7.3.15

L'analisi illogica del testo 7 - Col risciacquo non funziona

Ci sono quei film che in qualche modo ti restano addosso, non tanto per l'immensa profondità che ti mostrano ma proprio per quella enorme verità che ti raccontano con uno sberleffo. Prendete per esempio "She devil - Lei, il diavolo". La famosissima scrittrice di romanzi rosa Mary Fisher (che veste di rosa, vive in una casa rosa, ha una vita rosa) ruba il marito a una signora bruttina ma determinata con il risultato, tra le altre cose, di mandare all'aria la sua carriera. Perché a un certo punto scrive un romanzo che si intitola "Amore al risciacquo" suscitando lo sdegno della sua editrice. Un romanzo il cui protagonista mascile si chiama Bob - "e chi amerebbe mai un... Bob!?!" le dice mentre cercano di mangiare qualcosa al loro solito tavolo - ed è un uomo normale.

Dunque, in questi anni mi è capitato più di una volta di incontrare libri che mi lasciavano insieme divertita e carica di interrogativi. Come si poteva essere donne evolute e appassionarsi allo stesso tempo di romanzi come quelli della serie della "Confraternita del Pugnale Nero"? Che io poi leggo di vampiri e può succedere che incappi in puttanate - ops, francesismo - ne sono consapevole e continuo imperterrita.
Davvero ci piace l'uomo superfigo, grande, grosso, ricco, famoso, potente, bellissimo, duro (in ogni senso, rischiando di citare un noto cantante romano), macho, superdotato e a tratti violento? No, perché a leggere certi romanzi pare che l'uomo un po' più sotto a questi standard non regga.
Allora ecco i "confratelli" le cui avventure ammontano a 12 tomi per ora, dei quali ne ho letti tre.
Una stirpe di vampiri guerrieri che a giudicare dall'aspetto soffrono di gigantismo, oltre ad andare in giro vestiti o da ninja sadomaso o da gangster griffati in una cittadina americana che quasi non fa caso a certe cose. Ovviamente ricchi, ovviamente provvisti di poteri particolari, ovviamente duri e tormentati, molto machi e almeno i primi tre di loro ovviamente superdotati. Degli omoni, ma nemmeno umani poi in realtà, che occupano il tempo combattendo degli albini morti che odorano di borotalco oppure accoppiandosi con la loro prescelta, da cui traggono anche il nutrimento (no, questi non succhiano solo umani e se lo fanno è più o meno come se mangiassero una merendina ipocalorica). Facendo tremare i muri, impazzire le femmine e le lettrici. Questa la sostanza. Che vista così sembra anche peggio di quello che è. Eppure questa saga conta un numero di fanciulle seguaci che sono pazze dei fratelli e che li amano uno a uno per la singolare storia d'amore che ogni volume contiene. E io a domandarmi: "perché"?
Per lo stesso motivo per cui "Amore al risciacquo" non funziona. Perché, almeno in un libro o per il breve spazio di un'illusione a noi piace pensare a un uomo "speciale" e non a "Bob". Certo, poi si corre il rischio di cercare delle qualità introvabili anche nella realtà ma questo è un altro problema. Fatto sta che se una si vuole svagare in modo romantico tocca che lo svago sia romanticamente esagerato. Non credo valga solo per i "confratelli", penso che ci sia questo tarlo in generale, per cui il protagonista della favola dev'essere proprio uno speciale. Non più semplicemente il Principe Azzurro - ormai la nobiltà non riempie lo spettro di sfumature (oh, cielo, ho detto sfumature - e l'ho pure ripetuto) necessarie a essere un super figo - ma un essere al limite dell'umano se non decisamente soprannaturale. Che si tratti di un miliardario o di un vampiro cavernicolo nei modi, l'importante è che non sia normale.
Probabilmente si tratta della solita sindrome di Cenerentola che si ripete mille volte anche dopo Pretty Woman. "Io voglio la favola", diceva lì Julia Roberts.
Ho il forte dubbio che la vogliamo un po' tutte e che un "Bob" non potrà mai farci lo stesso effetto di un "Dottor Bollore", quali che siano le nostre aspettative reali di incontrarne uno nella vita. Perché, come dicevo circa un anno fa in un altro post non collegato a un libro, un "Bob" ci girerà per casa in pantofole e pigiama e a volte a noi l'immagine non piace. Un "Bob" avrà mutande e calze da lavare, cene da cucinare, farà pure la pipì schizzando ovunque intorno alla tazza e di certo la prospettiva non ci alletta granché. Preferiremmo un vampiro miliardario, con servitù, con poteri impensabili, eccitante e aggressivo, sovradimensionato in tutto.
Ma davvero il risciacquo non funziona?
Davvero vogliamo la favola?
Fa così schifo la nostra vita?
Così tanto da "innamorarci" di personaggi di un libro che se li incontrassimo sul serio scapperemmo senza pensarci un attimo. Così tanto da piangere alla fine di un libro? Perché un conto è leggere per svago, altro è quello che vedo scrivere da altre donne che sembrano impazzite mentre parlano di questi personaggi.
Ma di come ci sentiamo noi donne...

2 commenti:

easy runner ha detto...

Bell'esempio di runner che sono.
Sempre un passo indietro.
Ho appena ritirato lo smoking ( mi guardo allo specchio e sono Bob fatto e finito ) e già lo devo riportare al noleggio costumi sperando di trovarne uno da tartaruga ninja.
Star dietro a te è un'impresa e con le strane frequentazioni che hai ricordarsi di tenere sempre la testa incassata fra le spalle.

easyciao

PaolaClara ha detto...

Ho questa strana malattia per cui se c'è un vampiro devo assolutamente leggere o vedere... A parte questo frequento gente sana, anche Bob, o runner a marcia indietro ;)