7.7.24

Il filo



 No, non è più possibile ingannare il tempo. Forse non lo è mai stato, è solo una nostra illusione. Come se tessere e disfare questa tela avesse il potere di rallentare il corso delle cose. Certo, ho le mie buone ragioni: la mano non è più la stessa, gli occhi sono stanchi e questo desiderio di compiere un capolavoro male si accorda al mio umore, alla mia vita.

Non mi è mai importato di saper tessere perfettamente, è solo una scusa per prendere tempo, nella speranza che tutto cambi mentre resto quasi immobile al lavoro sotto gli occhi di tutti e nelle notti inquiete torno a sfilare punto per punto ciò che ho messo insieme alla luce del sole.

Io non so se tornerà, so che mi ha lasciata qui a governare un regno in una casa vuota e io nemmeno questo ho mai voluto fare. Non l'avevo scelto per il regno ma per amore, se anche fosse stato un semplice marinaio l'avrei amato ugualmente. Invece è un Re e io Regina. E per amore ho tenuto in piedi il regno così a lungo che mi sembrano passati secoli, qui sola con il mio potere che non è mai stato mio e che sempre sarà di un uomo. E circondata da uomini che mi lusingano con complimenti ogni giorno più arditi sperando che prima o poi io ceda, e lasci il posto del mio uomo a un altro. Perché potrebbe esser morto, potrebbe non tornare da quel viaggio.

Lui, che non ha esitato quando è stato chiamato all'avventura e non ha pensato alle conseguenze del suo servire un altro re in guerra. Lui che per onore e per gloria avrebbe fatto ogni cosa. Sicuro in cuor suo che qui sarei rimasta, in salvo sì ma non del tutto ché la mia anima ha perso luce ogni giorno e io speranza.

Non è possibile ingannare il tempo, che passa inesorabile e svuota le vene. La vita è breve, non solo là dove si combatte. Non c'è bisogno di sentire l'odore del sangue, né di conoscere malattia. La vita è breve, il tempo scorre e se non lo vivo adesso non si fermerà per me, non lo fa per Nessuno. Potrei trovarmi vecchia, ancora qui a tessere e disfare la mia tela. Non vederlo più o rivederlo tornare ferito a morte, o invecchiato più di me dalla battaglia. Se fossi stata scaltra lo avrei seguito in guerra, con i capelli corti e travestita, salendo su una nave delle sue e restando al suo fianco di nascosto. Se fossi stata più determinata lo avrei convinto a non andare, perché il suo regno aveva bisogno di lui. 

Ma ora...



Questa notte ho disfatto la mia tela fino all'ultimo nodo. Ho raccolto le mie cose, quelle che posso portare. Ho baciato sulla fronte il mio bambino ormai cresciuto e l'ho mandato a letto. Non resterò ad ascoltare un solo giorno di più le persone che ho intorno mentre mi rubano ogni energia e la vita. Non importa se nel viaggio mi si consumeranno le scarpe, non importa se non avrò lenzuola di raso nel mio letto ogni notte, non importa se perderò il regno intero. 

Il tempo sfugge a ogni controllo, non è mai stato nostro.

Penelope non abita più qui.


1.7.24

Io e non più io

 Avrei bisogno di scrivere, ché di cose ne son successe a iosa.

Ma non sono più io, o forse non lo sono mai stata più d'ora. O forse ancora sono in attesa di riconoscermi nuovamente e di trovare la strada per esprimere i miei pensieri che non sia più limitata dalla mia idea di me stessa.

Sembro confusa ma non è così.

Non ho più le parole, le sto cercando. O semplicemente attendo che arrivino da sole quando sarà il momento, perché forzare le cose non è nella mia natura.

In questi mesi ho capito molto e ancora ne ho da investigare...

Ho tolto il palo da casa, faccio pirouettes inaspettate, mi trovo a sorridere. No, non è passato tutto ma è cambiato. Non so se ora sono pronta ma lo sarò.