28.10.10

Un anno, un mese e un giorno

Curioso come le cose nella vita seguano un loro strano percorso e come in certi momenti a una parte della nostra mente tale percorso sembri così chiaro.
Viaggiavo in auto verso casa sua, mi avevano telefonato perché stava male. Lo sapevo, certo. Avevamo parlato prima al cellulare. Ma nel guardare fuori dal finestrino m'è venuto in mente questo dettaglio strano. Era esattamente un anno, un mese e un giorno dalla morte di mio zio.
In quel momento ho avuto non un presentimento, ma una certezza.
Ecco cosa stavo aspettando dall'inizio dell'anno. Cosa mi tormentava lo stomaco, mi turbava il sonno senza darmi dettagli importanti.
Eccolo il dettaglio. Sta male. Non solo. Sta morendo.
Non c'è molto altro da dire. Veloce, come il pensiero, questa cosa sta succedendo adesso. Senza tregua, senza respiro. Come la sua vita, come la mia.
Naturale. Doloroso. Inevitabile. Lascio spazio a un cielo sereno.

16.10.10

Senza titolo

La guardo con tenerezza, come a volte l'ho guardata con odio, altre con estrema ammirazione, altre con disappunto, con amore, con rabbia. Mi sembra più facile coccolarla, assecondarla, lasciarla fare. Non con senso del dovere, non senza un peso specifico che mi trascino dietro da un po'.
La vita mi sembra pesante, leggera e piena, e vuota, e insulsa e meravigliosa - ma mai così spesso. Naturale come solo la vita può essere. Per questo da una parte mi spaventa, inevitabile, mentre dall'altra proprio perché è inevitabile mi risulta rassicurante.
Ma non mi fa male, non in quel modo. Non in quella quantità. Solo tristezza.

6.10.10

La verità...

La verità è che ho paura.
Delle cose che implicano una scelta, di quelle che non ti danno via d'uscita, di quelle che lasciano aperta ogni prospettiva, di quelle che non ti obbligano. Ho paura dei sogni e delle delusioni, delle novità e delle sorprese. Delle intenzioni delle persone, della loro vicinanza. Di essere incapace di gestire una situazione, di non essere abbastanza brava. Ho paura delle cose che non conosco e di quelle che si ripetono sempre uguali e prevedibili. Di me stessa, della mia rabbia, della mia incapacità a dire no. Del mio amore. Di quello che provo accanto ad alcune persone, di quello che non provo quando dovrei provarlo. Dei parenti. Del futuro. Della perdita dell'indipendenza, del non riuscire a esprimermi in tempo. Di quello che mi dice il mio sesto senso, di quello che sento arrivare. Di addormentarmi, di perdere il controllo, di scoprirmi diversa. Di sperimentare. Di vivere di abitudini.
Dei ragni, di essere felice, di perdere tempo, di non riuscire a scrivere. Di non essere capita. Di smettere di imparare, di diventare cieca e sorda, di non avere scelta. Di quello che mi dicono quando sono confusa, di quello che dimentico e di quello che scelgo di dimenticare. Di non poter ascoltare o leggere nuove storie, di ritrovarmi in vecchie situazioni. Di perdermi.
Di...