21.2.15

Ho scordato chi sono...

In questo gioco che è vita, capita a volte di scordarsi cosa si è.
Pedine, Regine o Cavalli.
Succede che un sogno ci catturi con il suo bagliore e ci distragga facendoci perdere il senso. Ma poi piccole cose ci risvegliano e tutto diventa chiaro.


In questo periodo mi sono sentita spesso piccola e inutile, sperando che qualcosa arrivasse e non vedendolo arrivare. Un gioco in cui tutti sono più bravi di me, in cui tutti ottengono qualcosa tranne me.

Poi mi è tornato in mente il mio vecchio amico Roberto, che quasi 30 anni fa mi ha conosciuta insieme a una mia amica. All'epoca mi sentivo avvolta nell'energia di quella mia amica, pensando che fosse lei a essere magnifica e io solo un sostegno. Nel reincontrare Roberto, un paio di anni fa, mi ha raccontato la storia da una prospettiva diversa. Io ero la luce e la mia amica il traino, sempre. Solo che non me ne accorgevo. E mi sminuivo.
Ci sono cascata ancora. Per qualche tempo ho aspettato che un sogno mi facesse volare, sentendomi bloccata solo perché mi ero dimenticata il mio ruolo. Non succederà ancora.

Io so chi sono.
Sono carne. E luce.
Saprò aspettare e rispettare il mio ruolo. Ho pazienza, sono forte e so che è inutile aspettarsi cose che non devono accadere.
Quindi, se non riuscirò a scrivere non scriverò che per me; se non riuscirò a fare i progressi che desidero farò quello che posso senza smettere di brillare.
Ho qualche bella soddisfazione a pole dance e nonostante una costola dolorante miglioro sempre più. Ho persone che mi vogliono bene, ho molto più di quanto avessi anni fa.
Anche se non sono la stessa persona che ha incontrato Roberto 30 anni fa, anche se non sono nemmeno la stessa di due anni fa, anche se sembro sempre uguale (lo dicono tutti, chi non mi vede da 30, da 20 o da 10), ora so che cosa sono. E di sicuro non me ne dimentico.
Non più.
Poi in questa scacchiera posso essere pedina per qualcuno, o Regina, o Cavallo... Non importa.
Se mi vogliono pedina, pedina mi avranno. E non vedranno la luce che sta in me. E va bene.
Terrò la luce per chi la merita. Non mi sentirò più così piccola e inutile, e oggetto.
Mai più.

2 commenti:

Grilloz ha detto...

Sulla scacchiera della vita bisognerebbe cercare di essere lo scacchista ;)

PaolaClara ha detto...

Temo sia impossibile esserlo davvero, senza dubbio sarebbe più interessante. Ma noi siamo per l'altro sempre un qualcosa di diverso, di classificabile, di etichettabile. E l'altro per noi. Ci è più comodo saperlo cavallo e sapere già come muove e quanto ci costa perderlo.
Per questo diamo i ruoli agli altri e loro li danno a noi. Per prevedere e non perdere. Non posso impedire a qualcuno di affibbiarmi un ruolo, posso semplicemente accettare di essere quello che vede in me e non altro, non quello che vorrei vedesse. E devo imparare a non aspettarmi di più. Starmene al mio posto.