8.11.15

Pirati

Prendo spunto da due articoli letti in questo periodo sui social. E da qualche considerazione che nel tempo ho trovato qui e là.
Questa settimana è uscito un post riguardo alla pirateria degli ebook in cui sostanzialmente si incolpano le politiche editoriali italiane dell'esistenza del download pirata. Ci sono alcune cose che in quanto lettrice non comprendo, in fatto di scelte di formati, distribuzione e costo dei libri. Ho acquistato un e-reader anche per risparmiare un po', non solo come spazio. Certo non voglio sminuire il valore delle opere, ma è vero che alcuni e-book hanno un prezzo che non riesco a giustificare. Ed è vero che alcuni e-book escono molto in ritardo rispetto alla versione cartacea, forse per spingere all'acquisto della versione "tangibile" dell'opera. Credo che queste siano mosse non proprio geniali, ma che siano altresì ininfluenti per quel che riguarda la pirateria.

Faccio un passo indietro e mi ricollego al fenomeno della pirateria in ambito musicale e in seguito quella cinematografica. Come per i libri, spesso il prezzo di un dvd o di un cofanetto e di un cd hanno reso impossibile per un appassionato l'acquisto di ogni titolo desiderato. Questo anche e soprattutto perché alla lunga si è compreso che i supporti fisici (cd e dvd) costano pochissimo rispetto a quanto vengono pagati dal consumatore e i diritti d'autore sono una minima parte del problema. I musicisti di professione sanno bene che pur vendendo un buon numero di copie non guadagneranno abbastanza e che la vera fonte di guadagno sono i concerti e le apparizioni live. I casi da milioni di copie sono pochi e la situazione è analoga nel mondo della scrittura.
Sebbene sia vero che da una parte il prezzo dei cd musicali sia elevato questo non basta a giustificare l'abitudine del download gratuito anche perché e le copie digitali sono più a buon mercato, quindi niente ci impedisce di acquistare quelle. Credo sia più realistico dire che ci piace rubare soprattutto se riteniamo di essere presi in giro da chi ci sta vendendo un prodotto. Invece di limitare il consumo aggiriamo il problema. (In fondo, il non capire bene le percentuali di guadagno reale dell'artista, del suo "editore", del distributore, del negoziante etc. ci fa apparire qualsiasi prezzo sproporzionato.)
Con la musica mi è capitato, certo, sono umana. La questione è che - e qui mi riallaccio al secondo articolo che ho letto e che non ritrovo - molta della musica che ho scaricato non l'ho mai ascoltata. Soprattutto ora che ho a disposizione YouTube e che in qualsiasi momento, da smartphone o portatile, posso cercare il brano che ho in mente e ascoltarlo pur non "possedendolo". Pare infatti che ci siano dati che confermano che spesso non diamo il giusto valore a ciò che non paghiamo. Motivo per cui molti artisti in diversi campi sono uniti nel tentativo di far comprendere che lavorare gratuitamente non fa che far passare l'idea che l'arte non "valga" e che quindi sia giusto non pagare.
In un mondo ideale, a mio parere, l'arte dovrebbe essere alla portata di tutti ma ci dovrebbe essere la cultura sufficiente a comprenderne il valore. Quindi, avendo anche da capire chi siano in effetti gli artisti (quanti ne hanno il titolo non sempre lo sono e molti che pensano di esserlo quel titolo non lo avranno mai), vivendo in un mondo imperfetto, tocca pagare per usufruire di qualsivoglia forma d'arte - che a volte si riduce a sorbirsi della pubblicità - ma si può anche scegliere.
Ha davvero senso avere tutto? Possedere tutto?
Io faccio una selezione, punto. Ci sono libri che vorrei leggere: se non posso acquistare il titolo alla sua uscita, per qualsiasi motivo, lo metto in una whishlist. Può essere che mi arrivi per Natale, o per il mio compleanno. O per sfizio. Può essere che non mi arrivi e che me lo compri quando posso.
O che semplicemente non li acquisti. Ma non vedo perché rubarli, visto che sono oggetti/opere a cui tengo. Gli autori che amo e seguo di più cerco di averli in cartaceo, quelli meno importanti e quelli di cui non sono "sicura" li prendo in e-book. Magari un anno o due dopo l'uscita.
Con i film il discorso è analogo e a fare la differenza sono i contenuti extra e la qualità. Che non è poco.
In definitiva io non credo che ci sia un motivo legato alla politica editoriale sbagliata, ma sostanzialmente che si scarichi illegalmente per puro piacere e che non sia nemmeno una questione di avere subito un qualcosa che si desidera: lo si fa perché si può. Ma si può scegliere diversamente.

Nessun commento: