3.7.16

Ancora un saggio, emozioni non da poco.

Un anno, è già passato un anno dal mio primo saggio di pole dance. Sembra una vita: un anno di lezioni due o tre volte alla settimana, un anno in cui ho fatto entrare due gare e altri due mini-saggi, un anno in cui molto e molto poco è cambiato.

Rispetto all'anno scorso ho provato molto meno la coreografia e si vede, o meglio io lo vedo, ma i movimenti sono più fluidi comunque. Sono più sicura, ovviamente; non so se sono più brava. Se il primo saggio ha rappresentato una sfida - movimenti appena acquisiti e ansia da prestazione - questo vede il consolidamento di figure note e qualche piccola novità eseguita "in piccolo". Un po' per il caldo, un po' per stanchezza, non ho voluto esagerare. Ho viaggiato al minimo, valutando secondo per secondo quanto potevo fare senza farmi male. Alla fine era una festa, non era una gara.

Sono stata io ad aprire le danze, per così dire. Dopo di me, in ordine di "anzianità" scolastica, le mie compagne di viaggio di quest'anno.


Bello vedere il primo saggio di Alessia e Federica, che hanno preparato un pezzo in coppia. Bello perché le ho viste provare ogni sabato mattina e ridere e scherzare sempre, sia quando le figure riuscivano sia quando - per dirla con Alessia - "meglio se questa posizione la raggiungo di schiena, così non mi vedono l'espressione di dolore sul viso".
Loro, che hanno iniziato a settembre, hanno fisici differenti e una "storia di pole" diversa. La passione comune. Entrambe hanno accompagnato "il capo" Natalya sul palco di Roma per il Pole Theatre Italia (che Nat ha vinto nella categoria Classique) facendole da corpo di ballo insieme a Maria, Valentina e Giulia; in più Federica ha partecipato a Exotic Moon insieme a me. Il prossimo anno saremo tutte a Modena in gara nella stessa categoria.


Il trio birichino del corso intermedio, composto da Claudia, Christel e Sara, ha presentato un pezzo degno della categoria Comedy del Pole Theatre: un'infermiera, una studentessa e una colf in versione sexy che volteggiavano a gamba lunga (e che gambe) sulla musica dei Queen. Smorfie, gag e tanta energia mentre si alternavano in pezzi da solista o ancheggiavano in sincrono. Per dire che la pole non è solo essere femminili, ma anche saper ridere della propria carica sensuale e dei cliché che "rincorrono" questo sport.
Probabilmente non c'è cosa che dia più fastidio a una polerina di essere sempre considerata una stripper o una lap dancer. La differenza c'è. La cosa divertente è il poter giocare un ruolo per quei pochi minuti e poi tornare a casa come eravamo prima ma col sorriso sulle labbra.
Tra loro anche Claudia ha partecipato a Exotic Moon.







Prima esibizione da solista per Valentina, anche lei tra le nuove leve, fluida e sinuosa. Carica di energia, con una coreografia che riuniva tutte le "difficoltà" della pole: flessibilità, flow movement, handstand, forza e tecnica. Veloce, spiritosa e molto "danzerina". Una esibizione che poteva stare bene anche sui tacchi, che indossiamo insieme il sabato mattina, ma che aveva il suo perché anche senza, anzi.
Dall'alto della mia "veneranda" età, mi piace molto notare i progressi di chi ha iniziato la pole quasi all'età giusta, ogni settimana mentre noi ci scaldavamo, loro - le fanciulle - imparavano queste cose con una certa facilità (io poi certe posizioni temo che non le farò mai in questa vita, ma non demordo). Le si guarda, si ripassano alcune basi che a forza di tentare le figure più difficili si dimenticano un po', si capisce meglio il movimento, si studia come migliorarsi.
D'accordo, ognuno ha i suoi tempi, ognuno le sue caratteristiche fisiche e psicologiche. Nessuna di noi è uguale all'altra e nessuna impara in batteria. Ognuna mantiene il suo stile e c'è chi certe cose le ha innate e chi no e ci deve lavorare.
Quello che mi piace, qui, è che tutte le mie compagne di avventura sono bravissime, dalle novelline alle ragazze dell'avanzato.




Poi è stato il turno di Maria, che dopo aver vinto nell'intermedio a Modena e aver ottenuto un ottimo secondo posto all'Exotic Moon, ha improvvisato un pezzo nel suo completino marca Bembo. Con le sue linee, le spaccate, la naturalezza con cui si muove tra il palo fisso e lo spin, capelli al vento e sorriso sicuro. Non lo voleva fare, fino all'ultimo. Invece è stata fantastica come sempre. Dal suo cavallo di battaglia, il suo nomignolo ora è "Mary Jade", alla combinazione appena imparata. Dannatamente brava e adorabile.
Ora tocca vedere l'anno prossimo in cui saremo una marea di ragazze nello stesso corso e quello dopo, in cui loro andranno avanti come dei treni e io resterò un po' indietro come sempre. Meraviglie dell'età, temo. Grandissimi stimoli a crescere.











Il primo saggio di Silvia, che ha aspettato tanto, provando la sua coreografia e allenandosi sempre con tutta se stessa. Un bellissimo mix di forza e di grazia, linee lunghissime e sguardo dolce. Atletica e sempre bella da guardare. Aveva una fan di eccezione, possibile che tra qualche anno la piccoletta che la guardava estasiata si avvicinerà al palo con la stessa curiosità di ieri sera. Silvia, con cui faccio lezione regolarmente da quasi subito e che mi stupisce sempre per la facilità con cui arriva a fare le cose più complicate. Passerà altrettanto rapidamente per lei, il tempo tra questo e il prossimo saggio?









La prima delle veterane, una Silvia più bionda del corso avanzato, ha tentato una sfida: restare sul palo per tutta la durata del brano compiendo evoluzioni continue tra forza e flessibilità. Qualche intoppo iniziale prima della sua partenza poi, in completino leopardato, ha fatto di tutto senza scendere dal palo spin anche quando avrebbe dovuto spingersi con una mano. Come ognuna di noi non è affatto contenta della sua performance, ma ci siamo sgolate tutte per farle sentire il nostro entusiasmo.
Diciamo che rispetto all'anno precedente è stato un saggio che era più una festa tra noi, non affollato e poco caotico. Tanto il casino lo facciamo benissimo noi. Alcune delle ragazze tra il pubblico non hanno partecipato per mancanza di tempo, preparare una coreografia richiede un minimo di impegno e non sempre si riesce a far combaciare ogni cosa. Però erano lì a fare il tifo per noi e a incoraggiarci tutte. A fare festa, appunto.








La prima allieva di Natalya, le "gambe più lunghe della scuola", l'ultima a esibirsi è Margaret, anche lei con una improvvisazione. Anche lei secondo posto a Exotic Moon per la categoria semi-professionisti, ci ha fatto vedere alcuni dei suoi passaggi migliori, facendoli sembrare facili, con le sue spaccate e la sua flessibilità da ginnasta. Senza esagerazioni, nel suo stile, con il sorriso delicato che la contraddistingue.
Resto sempre a bocca aperta mentre la guardo fare cose che mi sembrano impossibili, scalza o con il tacco 20 - come se le servissero centimetri di gamba - tenendosi per un gomito o appoggiandosi su un'orecchio.
Siamo quasi una famiglia, alla fine. Da quando sono arrivata ho visto le mie compagne abbandonare pian piano, chi per un motivo e chi per un altro. Quelle che restano si stringono tra loro, si sostengono e aiutano senza risparmiare energia. Non importa di che corso siano.









Ovviamente a chiudere la serata è stata Natalya, che ha improvvisato una coreografia sulle note di una canzone russa. Morbida, sinuosa e con la sua innata eleganza. Da urlo, come sempre. Per tutto l'anno, agosto compreso, ci ha fatto allenare, ha spiegato passaggi, incoraggiato ognuna di noi a continuare nonostante la fatica o i momentanei insuccessi. Per noi che la conosciamo, che la vediamo allenarsi per le gare, che sappiamo quanta forza di volontà ci vuole a mettersi lì ogni giorno nonostante tutto, Natalya resta un esempio impareggiabile. Grazie a lei e alle ragazze con cui condivido questo viaggio, io sono qui che continuo a imparare. Noi siamo qui. Ed è bellissimo.



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