30.7.13

Quasi

Come in un sogno, mi affaccio alla finestra e ascolto i rumori della città a sette piani di distanza.
Oggi piangevo e non so perché, colta da un senso di spossatezza che poco ha a vedere con una reale stanchezza fisica.
Un tempo, anni fa, riuscivo a eguagliare la fatica mentale con quella fisica uccidendomi di danza. Poi dormivo, e lo facevo bene. La carenza di danza mi ha resa insonne e la carenza di sogni mi affatica. Erano anni, però, che non mi capitava di sognare di volare. Ma è successo ancora pochi giorni fa. Sono sogni che adoro; soprattutto quando volo nei boschi di notte.
Stanotte voglio volare.
Ho aperto le finestre, tutte. Vedo le montagne lasciare il loro profilo alla luce del sole che se ne va, la collina illuminarsi piano, le finestre bianche, gialle e arancio.
Silenzio.
Il più totale, se non calcoliamo il ticchettare delle dita sulla tastiera.
Tra poco, forse, mi metterò a scrivere al portatile. Ho delle scene del nuovo romanzo che premono e non ancora lo stato mentale giusto per riprendere il fantahorror in mano.
Solo una pallida luce albicocca a rischiarare la casa, gatte e cane che ogni tanto si spostano per trovare una nuova posizione comoda.
Ci sono quasi.
Quello che aspetto sta arrivando. Non so cos'è, ma lo sento. Devo solo respirare e reagire al meglio delle mie capacità. Ma questo lo so fare. Sono le attese che mi uccidono. Attese e sensazioni che non so controllare.
Ho aperto ogni finestra, voglio aria. Come questo inverno volevo la luce.
Ora ho tutto. Quasi.

3 commenti:

easy runner ha detto...

E quello che aspettavi, è arrivato poi?
Dalle finestre aperte o da dentro?
Curioso easy eh?

Paola ha detto...

Ancora no, Easy. Ma arrivera'. Arriva sempre... il destino.

easy runner ha detto...

Sì, come il postino.
Due volte anche.