29.5.11

Poco da dire, in effetti ma...

Ecco, sono a casa dopo aver dato una mano a creare un nuovo blog.
Oggi ho fatto un paio di cose anche se nel casino di casa non si vede granché. Dovrei telefonare all'omino che recupera oggeti per i mercatini e fargli vedere il baule pieno di oggetti di mia mamma e della famiglia che campeggia da sei mesi nel mio ingresso. Ma non me la sento di farlo. Da un certo punto di vista è come gettare via i ricordi di una famiglia intera. Non so.
Stiamo sistemando la cucina, quest'estate ricoloriamo le pareti, ma adesso aggiungiamo mobili e spostiamo cose in modo da girarci meglio. Tutto rigorosamente Ikea, dura da almeno 13 anni e a parte qualche difetto va ancora benissimo.
Oggi sono 11 anni che sono sposata. Guarda caso è anche il compleanno di mio padre e di un amico. Non ho ancora preso il regalo. Sono a corto di idee ma me ne verranno di sicuro.
Nonostante i buoni propositi non ho scritto. Ho letto, ho visto film e visto amici e parenti. Tanto quando non è periodo non c'è niente da fare.
Ma sto bene, a parte quell'inquietudine che mi serve a creare e che aspetto solo che esploda e mi porti a terminare il romanzo nuovo. Lo devo finire, ho mille altre storie da raccontare...

21.5.11

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Immagini dal mondo dei sogni

Il ramo che spunta dalla crepa nell'intonaco, o forse è una radice. Corre nascosto per emergere nella stanza color glicine, con il suo color corda, chiaro. Poi si sommerge di nuovo. Se ne va.
La donna piange la madre morta e mi regala un ficus. So chi è, anche se ora mi appare con un altro aspetto. Ma non capisco il motivo del dono. E di tutto ciò che prendo da lei.
La luna piena e il bosco e le stelle nel cielo nero. Aria tra i capelli e sul viso, il volo leggero della strega.
La fuga verso est, il rifugio da un angelo in bermuda cachi, il suo divano letto e il desiderio di salvare lui.
La chiesa dove tutti saranno torturati, le sbarre e le punte delle inferriate, le pareti di pietra intagliata. Catene scure e sussurri nel buio. L'uomo che affoga senza che ci sia acqua.
La vasca nella foresta in cui vivono strani serpenti, il bagno, i bambini e la morte che mi porto dietro.
L'albergo dalle mille scale bianche e dalle porte in noce. La stanza numero otto.
Passeggiate mano nella mano nel bosco con l'uomo dei sogni, la calma, l'amore e la gioia.
Pareti inondate di sangue, tende bianche coperte di schizzi. La luce e l'oscurità.
Una testa poggiata su un cuscino rosso sangue.
Una casa dal corridoio lungo e scuro, con stanze grandi e soffitti alti. Parquet rovinato e pareti scrostate.
Il telefono con simboli al posto dei numeri e una telefonata urgente da fare.
La statua con la testa di leone su cui ci si arrampica seguendo le impronte. Un tappeto di aghi di pino.
La caverna che sbuca in un bosco, con la sua apertura enorme e le foglie che ricoprono il suolo all'interno.
Le parole ti amo sussurrate in un orecchio mentre scivolo nel sonno...

Il caldo mi fa male, lo so.

Gli avvenimenti che in questo periodo fanno da contorno alla mia vita quotidiana (terribilmente noiosa in certi momenti, ma a guardare bene...) mi portano spesso a delle riflessioni sul mio modo di affrontare le cose.
Per esempio, come sapete, non sto a pianificare più di tanto il mio futuro. La vita mi ha insegnato che non serve, che si spreca tanta energia, a volte troppa, nel cercare di mettere in atto i nostri piani e così sprechiamo il nostro tempo in qualcosa che non si sa se avverrà mai. D'altra parte lo diceva anche John Lennon che "Life is just what happens to you, while your busy making other plans." (Beautiful boy -darling boy 1980). Quindi...
Tendenzialmente preferisco seguire la corrente, lasciarmi trasportare, senza prendermela troppo per le cose quando non vanno come decido io o come mi piacerebbe che andassero. Perché a volte la vita ti sorprende e ti porta in un posto che mai avresti pensato di frequentare. Ti fa incontrare persone che non avresti mai incontrato, ascoltare le loro storie, ti arricchisce oltremodo. E ti porta via, te le fa lasciare, ti fa andare oltre. E questo lo so fare, lo faccio anche se poi mi ricordo bene ogni momento della mia vita (e se non ricordo è perché non voglio ricordarlo) e amo perdermi nei miei ricordi più di quanto io ami guardare avanti. So lasciare andare amicizie, so lasciare gli amori che non hanno speranza pur continuando ad amare allo stesso modo le persone che allontano. So accettare la morte, le difficoltà. Le conosco, sono inevitabili. Quindi scelgo di non preoccuparmi di loro.
Perché perder tempo a preoccuparmi per qualcosa che succederà comunque? Avrò tempo per preoccuparmene quando sarà il momento. E per stare male il giusto mentre accadrà. Ma non voglio rovinarmi l'esistenza in preparazione di quei momenti.
E so ridere anche delle cose più brutte. Perché no? Da una parte sono più cinica di un tempo, forse questo è un difetto però aiuta. Seguo l'istinto e mi fido della mia pelle.
Mi perdo in fantasie per sdrammatizzare i momenti no, per non pensare troppo alle cose che non vanno. Non che io sfugga o che sia superficiale. La realtà mi annoia perché a volte è così prevedibile che non lascia spazio allo stupore. Il Maestro mi dice sempre che lo stupore è fondamentale. Forse ci devo lavorare un po', attualmente l'unica cosa che mi provoca stupore è la natura, la bellezza del cielo, delle nuvole, del vento, della pioggia, delle cime innevate o della vastità dell'oceano o del cielo stellato. La Vita che spinge e che cresce nelle crepe di un muro, nell'asfalto, nel deserto. La complessità di ogni essere vivente.
Certe volte mi sento aliena, quando dico che non voglio invecchiare e che trovo innaturale prolungare la vita il più possibile. Perché lasciarsi andare per me significa vivere appieno ogni istante finché ci sono istanti, poi verrà quel che verrà. Magari al prossimo giro sarò una pianta, o un pesce, un rettile o un uccello. Per me non è importante. Per me niente è così importante, niente che possa limitare la mia mente. Purtroppo resto così terribilmente umana...

20.5.11

Spot futuristico

La mia mente è posseduta da immagini forti.
Il romanzo procede, lento ma inesorabile e ha un senso. Che per essere tratto da un sogno è già una gran cosa. Le sue strade sono cupe, a volte fredde. La notte è piena di luci artificiali e di musica. I personaggi hanno un loro carattere e le loro motivazioni, procedono da soli obbligandomi alla resa. E se anche a volte mi trovo ferma a chiedermi cosa succederà adesso, appena mi metto alla tastiera e comincio a digitare tutto scorre fluido senza che io mi debba sforzare.La storia mi ha catturata. Vivo più tempo nel mondo di Jane, Jack e gli altri che nel mio. Amo David e la sua natura, sono affascinata dal mistero di Jane, dalla vita di Jack, dall'esperienza di John e dalla forza di Troy. Le motivazioni che hanno spinto Clayton e che governano Sullivan Kayne. E il potere di Adam, di Aidan e dei suoi figli. E ancora, l'arrivo di DJ, del tutto inaspettato anche per me che non lo avevo previsto.
Il finale ha già tutte le fiamme che deve avere e il pathos, e ora anche una bella colonna sonora. Si chiude con Adele, con Set Fire To The Rain.
Contiene un po' di tutto, dai Massive Attack ai Pink Floyd, ai Linkin Park, Thom Yorke e Prem Joshua, i Temper Trap, Kings of Leon e la cover dei Placebo di Running up that hill, anche se è già stata usata milioni di volte.
In fondo io da quel mondo non voglio uscire. Mi piace addormentarmi parlando con loro, vederli lottare, indagare, amare e difendere la loro vita ogni giorno mentre lavoro. Mi piace pensare al loro volto, al suono della loro voce. Ai loro corpi atletici.
Ai combattimenti, al pericolo, alla morte e alla distruzione.
Questo mi mancherà. Moltissimo.

18.5.11

Dualità

Su quello che ho io faccio affidamento. Quello che voglio lo guardo con sospetto, perché tendo a volermi fare male e certe volte evitare il massacro è meglio che andarci correndo.
Tutto quello che ho cercato in vita mia si può riassumere con equilibrio e leggerezza. Che in un certo senso posso ricollegare alla danza, alla fantasia, al desiderio di perdere la dimensione corporea e diventare puro spirito.
Ma non sono una persona equilibrata di natura e trovare questo minimo equilibrio m'è costato fatica e quasi quarant'anni di vita. Per la leggerezza aspetto di essere puro spirito, che tanto...
Capita che io pensi alla passione. A quello che c'era in me prima dei vent'anni, prima dei diciotto. Prima. In quel breve lasso di tempo in cui la ricerca di un equilibrio almeno fisico in punta di piedi mi ha tenuta sospesa oltre ogni problema. A quella cosa che ogni tanto prende lo stomaco e i sensi. Che non ti lascia dormire, nè ragionare. A volte mi manca. Mi sento spenta, perché in certi momenti la passione sembra una cosa così lontana...
Che cosa volevo davvero? Equilibrio o passione? Ho come l'idea che non possano coesistere.
Tutto quello che so mi rende cinica e in qualche modo arrendevole. Tutto ciò che conosco non ha fatto che farmi male. Tutto ciò che ho amato mi ha portata a perdermi.
Per questo ho scelto l'equilibrio, per non impazzire. Ma il prezzo qual è?

8.5.11

Risveglio in una cella oscura

"Non riesco a stare sveglia, mi addormento in continuazione. E a ogni risveglio sento l'amaro in bocca. Mi viene in mente che forse ero più felice quando la mia vita aveva uno scopo. In fondo no, non lo ero comunque. Avevo solo una fuga in più dalla realtà. Un sogno.
E non è servito a molto sognare, nè qualsiasi sacrificio io abbia fatto per raggiungere il mio obiettivo. Mi chiedo perché dovrei volere uno scopo nuovo, perché dovrei averne uno. A che pro?
Per dimenticare che la vita non ha un senso se non gliene dai uno tu? Per immaginare un legame con questo mondo e con questa materia che vada oltre il mio destino comune?
Non faccio altro che tentare di allontanarmi da qui, da una vita intera. Mi rifugio in sogni, in fantasie, in melodie che mi catturano. La danza serviva a questo, scrivere serve a questo, come sognare.
Un posto dove posso essere qualsiasi cosa e chiunque, posso fare e non fare. Posso uccidere i miei demoni e amare con un'energia che qui non posso nemmeno sperare di avere. Qui non è permesso vivere felici.
Qui si può solo riempirsi le giornate e le mani di cose che non ci servono. Qui c'è il vuoto, c'è una nube nera che non permette di vedere la luce, c'è il desiderio di essere immortali.
Qui c'è solo stupidità e false speranze. Ci sono superstizioni e raggiri. C'è sfruttamento delle debolezze altrui, c'è finta pietà, finto successo, vite e corpi finti. C'è immagine dove non c'è più sostanza.
Desiderio di onnipotenza. Delirio e rituali collettivi dove si invoca il nome di un buffone credendolo un dio. Non c'è più il contatto con ciò che è vero, con luce, amore e morte. Non c'è altro che paura nei nostri cuori e non facciamo che odiare per sfuggire alla nostra ignoranza e debolezza. Non vogliamo ammettere di essere semplici animali che dopo aver vissuto una certa evoluzione stanno semplicemente tornando indietro. Alla polvere da cui siamo nati e alla barbarie che alberga nei nostri animi inquieti.
Vorrei brandire una spada e lottare fino alla morte per difendere qualcosa, ma qui non c'è nulla che valga la pena di essere difeso. Nemmeno la libertà esiste se non in un concetto astratto che usano per tenerci ingabbiati ancora più di prima. Non ci vorrà molto prima che comincino a mangiarci dopo averci tenuti all'ingrasso. Tanto non ci ribelleremo, si fa troppa fatica a reagire.
Sarà che non vediamo il sole da decenni, sarà che non conosciamo nulla se non il nostro mondo di gallerie e labirinti sotterranei. Sarà che viviamo come topi, che manca la speranza e che alla fine ci basta sopravvivere un giorno in più... "

Sam (protagonista di uno dei miei lavori), 2091.

3.5.11

Joyful

The chances we had
won't rest.
They move, they go
and you only have to let them...
No choice,
no damned wishes.
Just take a deep breath
and let yourself flow
free, alone,
one thing with the universe,
joyful.

(che alla fine tutti 'sti telefilm in lingua originale mi fanno uno strano effetto...)

2.5.11

Mamma

Vortice di fumo azzurro.
Un tornado, la Vita.
Qualcosa che ritorna.
Sei mesi di morte,
una vita d'amore.
La spirale dalle
mille traiettorie.
Nell'aria
la felicità infinita.

(dopo la preghiera del 28/4)