31.7.12

Pollo sabbioso per due...

Prendiamo circa 300 grammi di petto di pollo fatto in pezzi tipo bocconcini, impaniamolo passandolo nella farina integrale facendo in modo che attacchi bene.
In una padella antiaderente facciamo scaldare due cucchiai di olio di oliva, dello zenzero in polvere (a piacere), paprika in polvere (idem), semi di cumino, pepe e curry.
Quando l'olio sarà caldo abbastanza buttiamo i pezzi di pollo e lasciamoli cuocere girandoli ogni tanto. Durante la cottura aggiungiamo sale o se preferiamo un po' di dado granulare vegetale.
Servire ben rosolato.

28.7.12

La naturale degenerazione delle cose

Ci sono cose che ti aspetti, conoscendo le persone.
Gesti, come frasi o comportamenti che sai che prima o poi, inevitabilmente, si manifesteranno. A volte hai paura di vederli accadere, te li immagini così tante volte che fanno parte della tua vita come fossero già successe.
Perché poi capita che, quando succedono, di paura non te ne fanno più. Non perché la realtà spesso manca di un suo senso estetico e nella loro realizzazione questi fatti sono meno perfetti che nella tua immaginazione; non tanto perché nella violenza il fascino dipende solo da quanta rabbia hai dentro.
Solo perché quando le cose che ti aspetti diventano vere sono automaticamente normali, come se non ci fosse mai stato altro modo di vivere quella situazione.
Succede con le cose belle, che quando le aspetti a lungo e infine arrivano non sono più così importanti. Come fosse l'attesa il vero attimo da godere.
Allo stesso modo, il sapere quale sarà il naturale corso degli eventi, il prevederlo, sapere già da tempo che prima o poi accadrà, ti toglie qualsiasi sapore di bocca.
E ti sembra quasi strano guardare le persone con gli stessi occhi di prima.

27.7.12

Che...

Son sempre divisa tra libri e film.
Mi piacciono entrambi in modo spropositato. A volte più le serie tv dei film singoli. Mi piacciono i personaggi, seguirli nelle loro peripezie. Studiarli mentre crescono, cambiano, maturano. Tanto che tra i libri, come per le immagini, spesso scelgo le saghe. Come di recente è successo con "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George R.R. Martin, o con i libri con protagonista Anita Blake della Hamilton, oppure quelli con Victoria Nelson della Huff (un po' come tornare a casa, quando li apro), probabilmente con quelli di Charlaine Harris, della Ward... (tutti vampiri, lo so) e come è successo con molti dei libri della Cornwell - salvo poi abbandonarla perché i suoi personaggi non crescono, diventano prevedibili , soprattutto, Kay scarpetta cucina malissimo - con la serie di Charlie Parker a opera di John Connolly (uno dei miei autori preferiti), con la Torre Nera di Stephen King.
Forse perché sono abitudinaria, forse perché entro talmente tanto nelle pagine dei libri da non poter fare più a meno di alcuni personaggi o atmosfere. Capita anche con i telefilm, che devo vedere e spesso rivedere stagione per stagione (non so quante volte ho visto tutti e nove i cofanetti di "X-Files", quelli di "Battlestar Galactica" o "Six Feet Under", "True Blood"... la doppia trilogia di "Guerre Stellari" (di cui preferisco sempre quella storica, ancora da rimasterizzare, ovvero gli episodi 4,5,6) e la extended version dei 3 film de "Il Signore degli Anelli". Tutto sia in italiano che in versione originale. Come ipnotizzata o ossessionata.
Un po' come quando da piccola ho mangiato per un anno intero sia a pranzo che a cena la pasta al pesto, facendo venire il voltastomaco a mezza famiglia (e senza avere conseguenze io, che non sono diventata verde nè ho smesso di adorare il pesto).
Forse dovrei tornare dall'analista... O è solo troppo caldo per liberarsi dai pensieri ossessivi.

22.7.12

Eventi... o E20

Al reading dell'altra sera, firmando autografi col bicchiere a naso di porcello...
Mai smettere di bere quando la serata é buona!
E con le fan-tastiche colleghe dopo la lettura...
(son quella con la faccia da autrice)


Un occhio a parole e musica




E il semplice riflesso del pubblico, o di parte di esso, nella vetrina...


E son soddisfazioni.
Già!






Schizzi

Non sono certo dettagli, vent'anni.
Solo il pensiero mi spaventa. Eppure gli anni passano e tutto sembra restare sempre uguale anche se continua a cambiare.
Eppure incrociare per caso un volto noto fa ripensare al tempo passato. Rielaborare possibilità non sfruttate (oserei dire per fortuna, in certi casi), formulare schizzi di una vita non vissuta.
Solo un abbozzo, per poi sorridere. Divertita.
L'ho scampata, qualche volta...

15.7.12

Mappa

Come un incubo, giunge luglio.
Con lui, con le gambe stanche e il corpo sudato, con la rabbia e la fatica di ogni giorno sulle spalle, procedo lenta fino a quando, e se, giungeranno le vacanze. E il mio compleanno (37bis o 43 che dir si voglia, in fondo non importa) con i soliti sorrisi e la festa e i regali, e la voglia di qualcosa di diverso.
Tempo in cui le domande mi perseguitano. Chi sono, cosa faccio, dove sto andando. Come se il papiro del censimento per me non fosse partito a tempo debito. Invece è partito, ma senza le domande giuste.
Senza le domande giuste come si fa ad avere una risposta?
Senza quelle, come si può conoscere?
Posto che per ogni domanda giusta ci sia una risposta. Una e una sola, corretta.
Ma non credo. Credo nelle sfumature (purché non siano di grigio, di rosso e di nero, che ne ho già la nausea solo a sentirne parlare) e nelle scintille.
Non credo a chi ha risposte confezionate valide per tutti.
Non credo a chi, pur con le migliori intenzioni, ti dice chi sei o chi dovresti essere.
A chi, senza nulla sapere di te, tira a indovinare e ti propone di vivere. Come non lo facessi. Ogni dannato giorno in questi 43 anni. Con occhi aperti e con i sensi accesi.
Affetto, dolore, colori, giochi, respiri, tramonti, stelle; sogni, incubi, paure e certezze; inganni, sacrifici, lavori, esperienze. Usura, violenza, abuso, disperazione come ricchezza, possibilità, speranze e condivisioni.
E illusioni, menzogne raccontate per sopravvivere agli eventi, cicatrici che restano e che non fanno male, ma disegnano sul corpo una mappa precisa.
Quella mappa sono io.
Di questo son sicura. Di questo io posso parlare e ho le parole per farlo. Le so usare e non ho bisogno di richiudere la mia vita in un cassetto per vivere ancora e aspettare che il mio sangue si asciughi sulla carta.
Quella mappa è in ogni singola riga che ho scritto. Che sia bella o brutta.
Che il piacere o il dolore di leggerla vale la pena.
Forse non sono speciale, anzi. Non lo sono.
Solo ho bisogno di gridare, di dire, di sussurrare. Ho bisogno che mi si ascolti. Anche solo per pochi momenti.

8.7.12

Appena possibile

Scusate la sparizione, appena possibile aggiungerò qualche resoconto della serata.