22.5.07

Il giudizio è comodo

Non sono quello che vorresti. Sono, forse e quando ci riesco, quello che voglio essere. Con tutto ciò che comporta. Sono convinta che non sia facile essere me. Ma giudicarmi non è corretto e non è amicizia.
Il giudizio è comodo. Mi etichetta, mi mette a posto, mi dà un valore fisso su un mercato variabile. Mi rende numero tra i numeri, una figurina da collezione. Sfruttabile, inferiore, distante. E io non sono così. Per quanto io sia generosa e aperta, per quanto io sia disposta a tutto per le persone che amo, non sono qui per sentirmi dire quanto valgo. Non mi interessa, io so già chi sono ed ogni giorno convivo con me stessa, pregi e difetti. Non devo dimostrare a nessuno cosa posso fare. Faccio quello che decido di fare, non più quello che gli altri si aspettano da me.
Il giudizio è comodo. Ti fa sentire potente, migliore. Ma io non ci gioco. Pensa quello che ti pare, non sono a scuola. Non è cambiato molto, in fondo.
Semplicemente non ci vediamo più.
Il nostro rapporto mi mancava ancora prima che smettessimo di vederci. Mi mancava tutto quello che una volta ci aveva avvicinate. La complicità, il capirsi con uno sguardo, lo stesso modo di scherzare e di guardare il mondo. Lentamente, senza grossi sbalzi, quella persona se n'è andata. La tua ossessione ha preso il tuo tempo, i tuoi pensieri. Ad un certo punto c'eri solo più tu, non più noi. C'eri tu, superiore, profonda, potente. C'eri tu e quello che sentivi. C'eri tu e il resto era lontano, molto più in basso. C'eri tu che giudicavi.
Amica mia, anche per questo non ci sei più...

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