2.6.17

Sono qui

Non sono sparita.
Avrei voluto scrivere prima, perché di cose ne sto vivendo a iosa ma non ce l'ho fatta.
Non è questione di tempo, non solo.
Mi sento "non viva" la maggior parte del tempo. Forse perché mi sono sepolta talmente bene nella mia "comfort zone" che pian piano mi sono lasciata soffocare da metri e metri di terra e ora...
Ora non lo so. Sono impantanata in queste sabbie mobili e non riesco a reagire. Non a fare una sola cosa che mi possa fare bene, perché ho paura di muovermi.
Mi sto suicidando dentro e uno dei primi effetti è una difficoltà enorme a scrivere. Qualsiasi cosa scriva ha tinte talmente cupe che perfino io mi stupisco. Quindi molti dei miei progetti sono sospesi.

Ho due romanzi pronti - uno già revisionato e uno in revisione - che non mando a nessuno e una serie di progetti che sono lì, sospesi. L'unica cosa che ho voluto fare è stato pubblicare, stavolta tutto da sola, la mia seconda raccolta di poesie. "L'universo è amore e sangue" è di nuovo un  brevissimo insieme di pensieri che aspettava da tempo la sua occasione. Disponibile in digitale e in cartaceo, l'ho pubblicato quasi senza rendermene conto.

La copertina, come quella di "Addio a Bodhgaya", è mia. Un dettaglio di un quadro che ho dipinto anni fa.
Come mi succede quando sto soffocando, anche stavolta ho provato con la prima azione che mi è venuta in mente. Pubblicare poesie è quasi sicuramente una follia.
Però in qualche modo so che ne vale la pena, quindi...

Per il resto ho regalato un mio racconto per una nuova antologia a cura di una mia amica autrice. Vedremo.

Insomma, io ci provo.
Non è sufficiente, lo so. Per respirare dovrei uscire dalla "comfort zone", farlo sul serio, anche se potrei essere inghiottita dalle sabbie mobili.
Tutta la vita a scavare, dopotutto, non poteva che portarmi qui.
La regina del nascondiglio.
Invece di provare a vivere, di decidere. Il fatto è che porto con me chiunque abbia vicino, con questo non scegliere e affondare; questo mi infastidisce più ancora di non vivere ma per ora, a parte qualche bizza creativa, non riesco a fare altro.

E pole, dove ho ricominciato a nutrire la mia collezione di lividi, studiando nuove cose per le prossime due gare, a novembre e dicembre. Da sempre, quando sono in un brutto periodo, fare sport mi aiuta. L'unico sollievo che ho.

Ora, consegnato il racconto e pubblicate le poesie, proverò a fare qualche altro passo, perché vivere così non ha un gran senso, dovrei essere felice. Dovremmo esserlo tutti.