Ho notato che ci sono momenti in cui basta un niente a ferirmi.
Essere senza pelle, lo chiamano. Quei giorni in cui anche solo il silenzio prolungato prima di una risposta ti sembra il preludio a un disastro. Quelli in cui ti assalgono i dubbi più atroci riguardo ciò che stai facendo, come per esempio il romanzo cui sto lavorando. Che fino al giorno prima lo trovavo bellissimo e appena l'ho affidato a qualche persona in più, persone che di solito leggono "difficile" o comunque non leggono me. Perché sì, ho bisogno di un giudizio più severo. Non che l'affidabile Filo, che di solito mi cestina il cestinabile - che io recupero e propino ai tornei su internet - non sia sufficiente. Questa volta non si tratta di omicidi, di mostri, di guerre e di azioni militari... Questa volta ho bisogno di gente che legga narrativa generale di buon livello per dirmi cosa pensa e se posso tentare il "colpaccio".
Allora in certi giorni mi torna in mente il fidanzato che un tempo mi ha detto che tanto ero e sarei rimasta una sartina del cazzo. E che purtroppo in un certo senso io quello ancora faccio per vivere, certo non sono diventata "qualcuno", posto che si possa diventare qualcuno oltre se stessi... E non importa se da allora mi sono diplomata, quasi laureata, ho pubblicato uno stupido libro e sto scrivendo sempre e sempre meglio e sto dipingendo diversamente e sono una persona diversa da quella che ero allora.
Io un po' mi ci sento ancora, una che non vale granché - alla faccia della pubblicità dell'Oreal. Che poi quel che si vale, chi lo stabilisce? Chi mi dice che se anche superassi mai nella vita le vendite di un Volo o di un Moccia a caso (o un Dan Brown, o una Stephenie Meyer) non mi sentirei lo stesso una benemerita "merdaccia" fantozziana?
E chi mi dice che non sia in fondo meglio così e tenermi questi maledetti giorni in cui mi servirebbe il conforto del mondo e il mondo intero si fa i cazzi suoi?
E procede ignorandomi e anzi premia altrove dando soddisfazioni a chi non ne ha una stretta necessità? Dannato mondo...
Ecco, ieri mi sentivo così. E piangevo da sola lavorando la seta - cui sono allergica, tra l'altro - in attesa di non so che. E invece della consolazione, la sera mi si pone un nuovo enigma legato a un autoritratto che ho fatto secoli fa e a un altro quadro che è andato in fiamme a Capodanno.
Ai posteri i poster, io continuo a dipingere...