8.8.16

Destino

Il 12 giugno scrivevo questo:
Nel sogno lui controlla i blog che segue. Il più importante, il preferito, ha un post in home page che dice: "Ancora 52 giorni e si chiude".Mai che mi arrivino più numeri in un sogno solo. L'unica volta che è successo non li ho ricordati. Un amico mancato da poco mi elencava le ragioni per cui sono una bella persona ma la numerazione di tali motivi non aveva un senso logico. Peccato non averli segnati al risveglio. Qualche istante dopo erano andati.

Il dubbio era se il numero fosse 52 o 56. Così mi sono segnata i giorni, contandoli sul calendario. Cinquantadue giorni erano il 4/8, il giorno prima del mio compleanno, il giorno della Luna nuova in Leone e di Marte in Sagittario. Secondo il mio astrologo di fiducia (Simon & the Stars) è un inizio importante, dopo mesi se non anni di pesantezza - che in effetti c'è stata.
Cinquantasei giorni sono oggi. Non so perché ma mi sembra che sia oggi il giorno giusto. Oggi inizio le pratiche per recedere dal contratto per "La caccia" e "La festa", i due racconti vampirico-erotici che avranno presto o tardi una vita diversa. Oggi ricevo il mio regalo di compleanno (nel ritardo canonico di Prime) dalla mia famiglia - che sarà di buon auspicio per le mie scritture future. Stasera festeggio con gli amici di sempre (e un infiltrato di fiducia) - e qui altri regali non meno importanti ma meno importanti della compagnia - e oggi, sì, mi sento "nuova".
Che a 47 anni è già parecchio.


Poi c'è stato un altro sogno, in effetti.
Il maestro e io camminavamo insieme e lui rideva e scherzava, e chiacchieravamo. Lui mi chiedeva qualcosa e io gli rispondevo. Poi gli ho chiesto: "ma questa cosa, quando la risolverò?" e lui ha risposto "aspetta dopo la cena".
Dopo la cena. Quale cena? Perché un "la" presuppone una cena specifica. E boh?
Insomma, se ascolto i miei sogni i presagi di un cambiamento ci sono.

Intanto ho fatto due chiacchiere con la mia amica ed editor, che mi aiuterà a concludere anche l'avventura di Antonella, Giulia ed Emiliano. Perché, come con la storia di Jack e Jane, potrei andare avanti all'infinito e non concluderla mai. Invece ho bisogno di chiudere.
Chiudere e respirare con qualcosa di nuovo, con personaggi e ambienti diversi. Anche se poi magari significa riprendere in mano il "tascabile" per l'ennesima volta e stavolta magari dargli una versione definitiva. Che un po' se la merita. L'ho maltrattato troppo, tra un torneo e una prima stesura. Deve avere la sua conclusione, o finisce che non lo farò mai - come il primo romanzo che ho scritto e che ancora sta lì all'ennesima riscrittura e non mi piace ancora.

E ho delle storie in mente, altre, oltre ai miei soliti progetti aperti. Due, prima di altre idee abbozzate. Solo ancora non so come svilupparle. Quindi attendo.
Un racconto da ampliare, anche.
Devo solo ricominciare.
Le strade sono tante, ma so che sceglierò quella giusta lasciandomi trasportare dall'istinto, come sempre. In un modo nuovo.
Più libera.

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