in "Tunnel of love", precisi fintanto che una voce umana può imitare e seguire uno strumento senza conoscere il linguaggio della musica.
Eppure si sentiva così "inutile"...
Non era mai sicura di riuscire nelle cose e anche quando ci riusciva trovava difetti ad ogni sua azione, vanificando lo sforzo e non godendosi mai un solo risultato. Riusciva sempre a credere a chi la distruggeva, motivo per cui in poco tempo Psycho era riuscito a imprigionarla nei suoi giochetti. I complimenti non le piacevano e non si fidava mai di chi gliene faceva.
Il talento di trovare le persone sbagliate.
Aveva talento per la danza, anche se non in modo tecnico. Non era perfetta, ma aveva quel non so che... Se non aveva paura di sbagliare coreografia, se non si sentiva goffa e impacciata tra le sue compagne, allora riusciva ad ipnotizzare il suo pubblico. Qualcuno aveva parlato di lei come di una creatura venuta da un'altra dimensione. Certo, lei non ci credeva molto. Perchè la tecnica le mancava. Aveva il fuoco negli occhi, la magia nelle mani e troppa energia da buttare fuori. Lei era solo energia, e con l'energia non si imparano i piccoli passi, i giri perfetti, i salti e i port de brand. Dal suo punto di vista, se non raggiungeva la perfezione non aveva in mano niente di niente.
Era brava a cantare, forse non molto sicura e certo non una professionista. Come si sarebbe impegnata nella danza, così aveva fatto col canto. Nel coro della chiesa, a scuola dalle suore, a casa coi suoi dischi. E l'avrebbe fatto ancora.
Così anche per il teatro, sebbene le continue prove la annoiassero molto anche per i balletti.
Era brava a scrivere, anche se quello che scriveva era molto privato e molto arrabbiato. Perchè lei era arrabbiata e voleva vomitare odio su tutti quanti, voleva farli soffrire quanto soffriva lei. Uccideva i suoi nemici nei racconti, creava eroine serial killer che non avevano bisogno di nessuno, non come lei.
Clara si proiettava nelle sue storie e imparava mille vite diverse. Con l'immaginazione e con i discorsi ascoltati nelle serate trascorse con gli adulti era in grado di capire l'esatta sensazione provata dai suoi interlocutori. Clara aveva talento per questo: sentire gli altri.
Non solo ascoltarli, ma assorbire con la pelle e con il cuore le loro emozioni. Riuscire a capire in profondità quello che stavano dicendo, quello che sentivano o che avevano provato. Può sembrare banale, ma Clara era davvero una specie di spugna. E col tempo ne avrebbe sentito il peso. Perchè avrebbe cercato di aiutare chi stava male anche quando sapeva che sarebbe stata male anche lei. Avrebbe caricato sulle sue spalle il peso del dolore degli altri senza saper gestire nemmeno il suo...
Sebbene nessuno glielo avesse insegnato, Clara era brava a creare vestiti, inizialmente per le bambole, poi per se stessa. Modificava capi che aveva comprato per renderli più adatti al suo modo di vestire, tagliava e cuciva, dipingeva su stoffa e applicava perline e paillettes...
Clara amava disegnare e dipingere. La nonna Mity le aveva insegnato qualcosa, ma Clara non aveva smesso mai di fare esperimenti, di tentare ritratti e paesaggi, anche dopo la sua morte.
Aveva una sua sensibilità artistica, non specifica. Ed una particolare sensibilità umana, che tentava di nascondere il più possibile per non sembrare debole.
Non so dire se Clara avesse davvero un talento particolare. Quello che so è che è sempre stata una persona particolare, nel bene e nel male. Ed ancora lo è.

Da vedere: "Scusi, dov'è il west?" di Robert Aldrich

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