28.12.09

Ho idee

Caspita, sì.
E non mi fanno dormire la notte, e mi fanno sperare di allungare il tempo, che non ho.
Il tempo.
Il tempo.
Se lascio andare tutto il resto, mi chiedo, il tempo lo troverò per dare luce alle mie idee? Perché mi spiacerebbe vederle perse per sempre o inventate da altri perché lasciate lì a vagare nello spazio, un iperuranio della creatività dove si va a pescare. (Buffo, ne parla Stephen King nella nota al termine di La storia di Lisey... una pozza dove si va ad abbeverarsi)
Ecco, io voglio solo un briciolo di tempo per toglierle dall'acqua del mio cervello, filtrare le idee e lasciarle essiccare all'aria. Usarle, prima che svaniscano o che perdano di intensità.
L'anno nuovo mi darà il tempo di farlo?

26.12.09

Liberarsi

Circola voce che per il solstizio bisognerebbe abbandonare i fardelli, i progetti conclusi, le cose ormai passate da cui non ci vogliamo staccare.
Ecco, io lo farei.
Comincio da una mia cattiva abitudine.
Io voglio essere indovinata. Generalmente voglio che gli altri sappiano già chi sono e come comportarsi con me. Che lo capiscano da pochi sguardi e gesti. Da poche parole. Voglio non dover chiedere o ripetere le cose più volte. Non sono una che chiede molto, anzi. Giusto per questo mi piacerebbe che le persone che ho accanto ascoltassero quando faccio una richiesta, magari anche sottovoce. Mi piace che le persone capiscano il mio comportamento, che sappiano quando non mi interessano o quando, invece, ci tengo talmente a loro da lasciarle andare.
Mi piace che non badino alle mie esternazioni plateali, ma che sappiano capire i miei silenzi.
Solo che non capita.
Le persone attorno o sono sorde, o non hanno tempo e voglia di stare dietro alle mie cose, o peggio ancora non gliene frega un salame a grana fine. E io non so cosa pensare.
Allora devo cambiare questa cosa. Nessuno mi deve indovinare. Però ascoltare sì.
Il progetto finito è finito. Sì, è da pubblicare, forse, prima o poi. Ma non me ne devo preoccupare. Ho altre storie aperte, già quasi scritte del tutto. Porterò avanti quelle.
Ci sono persone cui resto legata anche se tutto è cambiato. Legata stretta. Non voglio abbandonare loro, ma lasciare che le cinghie non facciano più male. Non capita spesso, ma con qualcuno sì.
Ho ancora delle sofferenze da quotidianità non conforme. Non conforme alle mie idee, ovvio.
Ho già eliminato il contatto con la realtà, ora vorrei non soffrire più per quello che devo fare per forza, ma farlo e basta pensando a cose migliori che mi aspettano più in là, fuori dallo scantinato. E voglio godermi la fantasia, il mondo irreale che sta nella mia testa e danza.
Danza sempre.

24.12.09

Ognuno ha i suoi limiti

Mezza bottiglia di vodka a stomaco vuoto.
Un solo vasetto medio di Nutella per volta (non il bicchiere da 200 gr.).
Almeno tre ore di sonno per notte.
Non più di 2 caffè al giorno, al bar. Niente moka.
Tre birre medie, o faccio pipì per una vita.
Una sola pizza da Amici Miei al mese, non la digerisco mai.
Niente panettone. Niente zabaglione.
La carne solo se ben cotta, magari anche magra e senza nervetti.
Faccio a meno del pesce a forma di pesce. Fa eccezione il tonno che ha la forma della scatoletta.
Qualsiasi scarpa mi fa venire le vesciche almeno una volta a stagione.
Tre gatte, che mi scambiano per un divano, sono abbastanza.
Devo fare attenzione ai musicisti: ci casco sempre, ma non ho il fisico per reggere la loro vita sociale.
Non riesco a concentrarmi, o faccio almeno due cose per volta o è meglio far niente.
Faccio fatica a sopportare gli stupidi e gli arroganti.
Niente più telegiornale. Mi fa male fisicamente.
Ho gli ormoni che vanno per i fatti loro, devo prenderne atto.
Se fosse possibile avere intorno gente che non cambia idea ogni cinque minuti...
Continuo a cercare lavoro come pensionata.
Non riesco a disegnare a comando, se mi dici cosa fare mi blocco.
Amo starmene da sola, il che non significa che sono depressa.
Faccio a meno dei giudizi altrui, specie se superficiali.
Come non mai, odio il Natale, ma mi stampo il sorriso in faccia e vi faccio gli auguri.
E... forse la lista è troppo lunga per essere scritta.

20.12.09

La bellezza del mondo.

"Ricordò Alejandra e la prima volta che aveva visto le sue spalle curve per la tristezza, una tristezza che aveva creduto di capire ma di cui non aveva capito nulla, e si sentì solo come non gli era capitato da quand'era bambino, totalmente estraneo al mondo che pure continuava ad amare. Pensò che la bellezza del mondo nascondeva un segreto, che il cuore del mondo batteva a un prezzo terribile, che la sofferenza e la bellezza del mondo crescevano di pari passo, ma in direzioni opposte, e che forse quella forbice vertiginosa esigeva il sangue di molta gente per la grazia di un semplice fiore."

Cormac Mc Carthy, Cavalli Selvaggi p. 280

16.12.09

Tutto il mondo è (il mio) paese

India, 2004.
Per l'esattezza Kochin, nel Kerala. Uno dei luoghi della mia anima.
Con il suo aspetto europeo, le reti da pesca e i chioschetti a cui fermarsi per mangiare l'appena pescato e cotto sul momento. Che poi, quando sei in paradiso mica pensi all'inquinamento...

14.12.09

Considerazioni

La voce di Eddie Vedder ha il suo perché.
Pure Paolo Nutini ha quel punto lì che mi fa sciogliere.
Daniele Silvestri mi fa sorridere sempre e lo trovo geniale.
Geniale è anche Samuele Bersani, che ha quel modo tutto suo.
La realtà mi fa schifo.
Il freddo di questi giorni lo adoro.
Cancellerei il tempo dalla prossima settimana al 3 di Gennaio.
Cerco lavoro come pensionata, ma mi sa che sarà dura.
Dorian Gray sarà pure un bel libro ma il film...
Lo stesso vale per Dalia Nera, grande il libro, insignificante il film.
I romanzi troppo legati al mondo di oggi faccio fatica a leggerli.
Non sopporto la gente che urla, che usa il clacson e che ha fretta.
Nemmeno quelle persone che, visto che sono del Leone, pensano che io sia una falsa moralista.
Il cielo azzurro, o anche grigio, mi fa sentire meglio.
Il vento mi dà la carica.
Amo la pioggia e voglio vedere la neve, presto.
Non voglio regali per Natale. Tranne l'indispensabile.

Carnevale

Non ho mai amato le feste, tantomeno carnevale!
Eppure mi trovo qui, a casa di una collega giovane di mia mamma, e mi sto vestendo da vampira. Che strazio. Però avevo bisogno di uscire, quindi ho accettato l'invito di Patty. Vado a una festa in maschera in una discoteca di montagna (che il gusto ci guadagna, bah!), con lei, le sue due sorelle e degli amici loro...
Mi hanno truccata bene, devo dire. Sono molto molto pallida e le venuzze blu si notano facilmente. Ho un bel vestito nero e un mantello dello stesso colore fino ai piedi. Almeno coi denti finti in bocca non avrò molto da dire...
Scendiamo, prendiamo l'auto e partiamo per il rendez-vous. La nostra giardinetta beige non è che sia propio calda. Ma tant'è. Raccattiamo un amico per strada.
Sorpresa!
Lui è uno degli amici del tipo che mi piace. Sono gelata, non solo per il freddo. Anche lui mi ha riconosciuta (era meglio travestirsi da qualcosa di più mascherato, che so... Batman!) e sorride gentile. Per fortuna lui ha da raccontare le sue ultime novità e non mi tortura. Che il suo amico mi piaccia non è un segreto. Divento viola e balbetto ogni volta che lo vedo.
E ora non so cosa farò tutta la sera. Maurizio (l'amico) mi è simpatico e non posso evitarlo tutto il tempo. La discoteca non è nemmeno piena. Io non oso ballare troppo. Non voglio che Maurizio dica al suo amico che ho dato spettacolo. Voglio solo che Lui sappia che sono stata tranquilla e che mi si può portare in giro (magari anche vestita normalmente) senza rischiare figuracce. Che l'ultima volta che siamo andati a ballare (Lui, io e tutti i suoi amici), che tra l'altro era anche la prima volta che uscivamo insieme, Lui non ha gradito che mi facessi notare.
Maurizio è discreto nel farmi domande. Seduti sui divanetti chiacchieriamo a lungo, cercando di evitare il discorso diretto che riguarda Lui. Maurizio non vuole dirmi troppo e io non voglio dirgli troppo. Insomma, manca poco che alla fine ci tocchi di parlare del freddo gelido che sentiamo nelle ossa...
Ma che ci sono andata a fare a quella festa? Ho sedici anni e mezzo, sono con gente che ha dai tre ai dieci anni più di me e mi sento spiazzata. Non ce la farò a sopravvivere.
Invece la sera passa. Quasi mi dimentico di Lui, anche se ogni volta che guardo in faccia Maurizio mi tornano in mente tutte le figure di merda che mi son fatta finora. E non sono poche.
Ma perché il mondo è così piccolo?
Tornare a casa con il freddo è terribile. Le strade sono ghiacciate, la giardinetta sembra un frigorifero e tutti e cinque stiamo appallottolati su noi stessi come gatti. Battendo i denti e ridendo come dei cretini perché non riusciamo a parlare. Maurizio mi offre i suoi guanti, ma io non cedo. Aspetto che scenda dall'auto una volta arrivati a casa sua, lo saluto e mi preparo alle domande che mi faranno. Come conoscevo Maurizio?
Ecco...
Svelato l'arcano non mi sento meglio. Affatto. Il Lui che mi fa impazzire è uscito per un po' con la sorella più giovane di Patty. Bella, simpatica, spigliata e indipendente.
Ora mi sento una merda.
(E qualcuno dice che a sedici anni si sta bene...)

10.12.09

Che...

... alla fine, poi, si sopravvive un po' a tutto.
Ho scoperto che da un po' di tempo a questa parte non ho più paura. Quella paura di vivere che un tempo avevo e che mi faceva interpretare qualsiasi cosa come un segno del destino avverso.
Ma non solo.
Che mi faceva tremare al pensiero di lavorare vent'anni nello stesso posto, tanto che il giorno in cui mi hanno dato il grembiule (sigh!) uguale a quello delle colleghe, ho pianto per tre giorni.
Che mi faceva scappare ogni volta che un impegno prendeva un aspetto troppo vincolante.
Che mi impediva di dire ciò che pensavo o di non parlare quando non ne avevo voglia, per non ferire, o non far sentire a disagio qualcuno.
Che mi faceva alzare ogni mattina con una tristezza nel cuore tale da rendermi pesante qualsiasi cosa.
Che mi dava il terrore chiedere qualcosa per paura di sentire un "no" come risposta. O anche un "sì", a volte.
Che mi faceva rimpiangere di non essere morta già da tempo e che in fondo mi faceva vivere da morta tutti i giorni.
Che faceva sì che ogni timore diventasse realtà, facendomi vivere esperienze che mi hanno segnata, che hanno stravolto anni della mia vita.
Non so cosa mi sia successo.
Credo che sia partito da questa primavera, forse da un po' prima. Crescendo piano. E adesso mi trovo diversa, senza aver fatto sforzi particolari, senza aver posto strani interrogativi, senza aver cercato grandi risposte, senza aver cambiato sostanzialmente me stessa.
Sì, di cose ne sono cambiate.
Ho pubblicato un libricino di poesie, di cui forse sottovaluto l'importanza. Ho terminato un altro romanzo (che piace e non piace, come è giusto che sia), ne sto scrivendo un altro e continuo ad avere idee.
Mi sento più libera. Anche quando mi rendo conto che parte di me ancora aspira all'oscurità. So che una parte di me mi è ancora ignota. Forse la parte migliore, quella che per sopravvivere se ne è stata nascosta per anni. Quella che sogna. Quella che...

7.12.09

Un compleanno a caso

2004. Ero qui. Anche. Pondicherry. India del Sud. Questo era il giardino della guest house. Mi manca il mare. Oggi soprattutto.
A Pondicherry ho sofferto il caldo come non mai. Ho visto uno dei più bei ragazzi mai visti in vita mia, ovviamente indiano, ma di quelli che vivono in occidente da un bel po' e tornano in India a trovare la famiglia quando possono. Alto, elegante anche in bermuda (il che è rarissimo), un viso perfetto, gli occhi grandi e profondissimi. Non mi è mai venuto in mente di fotografarlo. Però meritava, l'ho visto solo un paio di volte, abbiamo fatto anche colazione a un tavolo di distanza.
E ho visto anche altre cose, un sacco di altre cose.

3.12.09

Tersicore è tornata!

Quest'estate, in spiaggia, mi sono resa conto che una parte di me aveva smesso di danzare.
Quella parte che ogni volta che sente musica vede letteralmente i ballerini nella testa, che conta i passi, che ammira estasiata il luccichio dei costumi sotto alle luci.
Quella che si commuove per un passaggio particolare che solo la mente può concepire così velocemente, solo al sentire le note che passano. Una creazione automatica e praticamente spontanea.
Così ho pensato che Tersicore non mi appartenesse più, che il mio quarantesimo compleanno avesse segnato un cambiamento tale per cui il mio bisogno di emozioni non sarebbe più passato da lì. Che avrei sublimato altrove.
Invece no!
Stamattina in corso Francia, mentre ascoltavo il mio Poddo malefico, la musica è partita, i ballerini sono tornati e la loro danza era così leggera che ho quasi pianto per l'emozione.
Lei è qui, non mi ha mai lasciata.
Sono sempre io.