18.9.08

Citazione colta 2

"Chi non avesse capito, alzasse la mano".

Maestra elementare, 1993.

"Questo compito vuole rifatto."

Maestra elementare, Modena.

13.9.08

Tocco orientale

Stasera in cucina avevo voglia di sperimentare...
Quindi, petto di pollo alla mano, ho improvvisato una ricettuzza coi peperoni. La prima volta che ho del vitello provo anche con quello che mi sa che va anche molto bene.
Ma, bando alle ciance, vado ad introdurvi in una nuova atmosfera...

Serve: petto di pollo tagliato a strisciuzze, peperoni, cipolla, aglio, salsa di soia, olio, sale, pepe, maizena. Le quantità non sono indicabili, fatevi le dosi. Io ho usato 4 etti di pollo, 3 peperoni, 1 cipolla, 1 spicchio d'aglio e ce n'era per tre persone circa.

In un piatto, lasciate a marinare il pollo in una salsina fatta con olio, salsa di soia, sale e pepe. Dopo aver lavato e pulito per benino i peperoni, pulite e affettate una cipolla, fatela soffriggere in una padella con dell'olio e unite i peperoni a pezzetti. Aggiungete un briciolo d'acqua, una spruzzata abbondante di salsa di soia e insaporite con un po' di sale, o dado vegetale, o simili. Coprite e lasciate cuocere per una mezz'oretta, tre quarti d'ora a seconda della quantità di cibo da cuocere. Quando i peperoni saranno cotti toglieteli dalla padella lasciando più sughetto possibile nella padella e sistemateli in un piatto da portata.
Nel liquido di cottura fate cuocere le strisciuzze di pollo, che essendo sottili non avranno bisogno di tempi lunghi. Non appena saranno cotte, adagiatele sopra ai peperoni, tenendo il liquido che avanza da parte.
Nella stessa padella versate un filo d'olio e fate soffriggere uno spicchio d'aglio finchè non sarà dorato. Poi toglietelo e versate il liquido di cottura nella padella, aggiungete un po' d'acqua e un po' di salsa di soia a seconda di quanto sughetto volete ottenere. Quando sarà ben caldo, aggiungete un cucchiaino o due di maizena e mescolate in modo che non si formino grumi. Appena il sugo si addenserà, potete versarlo sul pollo coi peperoni e servire in tavola, aggiungendo pepe a piacimento.
Il risultato è ottimo e fa molto etnico. Ci si può stupire gli ospiti senza fare niente di speciale...

P.S: Se accompagnate con riso bianco bollito va ancora meglio.

11.9.08

Crisalide

Se cerco di capire il senso delle cose non faccio altro che allontanarmi dal loro cuore. Non è importante che io, piccola particella dell'universo, comprenda tutto e anche di più. E' importante che io viva questo tutto più che posso, senza aspettare, programmare, analizzare.
Non c'è niente che mi dia più pace del guardare il cielo e sapere che non valgo niente, nella mia importanza. Un granello di polvere in un mondo immenso, in una catena di forze che sono enormi e che non potrò nè comprendere, nè governare. A quel punto, sentendomi nulla, mi sento parte di tutto. Di qualcosa di infinitamente potente e bello, di incomprensibile, imprevedibile, crudele, dolce, entusiasmante. E vorrei farne parte ancora di più, vorrei fondermi in questa energia fino ad annullarmi e a splendere di riflessi dorati.
Tutto quello che io sono, quello che sono stata, quello che sono diventata col tempo. Le occasioni perdute, le gioie e le sofferenze che ho vissuto, ciò che ho avuto e ciò che ho perso, ciò che ho dato. La mia vita lunga e breve. Ferite e vittorie. Cicatrici che posso portare con orgoglio. Non c'è cosa che non rifarei, ci sono cose che avrei voluto fare meglio, ma alla fine posso dirmi contenta delle scelte che ho fatto.
Se davvero volessi fare ancora tante cose le starei già facendo e non perderei tempo a sognarle, pianificarle, pregustarle. Lotterei con tutta me stessa come ho fatto un tempo.
Ma il fatto che non ci sia niente di così importante da farmi correre in lungo e in largo piena di folle energia non fa di me una persona senza passione. Ho solo trovato che ci si può appassionare anche alle piccole cose, senza cercare l'evento. Che si può rinunciare senza sentire un peso, si può vivere senza riempirsi necessariamente gli spazi vuoti. Si può amare senza morire ogni volta.
Ho capito che ho troppo rispetto a ciò che mi serve davvero e che quel troppo può bastarmi, che ogni attimo che perdo a seguire una falsa necessità è un attimo che rubo a me stessa. Che forse non riuscirò a trasmettere un solo pensiero al mondo, ma che sono felice dei miei pensieri anche quando non sono felici. Che non posso salvare nessuno e che chi non vuole essere salvato può vivere la vita che ha scelto senza che io mi senta in colpa.
Che quello che sono ora non è che un anticipo di ciò che sarò, ma che non mi spaventa il fatto di doverci arrivare. La trasformazione è un fatto naturale...

4.9.08

Comportamenti bizzarri

Qualcuno entra nel posto in cui lavoro con una collega. Ci guarda nemmeno troppo bene e non saluta. Aspetta la nostra titolare. Resta nella stessa nostra stanza per almeno dieci minuti e si comporta come se non esistessimo.
Qualcuno ordina delle cose scegliendo tessuti, modelli e colori. Poi riporta la sua merce un mese dopo, già lavata, dicendo che non le piace.
Qualcuno ci riporta le cose a lavare, dopo averle usate, ma non siamo una tintoria.
Qualcuno gira per il negozio guardando capo per capo, dicendo di ognuno che fa schifo e lamentandosi che non c'è niente da comprare.
Altri ordinano rivestimenti su misura per tavoli che il falegname non ha ancora finito, per poi riportarli ad aggiustare, perchè il falegname ha cambiato misure all'ultimo momento.
Altri ancora portano tende ad accorciare dopo averle tenute appese in casa almeno un anno, senza lavarle, con tanto di insetti vivi e di pisciate di cane.
Qualcuno dà consigli su come lavare la merce che ci hanno portato a lavare. (Ma se son capaci di farlo, perchè non lo fanno loro?)
Altri tengono le tovaglie usate nel cesto del bucato per un mese prima di portarcele a lavare, ma continuiamo a non essere una lavanderia.
A questo punto mi sorge un dubbio...
Cosa succederebbe se io entrassi in un negozio e ordinassi qualcosa fatto apposta per me, se lo riportassi usato e dicessi che non mi piace? E chiedendo di avere un cambio merce, tra l'altro...
Se dovessi fare l'orlo ai pantaloni, ma prima di portarli alla sarta li usassi un paio di settimane? Se spiegassi al cuoco del ristorante come farmi la pasta alla carbonara? Se dicessi ad un artigiano che i suoi lavori fanno schifo? Se mi facessi fare una gonna lunga al ginocchio e poi la volessi a metà polpaccio? Se considerassi solo il proprietario del supermercato e non calcolassi le banconiste che mi servono perchè non sono nessuno?
Quanti calci nel sedere riceverei? Quanti sputi nel piatto?
Ma soprattutto, mi verrebbe mai in mente di comportarmi così?