22.4.07

2391 - 1 - Volut

La terra del vicolo era bagnata, come se avesse appena smesso di piovere. Purtroppo non era possibile che piovesse, non a Volut e nemmeno nelle altre città sotterranee. Forse nemmeno in superficie pioveva più, per quel che ne si sapeva...
Samantha e Nicholas camminavano nella penombra con le mani pronte sulle armi. Non erano di quella zona e anche lo fossero stati... beh, era sempre meglio esser pronti. Le guardie, come anche gli altri gruppi erano sempre pronti a dare grane.
Cercavano i loro compagni, impegnati in una spedizione punitiva. Susan, appartenente ad una banda rivale, aveva fatto arrestare uno di loro. Non poteva passarla liscia.
La vita nelle città sotterranee non era mai stata facile, ma le difficoltà maggiori le si avevano da qualche decennio. La popolazione tendeva ad aumentare eccessivamente, quindi sacerdoti e politici si erano accordati per una drastica riduzione dei pericoli delle nascite. La legge puniva chiunque venisse trovato in atteggiamenti "romantici", chiunque producesse o consumasse alcool, chiunque ballasse in modo provocante. Non erano gradite feste, riunioni, cene in compagnia. Non era permesso avere più di un figlio da un decennio e solo le coppie regolarmente sposate potevano procreare.
Non c'erano abbastanza medicinali per una contraccezione di massa. Non c'era abbastanza spazio per tutti, non c'era cibo, nè acqua. La vita in quei rifugi era stata un ripiego, ma ormai erano lì da troppo tempo. Quasi due secoli.
Secoli in cui la scienza si era adoperata solo per rendere vivibili quei cunicoli, per mantenere sane le persone che vi abitavano, per fare sì che avessero proteine, vitamine e liquidi a sufficienza, usando tutti i mezzi possibili per rendere la vita in quelle città il più vicino possibile alla vita che svolgevano fuori.
Ma ora, col passare del tempo, diventava sempre più difficile controllare che tutto andasse bene. La gente era difficile da controllare, si sentiva in gabbia e troppo limitata. Finchè c'era la paura delle radiazioni era più facile, ora anche ciò che restava della guerra era storia e qualcuno cominciava a credere nella possibilità di uscire dal sottosuolo. Si cominciava a sperare.
I giovani erano inquieti ed inclini a ribellarsi alle regole, gli adulti non riuscivano a tenerli a bada. Nella migliore delle ipotesi si aggregavano in bande innocue, in cui al massimo bevevano e ballavano, rischiando l'arresto e una breve condanna. Oppure, come capitava sempre più spesso, ragazzi e ragazze sfogavano le loro energie in modo violento, giravano armati e qualche volta finivano con l'uccidere i rivali (il che, a dire il vero, non dispiaceva molto alle autorità). Erano proprio come Samantha e Nicholas, come i loro amici e come il gruppo cui apparteneva Susan.
Certe volte, per divertirsi, le ragazze di un gruppo attiravano in trappola ragazzi di un gruppo rivale con la scusa di bere o di fare sesso. Poi, d'accordo con le guardie, si facevano beccare e il poveretto veniva arrestato, riempito di botte e trattenuto in prigione. Alle ragazze il merito di aver fatto arrestare un pericoloso sovversivo...
Quella era la colpa di Susan e per quello stava pagando.
Samantha, detta Sam, non aveva nemmeno vent'anni. Portava i capelli biondi legati in una coda di cavallo ed era brava coi coltelli e con le pistole. Aveva già ucciso, una volta. Per questo era considerata uno dei capi della sua banda. Per questo, i suoi genitori la ringraziavano. Aveva ucciso l'uomo giusto e lo aveva fatto al momento giusto. Loro erano troppo distrutti per poterlo fare, mentre Sam non aveva nemmeno dovuto pensarci.
Lo aveva guardato negli occhi e gli aveva sparato proprio mentre usciva dalla prigione in cui aveva ucciso Mary, sorella di Sam e sua amante. E lo aveva fatto per essere liberato.

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