8.7.07

Clara e il senso tragico

Come si sarà capito, Clara è il tipo di persona che vive le cose fin troppo intensamente. Non ci può far nulla, è la sua natura di fuoco che la guida.
Per lei tutto è totale, immenso. Oppure non esiste. Clara è incapace di vivere tranquilla. Lei lo chiama avere senso della tragedia. E ce l'ha davvero.
Ogni volta che vive qualcosa, per lei diventa l'unica cosa al mondo. Poi mantiene intatta nel tempo quella sensazione anche se le circostanze cambiano.
Clara è romantica, le piacciono le storie d'amore soprattutto quelle complicate. Fin da piccola ha assorbito storie come "Paul et Virginie", "Romeo e Giulietta", come anche altre storie tragiche sia di Shakespeare che di altri autori. Come molte altre persone, Clara ha a lungo associato amore e morte, con le conseguenti delusioni che la vita porta. Perchè per quanto forte sia quell'idea, l'amore è tutt'altro che morte. Tutte le sue personali eroine, i suoi personaggi di fantasia, sono pronte a sacrificare tutto per l'amato. Questo, però, nel mondo delle idee, perchè nella realtà le cose sono sempre più complicate.
In amore, ad esempio, si mente. Si mente spesso. Anche quando non ci sarebbe motivo di farlo. Quando si è innamorati si direbbe qualsiasi cosa pur di essere ricambiati, pur di fare contento l'altro. Per quanto si sia convinti di farlo, raramente quando si sta con qualcuno si è completamente sinceri. Certe volte è anche un bene, finchè non diventa scontato che si sia una persona che non si è. Si mente per non far soffrire, per non soffrire noi stessi, per coprire i nostri difetti e gli errori, o i nostri reali desideri. Si perde di vista l'amore per mantenere un equilibrio.
In amore si chiede. Il che forse non è proprio amore. Ma è umano. In un mondo ideale amare significa dare senza volere niente in cambio, ma qui le cose non stanno mai davvero in questi termini. Chi dà amore ne vuole in cambio, quasi sempre. Anche quando non lo ammette apertamente. Qualcuno vuole in cambio più di quello che dà, qualcuno ne vuole meno, ma una contropartita è quasi sempre richiesta. Perchè essere amati è un bisogno che abbiamo e che sentiamo più forte di quello di amare.
In amore non si perdona quasi mai. Perchè c'è di mezzo l'orgoglio, l'amor proprio. Ci si incattivisce al pensiero di aver sbagliato nel considerare l'altro migliore di quel che è. Si cerca nell'amato una serie di qualità che lui non ha, per cui immancabilmente lui ci delude.
Tra le parole e la vita c'è un abisso.
Così, col trascorrere degli anni, Clara ha cominciato a vivere una sorta di dualità tra ideale e reale. Il suo senso della tragedia la fa innamorare in modo folle, tanto che si sente morire quando una storia finisce. Ma allo stesso tempo sa che questo è solo il suo aspetto romantico che si manifesta. Non ne ha paura e sa che si sopravvive a qualsiasi cosa. Questo forse la fa esporre più facilmente al suo lato tragico, così che vive costantemente preda dei suoi sentimenti forti, ingombranti.
Gli altri capiscono poco di lei. Quando pensano che lei stia soffrendo le pene dell'inferno, in realtà lei è solo un po' triste. Quando pensano che lei sia follemente innamorata credono che sia pronta a gesti folli, ma lei non è il tipo. Le piace pensare di poterlo fare, questo si.
Morire per amore sarebbe il gesto tragico per eccellenza. In un libro o in un film. Non nella vita reale. Nella realtà, Clara non è disposta a sacrificarsi più di tanto, non più del necessario e non più di quanto gli altri si meritino. Però, attenzione, lei ama eccome. Anche quando non c'è più traccia di relazione, dentro di lei i sentimenti resistono. Fa parte della sua tragedia...

Da vedere: "Donnie Darko" di Richard Kelly

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