4.6.23

Come Penelope

Scrivo, cancello, scrivo.

Riordino le idee, mi pare una str..zata, ci ripenso.

Scrivo, abbandono, sbuffo.



Mesi in cui la mia attività alla tastiera funziona così. Almeno leggo. Sì, sempre le solite scemenze e solo su Kindle, ma leggo. Cerco di capire cosa voglio fare, perché in questo momento tutto è confuso.

Io, esperta in perdite, ho iniziato a ragionare sul lutto. Non solo quello classico, un po' come era mia intenzione da tempo. Visto che devo ricominciare da ciò che conosco e che non c'è verso di terminare il seguito de "Gli attimi in cui Dio è musica" - no, non è scritto al presente e non parla di danza e siccome anche questo è doloroso non c'è verso davvero di procedere - ho iniziato a raccogliere le idee per un altro episodio di questa serie, più personale e più introspettiva.

Nel frattempo ogni tanto riapro la pagina di "Area 3-13" su Wattpad e vedo che ho roba in sospeso anche lì (dovevo fare un'aggiunta con personaggi in ordine di apparizione e collegamenti tra loro, ma è un lavoro che... vabbè), e i lavori che ci sono insieme a questo romanzo. "La catena di Joy" ha avuto un inaspettato numero di visite e mi piacerebbe continuarlo, ma...

La riscrittura di "Nuovi soli" dopo un iniziale partenza razzo ha incontrato un muro. Non è la paura della pagina bianca ma la mia solita difficoltà a ripetere strade già percorse, seppure questa nuova versione è nuova sul serio.

La correzione di "Tutto accade..." è ferma da anni.

Diciamo che niente accade.

Tutto ciò che si muove riguarda lutto, perdita, influenza di mille situazioni sulla vita, sulle relazioni, sul benessere. In più c'è la fatica a chiedere informazioni a chi potrebbe rispondere ma che per farlo dovrebbe riaprire la mente a cose accadute oltre cinquant'anni fa. Quindi, boh.

Faccio e disfaccio. Disfatta.

La verità è che non me l'ha prescritto il medico di scrivere.

Mi piaceva molto, mi è piaciuto fino a un certo punto poi è diventato pesante. Forse non ho voglia di andare oltre alle mie storie. Forse queste piacciono solo a me e a pochi altri. Forse sbaglio i contenuti, ma sono le uniche cose di cui mi importa e non saprei scrivere altro. Quindi è un lutto anche questo, a modo suo. Un cercare il modo di continuare senza "l'idea" di ciò che avrebbe potuto essere.

Probabilmente è vero il fatto dello zodiaco o magari sono io che sono la solita cazzona. Non porto mai a termine qualcosa, soprattutto quando ho fatto fatica ad arrivare fino a un certo punto, come se solo le cose che vengono facili fossero da prendere in considerazione. In fin dei conti sono sempre stata pigra e ancora lo sono. Così nella mia testa le mie storie vagano, si completano, finiscono, poi creano altre storie che le completano e via. Ma perché fare lo sforzo di scrivere se nemmeno le persone più vicine si appassionano a ciò che scrivo? Scrivere per me? Io le mie storie le so, tutte, a memoria. E non l'ho sempre fatto senza inseguire mode, tendenze, manierismi, senza inseguire i possibili lettori e i loro gusti? Ne conosco di gente che ci riesce.

Eppure inseguo gli autori che creano saghe infinite, che siano assurde o meno, pur di non lasciare i loro mondi e i loro personaggi e nel mio cuore mi piacerebbe riuscire in una simile impresa. Ma il tempo è poco, le cose che amo sono tante e so per certo di non voler scegliere cosa lasciare indietro. Non voglio più ossessioni.

Una volta il mio monaco (non quello di Wendy) mi ha detto che il mio "vento" poteva portare incidenti e disastri ma che se l'avessi lasciato sopire non avrei più creato come prima. Non lo sento quasi più e dopo tanti anni di inquietudine e lacrime quasi non mi spiace. Può essere l'ennesima fase, può essere che io trovi una forma di equilibrio diversa, può darsi che sia cresciuta - o invecchiata - di colpo.

Sono solo troppo stanca di alti e bassi e di sforzarmi di tenere il passo con me stessa.  

2 commenti:

maria sardella ha detto...

Ciao, Paola. Non è poi così vero che la tua è la tela di Penelope. Anch' io mi giro le storie in testa mentre faccio altro, sentendomi dispersa e dispersiva. Coraggio. Buona scrittura.

Paola ha detto...

Io SONO dispersiva, mi tocca conviverci. Anche un tantino demotivata e delusa, ma ci sta.