27.4.21

Sottile

 Perfettamente confusa.



Sottile ritorna il pensiero, il legame, l'immagine della tua pelle. S'insinua. Non è, come non è mai stato, ma torna. L'idea di una possibilità, l'idea di poggiare la schiena alla tua e respirare su un prato.

Annebbiata, come ricordi in una vecchia pellicola. Non c'è. L'odore del tuo collo. Un gesto. Nessuno.

Ché quel che stringo mi soffoca. Quel che mi stringe mi mostra chi sono. Lo specchio, il rifugio nella carne, il dolore come d'aver perso la rotta. E i pensieri, e un amante perduto e quei ricordi lontani. Niente è stato vero, niente lo è troppo a lungo quando non sei, o non sai di essere.

Ho vissuto un sogno, più d'uno, in cui ero Regina di un castello lontano e il mio Re tornava dalla guerra con cavalieri e omaggi, e omaggio di cavalieri ma poi riandavo alla finestra e i cavalli s'allontanavano e io restavo avvolta e sola in un drappo colmo di tramonti. E lacrime, e ferite sul corpo che non si vedono.

I miei lacci recisi, ma la mente corre e non è a te che viene se deve venire. Va. Una maschera da indossare prima che qualcosa inizi davvero. La paura. Il bisogno. Quel disagio. Il desiderio di sparire, di non essere più, di non perdere il controllo. Il desiderio più forte, e gli occhi chiusi.

Domande, parole, la storia che prende un contorno oscuro. La mia vita che com'era è finita. La mia vita che non so più com'è. Ma grida.

Basta. Basta. Basta. Amami. Non farlo mai più. Non costringere il mio cuore a odiarti, non distruggere l'idea. Scioglimi.

Ed ecco, vedi, che in tutto questo non c'è il tuo nome ma mille altre cose e comunque allungo la mia mano per cercare la tua e sanguino perché non sei. Non sei, non sono, non c'è niente qui addosso. È solo tutto qua dentro e pieno di mille parole e sorrisi. Tra cent'anni sarai un filo nei miei capelli lunghi, tu resterai sottile. Sul mio corpo tutto senza esserci mai.

Amami. Non così, amami. Io sto guarendo le ferite che non sai d'avermi fatto, le ferite che mille dita affilate han fatto sanguinare prima che tu fossi in me. E ora, ora che so chi sono ho bisogno che tu sia. Ora che deliro e che non sei tu il fantasma cui mi rivolgo, ecco, vorrei carezzare le tue mani e non baciarti mai, vorrei incontrare i tuoi occhi e il tuo sorriso lontano ancora una volta prima di andare. 

Non voglio andare. Non esisto. Sono.

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