5.8.24

Ombre


 

Ci sono state mattine, negli ultimi anni, in cui l'unico motivo per cui mi alzavo dal letto e affrontavo la giornata era che così facendo avrei reso felice Martina poiché avrebbe potuto giocare ai giardini coi suoi amici quadrupedi. Del resto non mi importava niente. Spesso lo facevo buttandomi addosso le prime cose che capitavano e non mi lavavo nemmeno. Andavo, con lei contenta e saltellante che mi tirava lungo tutto il tragitto che io non avevo voglia di fare.

Non era la prima volta e non posso garantire che sarà l'ultima. Stavolta però sapevo di non poterne uscire da sola e, invece di resistere stoicamente come il mio orgoglio leonino di solito impone, ho accettato i farmaci che la mia terapista consigliava da un po'. Un anno e mezzo e ancora sono lì che li prendo, per fortuna scalando. 

Sono le mie ombre, il mio portarmi addosso pesi in continuazione, la fatica reiterata di fare cose che non sempre ho voglia di fare - come tutti - sentendone ogni giorno di più e non sapendo come risolvere la situazione. Il mio attaccarmi ad amori impossibili come la danza e la pole, come se potessero rendermi altro da ciò che sono.

Il fatto è che io già sono altro. I milioni di cose che ho imparato su di me e ancora imparo. Sempre però a sentirmi rinchiusa in un guscio non mio. In lotta perenne con metà di me. E no, non è cambiato molto nel tempo. Continuo a sentire il limite e il peso in un modo che forse non è del tutto realistico ma è mio.


Sono tendenzialmente depressa. E non c'è bisogno di motivi particolari, sono così da sempre - e anche ansiosa, volendo, ma quello lo riesco a controllare un pochino di più.  Fare i conti con le proprie ombre è una cosa che capita spesso e a volte conoscerle un poco aiuta a far trascorrere meno tempo nel limbo che provocano. 

Quando tiro avanti senza prendere fiato, quando abbozzo perché non posso farne a meno, quando le delusioni - vere o presunte che siano - si accumulano nei miei pensieri io vado in overload e dopo un po' di tempo mi perdo. Comincio a perdere "gli anni", i ricordi si fanno confusi, le cose tornano in maniera ossessiva a colpirmi e cado. 


Oggi compio 55 anni. Sono felice nonostante tutto. Cerco ancora una vita che mi sia meno ostile, magari prima o poi troverò la mia isola deserta e mi sottrarrò al mondo. Che non significa nulla di male - una vota Facebook mi ha bloccato un post che diceva più o meno lo stesso come se stessi meditando il suicidio (ma non è il mio genere di cosa) - solo evitare che questo mondo mi distrugga dentro. 

Perché sono foresta e il mio ecosistema lo devo proteggere.

P.S: le foto sono mie, che nel frattempo evolvo.

2 commenti:

easy runner ha detto...

Ombra anch'io, che di tanto in tanto viene proiettata dalla luce fioca di un lampione sul muro continuo dei tuoi post.
Quanta vita è passata su questo blog, quanti murales hanno colorato il grigio dei mattoni scoloriti.
Vuoi sapere come la penso Paola?
Che poche persone impegnate come te a mantenere in vita un blog potrebbero andare a braccetto con Neruda confessando di aver vissuto.
Una vita, se vuoi, piena di ombre, ma così ricca di luci.
Aurevoir al prossimo lampione.
Easy

Paola ha detto...

Diciamo che non è che mi ci stia impegnando granché, sarà che al buio ci si vede poco. Ma la vita scorre sì. Pure troppo.