3.9.14

Le parole e la musica

Diciamolo chiaramente: non è un caso se il mio primo romanzo - primo finito, primo pubblicato, non primo scritto - si chiama "Gli attimi in cui Dio è musica".
Prima ancora che la parola è stato il suono. E col suono le immagini che esso evocava nella mia mente. Il suono prima del testo, anche perché spesso da piccola ascoltavo musica il cui testo non comprendevo, in inglese per lo più.
Poi sono arrivate le parole e con esse la necessità di raccontare. Rendere le immagini una storia da raccontare, anche partendo dalla musica.
Nel frattempo alla musica s'è legato anche il movimento, giacché la musica ha un che di fisico. La vibrazione.
In tutto quello che scrivo c'è la musica. Anche quando non la nomino, anche quando non c'è traccia di musica. In tutto, tranne che in un romanzo. Solo uno, completamente senza musica. Scritto nel silenzio.
"Sette stanze" è una storia dolorosa. Forse è questo il motivo.
In "Parole d'amore insano" ci sono poesie che sono state ispirate da canzoni.

Il primo romanzo che ho scritto - poi riscritto, e riscritto e mai finito - è partito dal mio periodo di depressione in terza media, periodo in cui mi chiudevo al buio totale della mia stanza e mi rincoglionivo di musica. In particolare, per quella storia ho ascoltato ripetutamente la colonna sonora di "Footloose", "Original Sin" degli INXS, "Wouldn't it be good" di Nik Kershaw, "Relax" dei Frankie Goes To Hollywood e alcuni brani della colonna sonora di "Flashdance". Certo, è una storia di danza, ma anche di ribellione, di dolore e di sbandamenti. Forse prima o poi lo riscriverò in modo definitivo, ma non è il tempo.

Il romanzo uscito ha una sua playlist anni '80, segnalata a fine testo.

Il fantascienza dai toni rosa ma anche rossi è stato scritto ascoltando ossessivamente l'album di Elisa "Asile's World", che martellava nelle orecchie atmosfere "di foresta verde". Solo un album, un mondo chiuso, destini obbligati, verità nascoste a lungo.

Il fantahorror ha una colonna sonora cupa, che va dai Pink Floyd di "Atom earth mother" al sound ripetitivo dei Massive Attack di "Heligoland", alla bellissima "Burning in the skies" dei Linkin Park, o "Hearing damage" di Thom Yorke, per arrivare alla romantica Adele di "Set fire to the rain" con dentro Kings of Leon, Temper Trap, Placebo e Prem Joshua.

I racconti, beh, hanno diverse ispirazioni.
Questo per dire che, alla fine, è sempre la musica a farla da padrona. In un modo o in un altro. Sempre.

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