24.1.15

Il prezzo da pagare

Poi, di colpo, mi viene in mente che dormivamo nella stireria.
Mamma e io, in casa dei nonni. La casa dove abbiamo vissuto quando ero piccola, prima delle elementari. Un appartamento al secondo piano in via Collegno, con il salone con bow window e un enorme lampadario con gocce di cristallo. In quella casa c'era la stanza della bisnonna, ricca di velluti e di piccoli animali di ceramica o vetro. I miei nonni avevano la loro camera, grande e comoda. Poi c'era lo studio del nonno, in cui credo di non essere mai entrata. Il salone, la cucina e il bagno.
E la stireria.
Pareti bianche, un letto singolo con secondo letto estraibile in metallo rosso, un armadio bianco e il tavolo da stiro. Niente altro. Non un oggetto, un quadro, un mobile, che segnalasse che quella era camera nostra. Nemmeno la stanza degli ospiti, perché in quella stanza il tavolo da stiro era sempre pronto e non la si poteva scambiare per altro.
Non ci avevo pensato fino a stamattina.
Non sto a dire quanto tempo è passato, non è difficile da immaginare. Pensavo a quanto la famiglia sia un "posto" particolare in ognuno di noi. Quante cose, anche piccole, ci sfuggono o ci sono sfuggite.
Non ho mai fatto caso al luogo in cui dormivamo. Pensavo alla casa che abbiamo poi avuto in via Peyron e ai colori accesi alle pareti, ai quadri, agli oggetti, ai libri. Era "casa nostra" per davvero.
E pensavo ai silenzi di mia madre e al suo non parlarmi della famiglia. Poche cose, tutte riguardo al suo spirito ribelle. Poche cose, molto dolore. Lei che scappava dalla finestra per andare a ballare, lei che lavorava in pasticceria per infastidire i suoi coetanei della "Torino bene", lei che si era innamorata di un artista, lei che con una figlia se ne era tornata a casa dei suoi. Il massimo sfregio, credo.
Quello che ci ha confinate in stireria, almeno per un po', fino a quando il prezzo non è stato pagato.

2 commenti:

easy runner ha detto...

Ti leggo sempre con interesse e piacere, quando ci accompagni fra le pagine del romanzo della tua vita è un'emozione ancora più profonda.

easyciao

PaolaClara ha detto...

Sto raccogliendo le idee per il terzo volume della mia saga personale...
Son tutta una saga, io.